Se non ora, quando? Verso la manifestazione plurima del 13 Marzo. Popolo Viola, PD, IDV, Radicali, Sinistre.

“Se non ora, quando?”, titola oggi il sito de Il Popolo Viola. Dopo decreto ad listam e legittimo impedimento, la manifestazione del 13 Marzo mostrerà la vera piazza al (finto) premier. La piazza che si auto organizza, che si auto mobilita, che non ha “capo” ma un corpo di tantissime teste. Questo è il Popolo Viola. Scenderà per le vie di Roma insieme a PD, a Italia Dei Valori, Radicali e quel che resta della Sinistra. Sarà una novità, questo assemblarsi di opposizioni parlamentari e opposizioni movimentiste. Tanto che qualcuno mugugna.
Una intervista comparsa su Libero del non-rappresentante del Popolo Viola, Enrico Peones, protagonista – questo sì – del presidio a Montecitorio, ha provocato una intensa discussione sul web. A incendiarla ci hanno pensato quelli di Libero, attribuendo a Peones la carica di rappresentante del Popolo Viola – ma a quale titolo? è forse stato eletto?, queste alcune delle obiezioni – il quale si è espresso in maniera critica (e perché no? la critica è la pratica della ricerca della verità) verso le dichiarazioni strampalate di Antonio Di Pietro, il quale, l’indomani della firma del decreto salva liste, invocava l’impeachment, giuridicamente parlando, nel nostro ordinamento, una “fesseria”. Ma Di Pietro non è nuovo alle sparate, e Peones, nell’intervista, si è limitato ad osservare l’inopportunità di una simile dichiarazione:

“Non condividiamo la reazione di Di Pietro nel modo più assoluto. Il leader dell’Idv è stato molto violento nelle sue dichiarazioni e anche molto pericoloso.”
Perché pericoloso?

“Perché le sue dichiarazioni sono arrivate in un momento particolare. Dopo la firma di Napolitano i cittadini sono scesi in piazza, c’era gente che piangeva che sentiva il peso di questa forzatura antidemocratica e della situazione provocata da questo governo. Abbiamo ricevuto tante mail, telefonate e in quel momento le dichiarazioni di Di Pietro, che parlava di intervenire contro un golpe, è stata veramente irresponsabile. Il presidente deve essere difeso e, invece, si è fatto il gioco del premier dimenticando che il dittatore è lui. Di Pietro è caduto in una grossa contraddizione rispetto all’obiettivo delle critiche.”
Tra l’altro in Italia l’impeachment non esiste.
“Appunto, non è un istituto previsto dal nostro ordinamento. Si tratta solo di una parola conosciuta dopo scandalo Clinton negli Usa.” (fonte: Popolo viola contrario al decreto salva-liste ma pure a chi attacca il presidente: “Napolitano va difeso” | tiscali.notizie).

L’analisi di Peones è certamente condivisibile quando avverte che la dichiarazione di Di Pietro sposta l’attenzione da Berlusconi, l’autore del decreto dello scandalo, a Napolitano, mero firmatario con vocazione suggeritoria, avendo egli la sola intezione di evitare lo scontro istituzionale. Meno condivisibile è la supposta pretesa di Peones di parlare a nome di tutti: il “non condividiamo”, se realmente espresso, non può che essere riferito a sé stesso e a sé medesimo.
Quel che desta sorpresa è la reazione di certa parte del più ampio movimento: subito sono fiorite le pagine Facebook, come quella titolata “Enrico Peones non è il mio rappresentante viola”, poi chiusa. Quindi ci ha pensato Beppe Grillo:

    • Se il PDL fa il suo mestiere, il PDmenoelle fa la spalla. Totò e Macario, Gianni e Pinotto, Stanlio e Ollio, PDL e PDmenoelle. Napolitano non si tocca, è il padre di Bassolino, lo zio di D’Alema, il fratello gemello di Scalfari e dei suoi editoriali presidenzialisti, il nonno degli autoeletti rappresentanti del Popolo Viola
    • Enrico Peones a nome del Popolo Viola: ” Se il presidente lo ha firmato (il decreto, ndr) evidentemente lo è (costituzionale, ndr). Non condividiamo la reazione di Di Pietro nel modo più assoluto. Il leader dell’Idv è stato molto violento nelle sue dichiarazioni (nei confronti di Napolitano, ndr) e anche molto pericoloso

Ma quale pericolosità ha Enrico Peones e il suo “non condividiamo”? Verrebbe da titolare: “chi attacca Di Pietro muore (veramente)”. Nel Popolo Viola, tutte le opinioni hanno diritto di esistere, ma anche di essere criticate. Il Popolo viola rifiuta di darsi una organizzazione, quindi di strutturarsi gerarchicamente, per essere, fino in fondo, movimento “dal basso”:

Il Popolo Viola si disassembla e assembla ogni giorno, in merito a ciascuna delle battaglie che si portano avanti. Il Popolo Viola sceglie di essere indifeso dalla possibilità di essere frainteso perché non esserlo vorrebbe dire andare contro i principi che ci accomunano tutti, ovvero la libertà di espressione, la responsabilità delle proprie azioni ed il rispetto delle regole. Sono felice di avere opinioni in comune con molte persone del Popolo Viola, ma sono entusiasta quando ne ho altre in disaccordo (fonte: Il blog di Raffaele Pizzari: Discussione sulle dichiarazioni di Peones).
Perché questa pretesa di omogeneità di opinione? Bisogna essere antiberlusconiani senza macchia, quindi la logica prevede che l’antiberlusconiano sia un dipietrista convinto, che plaude all’ex pm, che odia il PD (PDmenoelle), che pende dalle labbra di Santoro e Travaglio. Naturalmente, tutto ciò che si allontana da questo quadro idilliaco, tutto ciò che contrasta con il manuale del perfetto antiberlusconista, deve essere annullato. Invece no. Peones ha tutto il diritto di esprimere la sua opinione, impiegando – al massimo – il plurale majestatis.

Intanto, per sabato 13, il Popolo Viola sta organizzando una rete di protesta che sconfina all’estero. Seguire sul sito!

    • Gli eventi di questi giorni dimostrano che siamo realmente in un momento di emergenza democratica. L’uso strumentale del decreto legge da parte del governo per tutelare gli interessi di parte o di pochi (non l’esercizio democratico del voto, altrimenti della sanatoria avrebbero beneficiato le altre liste escluse, come ad esempio i radicali) ha rappresentato un momento di grave lacerazione istituzionale per il nostro Paese.
    • L’approvazione del Legittimo Impedimento alla Camera ed il suo eventuale via libera al Senato nei prossimi giorni sono altri segnali di un governo che pensa di utilizzare le istituzioni democratiche legiferando per risolvere i problemi di una persona o delle sue liste elettorali.
    • Tutto ciò accade nel momento in cui vengono eliminati gli spazi di libera informazione, come dimostra la decisone del Cda Rai di mettere il bavaglio ai talk show di approfondimento politico, pur di non applicare ad essi le regole della par condicio.
    • Ci domandiamo se non ora quando sia il momento delle responsabilità, ciascuno nel suo rulo e funzione: noi cittadini indignati per l’attacco alle regole democratiche e la chiusura di spazi di informazione, i partiti come difensori nelle istituzioni di delle regole costituzionali.
      Se non ora quando dovremmo scendere in piazza, tutti insieme, per manifestare la necessità di difendere la nostra Costituzione e le istituzioni che essa rappresenta?
    • Per tutto questo invitiamo a continuare la mobilitazione permanente che il Popolo Viola ha inziato fin dal 4 febbraio con il Presidio Permanente a Montecitorio, proseguita il 27 gennaio con la bella manifestazione di Piazza del Popolo e con le iniziative ed i sit-in di questi giorni.
    • Il 13 marzo si può trasformare in una giornata di mobilitazione straordinaria con tanti NODI (che comunicheremo con specifica nota) rappresentati da iniziative e presidi in molte città italiane e quattro manifestazioni HUB, alcune delle quali promosse direttamente dal Popolo viola ed altre (di cui condividiamo le preoccupazioni e lo spirito) promosse da altre forze democratiche
    • Ribadiamo il nostro invito alla società civile tutta, cittadini, utenti in rete, associazioni e partiti, un impegno di responsabilità democratica, rimanendo uniti in questo difficile momento di emergenza democratica.