The Berlusconi Show è tutto ciò che va in tv. Non serve fare nulla, basta guardare in camera. Basta seguire la luce rossa. E’ facile. The Berlusconi Show racconta la vita, e anche la morte. Le telecamere sono dovunque. Accese notte e giorno. E così si realizza la partecipazione emotiva, il coinvolgimento pieno e totale, totalizzante, dell’individuo, che vive il dolore e la felicità, le fortune e gli eccessi, la miseria e la virtù del protagonista. Tutto si svolge lì, sotto l’occhio della camera, e chi non accetta di spettacolarizzare il mero divenire dell’esistenza, semplicemente si condanna all’oblio.
La sofferenza di Sandra Mondaini la conosciamo tutti. Perché l’abbiamo vissuta. Sandra può essre nostra nonna, nostra madre, nostra sorella. Rimasta sola, sulla carrozzina, debole, consumata dagli anni di una vita pur discreta di soddisfazioni. Là, nel posto dove tutti si sentono accomunati dalla sorte, dove il dolore annichilisce, anche là, insieme alla telecamera che rimanda al luogo senza luogo, c’è Berlusconi.
Cito questo dettaglio dei funerali di Vianello, una persona di famiglia per generazioni di italiani, perchè credo dobbiamo sempre ricordarci qual è la leva dell’egemonia culturale berlusconiana: l’essere parte dell’immaginario comune di tutti. Prendersela con lui significa, per molti, prendersela anche con sè stessi. Ciò gli dà un’immensa forza (Raimondo&Sandra&Silvio, Gad Lerner).
C’è forse un forte senso di fedeltà nella scelta dei Vianello di apparire alla moltitudine televisiva. Fedeltà alla scena, che è poi fedeltà al datore di lavoro che quella scena produce. Mostrarsi alla luce del pubblico anche nel momento dell’addio è stato prestare il proprio dolore alla scena, poiché è la scena a chiederlo. Lui, il datore di lavoro, vi è entrato per un cameo, lui, anche regista di questa scena, ideatore, sceneggiatore, protagonista di The Berlusconi Show. Alza lo sguardo verso la camera al momento giusto, insieme ai figli adottivi, alla nonna-madre-sorella Sandra, insieme a tutti noi, abbracciati in un idealtipico tutt’uno che ci unisce e opprime.