L’allarme è lanciato da alcuni giornalisti nascosti nel web, ma nessuno se ne occupa veramente. Il referendum sul Trattato di Lisbona che verrà sottoposto a referendum nella sola Irlanda il 2 Ottobre – qui da noi i trattati internazionali costituzionalmente non possono essere soggetti a consultazione popolare, e il trattato di Lisbona è già stato ratificato dal nostro parlamento.
Il Trattato di Lisbona non è una costituzione europea. E’ un’operazione al ribasso, che, grazie alla sua illeggibilità, si presta a essere la tomba del federalismo europeo, quel movimento che fu fondato nel 1943 da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi , Eugenio Colorni, grandi pensatori europeisti, che credevano nell’Europa come stato federale, come Europa dei Popoli.
Il Trattato di Lisbona fallisce laddove proprio c’era più bisogno di creare un modello di superstato costruito sul concetto della multigovernance, del principio di sussidiarietà e della partecipazione a più livelli, locale e globale, fornendo così diverse possibilità di inclusione. Il Parlamento Europeo resta vuoto di compenteze, e partecipa all’iter legislativo ma non è il titolare esclusivo del potere legislativo che permane ancora in posse del Consiglio, vale a dire del consesso dei governi nazionali. Questo deficit di democrazia è aggravato dalla mancanza di etica di taluni parlamentari nazionali – gli italiani in primis – i quali accettano la candidatura a Bruxelles solo come prima tappa della carriera politica che poi condurranno nel proprio paese, che diventano parlamentari europei ma cedono subito il proprio scranno per ricoprire cariche politiche nel paese di appartenenza (triste esempio che ci ha fornito la Serracchiani, ora parlamentare europea ma presto candidata alle Regionali in Friuli).
Ecco allora che l’appuntamento referendario del 2 Ottobre in Irlanda resta l’ultima chance per i federalisti europei per bloccare questo mostro politico e far riprendere il processo di integrazione su basi democratiche.
(Gli articoli citati sono di chiara ispirazione euroscettica, laddove invece questo post vuol ribadire la necessità di costruire una comune casa europea, ma non nell’ottica adottata dai governi con il Trattato di Lisbona bensì in una rinnovata prospettiva federalista e democratica).
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Il trattato di Lisbona, altro che il Cavaliere, Paolo Barnard
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mentre tutti guardano da quella parte, da quell’altra accade il nostro destino, ma non c’è nessuno a osservare
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stiamo tutti per diventare cittadini di un enorme Paese che non è l’Italia, governati da gente non direttamente eletta da noi, sotto leggi pensate da misteriosi burocrati a noi sconosciuti, secondo principi sociali, politici ed economici che non abbiamo scelto, e veniamo privati nella sostanza di tutto ciò che conoscevamo come patria, parlamento, nazionalità, autodeterminazione, e molto altro ancora
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E’ il Trattato di Lisbona, vi sta accadendo sotto al naso, qualcuno vi ha detto nulla?
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fra poco Montecitorio potrebbe essere un palazzo dove qualche centinaio di burocrati dimenticati si aggirano fingendo di contare ancora qualcosina; fra poco la Costituzione italiana potrebbe essere un poemetto che viene ricordato agli alunni delle scuole come un pezzo di una vecchia storia; fra poco una maggioranza politica che non sa neppure cosa significa la parola calzino potrebbe trovarsi a decidere come noi italiani ci curiamo, se avremo le pensioni, cosa insegneremo a scuola, come invecchieremo, o se dobbiamo entrare in guerra, e così per tutto il resto della nostra vita.
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Altro che Cavaliere, altro che Brunetta o Emilio Fede.
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E’ un impianto di regole europee raccolte in un Trattato che non è così come ce lo immagineremmo (un unico testo), ma è formato da migliaia di emendamenti a centinaia di regole già in essere per un totale di 2800 pagine.
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Se ratificato da tutti gli Stati, esso diventerà di fatto una Costituzione che formerà la struttura per la nascita di un super Stato d’Europa, come gli Stati Uniti d’America, con una Presidenza, con un governo centrale, un Parlamento, un sistema giudiziario.
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Questo super Stato diventerà più forte e vincolante di qualsiasi odierna nazione europea
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Tutti noi europei diverremo cittadini di quello Stato e soggetti più alle sue leggi che a quelle dei Parlamenti nazionali, pur mantenendo la cittadinanza presente
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le leggi fatte da questo super Stato d’Europa saranno vincolanti sulle nostre leggi nazionali, e saranno persino più forti della nostra Costituzione
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Ma al contrario degli Stati Uniti, tali leggi verranno scritte da burocrati che noi non eleggiamo (es. Commissione Europea), mentre l’attuale Parlamento Europeo, dove risiedono i nostri veri rappresentanti da noi votati, non potrà proporre le leggi, né adottarle o bocciarle da solo.
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Potrà solo contestarle ma con procedure talmente complesse da renderlo di fatto secondario.
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Il Trattato di Lisbona infatti offrirà poteri enormi a istituzioni che nessun cittadino elegge direttamente (Consiglio Europeo che sarà la presidenza – Commissione Europea e Consiglio dei Ministri che sarà l’esecutivo – Corte di Giustizia Europea, che sarà il sistema giudiziario), le quali avranno persino la facoltà di far entrare in guerra l’Europa senza il voto dell’ONU.
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Tutto il cosiddetto Capitolo Sociale del Trattato di Lisbona (lavoro, salute, scioperi, tutele, leggi sociali, impiego…) è miserrimo, con gravi limitazioni e omissioni, mentre sono sanciti con forza i principi del Libero Mercato pro mondo degli affari.
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Dovete ricordare mentre leggete queste righe, che stiamo parlando di un Trattato che potrebbe molto presto ribaltare la vostra vita come nulla da 60 anni a questa parte: nuovo Stato, nuova cittadinanza, nuove leggi, nuovi indirizzi di vita nella quotidianità anche più banale, sicuramente meno democrazia, e nessuno che ci abbia interpellati. Come sarà questa nuova esistenza?
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Saremo più liberi o più schiavi degli interessi delle elite di potere?
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Anche nel Capitolo Giustizia il Trattato pone seri problemi. Ci sarà un organo superpotente, la Corte di Giustizia Europea, che emetterà sentenze vincolanti sui nostri diritti fondamentali e sulle leggi che ci regolano; la Corte sarà superiore in potere alla nostra Cassazione, al nostro Ministero di Giustizia, ma di nuovo sarà condotta da giudici nominati da burocrati che nessuno di noi ha scelto.
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Un Trattato col potere di ribaltare tutta la nostra vita di comunità di cittadini, viene scritto in modo da essere illeggibile ed è stato già ratificato (manca solo la firma dell’Irlanda, che terrà un referendum il 2 ottobre) dai nostri governi completamente di nascosto da noi, e volutamente di nascosto.
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una versione simile di questo Trattato (la Costituzione Europea) e con simili scopi fu bocciato da Francia e Olanda nel 2005, proprio perché scandalosamente sbilanciato a favore delle lobby di potere europee e negligente verso i cittadini
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Scottati da quell’umiliante esperienza, i pochi politici europei che contano (il 90% non ne sa nulla e firma senza capirci nulla) hanno architettato una riedizione di quelle Costituzione bocciata chiamandola Trattato di Lisbona, e la stanno facendo passare in segreto dietro le nostre spalle.
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Il Trattato di Lisbona contiene anche clausole di valore, che come ogni altra sua regola sarebbero vincolanti su tutti gli Stati, dunque anche su questa arretrata e cialtrona Italia, e limitatamente a ciò per noi non sarebbe un male. Tuttavia, la mole dei cambiamenti cruciali che porterebbe è tale e di tale potenza per la nostra vita di tutti i giorni e per i nostri diritti vitali, da obbligare chi vi scrive a lanciare un allarme: il Trattato di Lisbona va divulgato alle persone d’Europa e da queste giudicato con i referendum.
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Trattato di Lisbona: Dublino, ultima spiaggia, Carlo Lupo
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Ancora una volta i cittadini del Vecchio Continente potrebbero essere salvati dal popolo irlandese. L’apparato politico al soldo dell’Europa delle banche, prosegue i processi di ratifica del trattato di Lisbona nell’assoluta disinformazione mediatica.
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dieci giorni fa in silenzio è stato riconfermato alla presidenza della commissione europea il portoghese José Manuel Barroso, con l’obiettivo di portare a termine il definitivo sacco d’Europa
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Per scardinare completamente quel che resta della sovranità delle nazioni europee, ormai mancano all’appello soltanto tre Stati membri: Irlanda, Polonia e Repubblica Ceca. Ed è proprio a Dublino che si gioca la partita fondamentale.
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La massiccia campagna d’informazione a favore del trattato di Lisbona dava quasi per scontata la “redenzione” dei ribelli irlandesi che un anno fa avevano bocciato con un referendum il monstrum in via d’approvazione in tutti gli Stati membri dell’Ue, senza neanche consultare i cittadini. L’Italia ne è l’esempio più eclatante.
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gli ultimi sondaggi in Irlanda – pubblicati il 5 settembre – mostravano che a un mese dal secondo referendum sul trattato, il prossimo 2 ottobre, il fronte a favore di Lisbona aveva perso la maggioranza, precipitando di 8 punti dal 54 per cento dello scorso maggio al 46 per cento. Suppergiù quanto avvenuto poche settimane prima del referendum del giugno 2008, quando il popolo irlandese – unico in Europa ad essere consultato – aveva bocciato senza possibilità d’appello il trattato di Lisbona
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gli eurocrati adottano l’ormai ben nota strategia del silenzio, se non quella della disinformazione
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In Irlanda le manovre per scongiurare quella che sarebbe la tomba del trattato si susseguono a ritmo vertiginoso, tanto che l’amministratore delegato della Ryan Air, Michael O’Leary, ha annunciato di voler stanziare mezzo milione di euro a favore del “sì”, da impiegare anche in annunci sui velivoli della flotta.
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Il modello industriale Ryanair si sposa perfettamente con il liberismo sponsorizzato dall’Europa delle banche: competizione e profitti, salari da fame e condizioni di lavoro miserabili.
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