(Cis)Padania, o la nazione che non c’è

Sì, la Padania non esiste. Non è mai esistita. Non esisterà. Essa è frutto di una costruzione storico-ideologica, opera di un gruppo di persone che la impiegano al fine di ottenere consenso politico. Lo sostiene Gianfranco Fini, in una aspra polemica con la Lega nei giorni successivi a Pontida, per mezzo dei suoi organi di comunicazione, FareFuturo e Generazione Italia.

Fini nega che la nazione padana possa fondersi in senso economico, come sostenuto da Zaia: “Non si può dire che è “Padania” quella parte del paese che lavora e paga le tasse. Per due motivi: non è solo il Nord a lavorare e pagare le tasse e non tutti i cittadini del Nord che lavorano e pagano le tasse si sentono “padani” (G. Fini, La Padania non esiste. C’è solo la nostra Italia | Generazione Italia). Aggiungo io, la sfera economica non può essere impiegata per descrivere una nazione, poiché essa trascende i confini nazionali, anzi, i confini nazionali sono il principale ostacolo alla sfera socio-economica, fondata sul principio della libera circolazione delle merci.

Una nazione, per usare le parole di Ernest Renan, filologo francese* di fine ottocento, “è dunque una grande solidarietà, costituita dal sentimento dei sacrifici compiuti e da quelli che si è ancora disposti a compiere insieme. Presuppone un passato, ma si riassume nel presente attraverso un fatto tangibile: il consenso, il desiderio chiaramente espresso di continuare a vivere insieme. L’eistenza di una Nazione è un plebiscito di tutti i giorni, come l’esistenza dell’individuo è una affermazione perpetua di vita” (E. Renan, Che cos’è una Nazione?, Roma, 1993).

Queste bellissime parole confliggono con la becera polemica nella dialettica politica italiana. Sarebbe forse venuta meno la solidarietà nazionale? Sarebbe forse venuta meno fra Nord e Sud? O piuttosto – forse – la frattura più grande sarebbe quella fra cittadino e politica? Quale l’abisso più profondo? Perché costruire una idea di nazione che non esiste (quale è il suo popolo? quale il consenso? il 30% dei voti alla Lega del solo Veneto? basta il voto a un partito per esprimere il consenso di vivere assieme, però separatamente dagli altri?) per reagire alla politica corrotta che fa cattivo uso del denaro pubblico? La Lega al governo del paese si è rivelata essere affatto moralizzatrice della spesa pubblica, né ha avuto effetto alcuno sulla tendenza alla corruttela della politica romana. Essa continua a impiegare strumentalmente un costrutto umano – la nazione –  che è stato il presupposto all’abominevole secolo XX, il novecento, con due guerre mondiali e un olocausto. La forma dello stato nazione è comunque sopravvissuta alle guerre e oggi torna, come rigurgito localistico, ma la nazione non è  qualcosa di eterno. Le nazioni “hanno avuto un inizio e avranno una fine. La confederazione europea, probabilmente, prenderà il loro posto”, scrisse Renan. La Lega invoca il proprio stato nazione ma gli manca del tutto la consapevolezza del tempo che vive. Non a caso essa si è sempre configurata come forza antieuropeista, al pari di uno stato autoritario che è tanto liberale nelle relazioni internazionali quanto illiberale al proprio interno. Anziché cercare forme di statuità che superino l’ambito nazionale e trascendano del tutto dalle prerogative dello stato sovrano, la Lega sembra legata all’idea – impregnata fortemente di uno storicismo di marca ottocentesca – di Stato Nazionale come Stato-Potenza che deve acquistare una posizione nel mondo corrispondente alla misura della sua indipendenza. E invece occorre mettere al centro l’uomo, che “non è schiavo né della sua razza, né della sua lingua, né della sua religione, né del corso dei fiumi, né della direzione delle catene montagnose” (E. Renan, cit.). L’uomo, con i suoi bisogni e i suoi desideri.

4 Comments

  1. Renan non era tedesco come scritto nell’articolo, ma francese. La sua definizione soggettivistica di Nazione e il richiamo al plebiscito quotidiano aprono la porta a qualsiasi geometria della Nazione, dettata anche da scelte di convenienza economica. Pensiamo alla Svizzera: è una Nazione o solo uno stato? Secondo la scuola tedesca che vede alla base della Nazione elementi oggettivi come cultura, razza, etnia la Svizzera non è una Nazione. Secondo Renan invece lo è. Ma secondo Renan anche la Padania, se la maggioranza dei suoi abitanti lo vuole è una Nazione. Inoltre se gli abitanti della Savoia, dell’Ossola, di Varese, di Como, di Sondrio optano per motivi economici di diventare svizzeri tutti questi territori entrano a far parte della Nazione Svizzera.

I commenti sono chiusi.