Berlusconi ha tolto il Processo Breve dal programma in cinque punti che sarà sottoposto al voto di fiducia alla ripresa dei lavori parlamentari. Se cade il governo, sarà solo “colpa” di Fini, avverte.
Oggi, alle 18.30 circa, il Presidente della Camera parlerà dal palco di Mirabello (in provincia di Ferrara), luogo in cui, più di venti anni fa, ricevette dalle mani di Almirante le redini del partito neofascista MSI, e forse nulla sarà come prima. L’ipotesi più probabile? Il governo non cadrà, ma Berlusconi dovrà ridimensionarsi: il Cavaliere dimezzato – definizione di Bossi – vedrà poco a poco farsi chiara la prospettiva di una condanna al processo Mills – previa bocciatura del Legittimo Impedimento da parte della Consulta – comprensiva di interdizione dai pubblici uffici. L’uscita di scena a cui non vuole rassegnarsi.
E quindi, diamo il via alle danze. Che la crisi cominci.
Le dirette streaming:
SKY TG24
RAINEWS (serve Silverlight)
INSTANT BLOGGING – LA DIRETTA:
Ore 18 – attesa per il discorso, Feltri su TG La7 spiega che Fini farà un discorso attendista, un bel discorso senza dire nulla.
Ore 18.13: viene suonato l’Inno Nazionale di Mameli, poi Battisti…
Ore 18.22: parla Chiara Moroni; sembra ci sia una contestazione dal fondo, ma sono solo i fotografi
Ore 18.25: adesso Fini è salito sul palco, ringrazia per gli applausi; sventolano le bandiere di AN; ricorda che a Mirabello si fondano le radici della sua famiglia e che un uomo, almirante, annunciò al popolo missino la necessità di un cambiamento; la presenza di Mirko Tremaglia conferma questa continuità; sempre a Mirabello si annunciò sia la nascita di AN che quella del PdL; confessa di essere emozionato; mai un’emozione forte come quella provata in questo istante; Mirabello capitale della politica italiana, il punto di riferimento obbligato;un popolo che non è qui ma che sente la necessità di partecipare, di ritrovare una unità; questa piazza sarà l’occasione per fare chiarezza su quello che è accaduto e quello che accadrà.
Bisogna tornare al giorno in cui tutto è cominciato: il 29 di Luglio, giorno in cui l’ufficio politico del PdL,in una riunione di due ore, in sua assenza, ha decretato l’espulsione di Fini. E’ stato approvato un documento in cui si afferma che la posizione di Fini è una partecipazione attiva al gioco al massacro delle procure (è da ridere) – giungono fischi dal fondo della piazza; non c’è stato alcun tipo di fuoriuscita, ma solo la sua estromissione dal partito che ha contribuito a creare; un atto profondamente illiberale, che nulla ha a che spartire con quel pluralismo che è una delle condizioni affinché un partito sia tale; un atto proprio solo del più bieco stalinismo.
Il governo ha ben operato sulla crisi finanziaria, ma poteva modulare in modo diverso certi interventi come i tagli lineari alla spesa pubblica; quei tagli alla scuola, che oggi provocano la protesta sacrosante delle migliaia di precari; è lecito avanzare delle critiche? dubbi che sono stati espressi, per esempio, sui costi della politica, sui costi della riforma federale. E’ lecito indicare, nel PdL, delle prospettive non condivise da tutti? lotta all’immigrazione? è però sacrosanto parlare di integrazione dell’immigrato che lavora. Sulla giustizia: mai e poi mai l’impunità permanente! (Ovazione). E’ un’eresia parlare di ciò? E’ stillicidio polemico dire che la magistratura è un caposaldo della nostra democrazia? Noi siamo un grande partito nazionale, che non può appiattirsi sulle posizioni della Lega. E’ un partito occidentale, con valori precisi: dignità e rispetto della persona umana. Indecoroso lo spettacolo con cui è stato accolto un personaggio che non ha nulla da insegnare in fatto di diritti umani (riferimento a Gheddafi). Non può ergersi a maestro, né a punto di riferimento.
Nel momento in cui si chiede rispetto della volontà popolare espressa col voto, allora pari rispetto alle altre istituzioni, a cominciare dal Capo dello Stato. Equilibrio fra le istituzioni vuol dire riconoscere al Parlamento la sua centralità. Governare non può mai significare comandare: governare vuol dire equilibrio fra i poteri. E’ provocatorio questo? Il PdL non lo avevamo concepito come forza per conservare l’esistente, bensì per il cambiamento radicale. La rivoluzione del merito, con cui si riempivano le piazze durante la campagna elettorale, deve diventare una politica fondamentale del governo.
Berlusconi ha tanti meriti, ma anche qualche difetto: non ha capito che in una democrazia liberale non ci può essere l’eresia, poiché non ci può essere l’ortodossia. Grati con B. per il 1994, ma non ci può essere il delitto di lesa maesta perché non ci sono sudditi ma cittadini liberi che vogliono partecipare. Non ha mai contestato la leadership di B., ma hacontestato la sua attitudine a comandare nel partito come in un’azienda. Un grande partito deve essere una fucina di idee. Rivendicare il diritto di avere delle opinioni, alla possibilità di svolgere delle analisi, fare valutazioni, non può essere controcanto e boicottaggio, bensì democrazia interna. Altro che teatrino della politica! Garantire la libertà di esprimere il dissenso! Ci sono tanti elettori del PdL che sono veramente liberali, che vogliono rispettare l’opinione altrui. Politica non è interesse di una parte. Sembra che il PdL lavori per alzare degli steccati e creare conflitti. Il contrario di ciò che serve al paese.
Futuro e Libertà non è una nuova AN. Si rivolge agli uomini e alle donne che non leggono più le pagine della politica, non ascoltano più i telegiornali, che sembrano sempre più fotocopie delle veline del PdL. Elettori che ci dicono, andate avanti, non fermatevi. Difendete i principi originali più autentici del PdL. Dare vita a una buona politica. L’unico antidoto alla sfiducia crescente nelle istituzioni. PdL ora è il partito del Predellino, adesso; è Forza Italia con qulche colonello di AN che ha solo cambiato Generale. Il Popolo della Libertà non c’è più. Se il PdL non c’è più, allora Futuro e Libertà non vi può rientrare. Non si rientra in ciò che non c’è più.
Si va avanti con le nostre idee, dice Fini. Non ci ritiriamo in convento, né andiamo raminghi in attesa del perdono. Anche perché questi parlamentari non possono essere trattati come se fossero dei clienti della Standa, che se non cambiano il supermercato ottengono il premio fedeltà. questi parlamentari hanno voglia di fare politica! (Ovazione). Nemmeno ci facciamo intimidire dal metodo Boffo messo in pratica da certi giornali, che dovrebbero poi essere l’espressione del Partito dell’Amore. A differenza di altri, abbiamo un sacro rispetto nella magistratura, aspettiamo che sia la magistratura a chiarire quanti e quali diffamazioni sono state attuate come una lapidazione di tipo islamico. Un attacco alla mia famiglia: è tipico degli infami avere questo attenggiamento.
Si va avanti senza ribaltoni, afferma. Senza tradire il voto degli elettori. Si va avanti e quando B. si presenterà in Parlamento per presentare i famosi 5 punti, saranno chiari i capogruppi nel dire che sosterremo al meglio il programma, ma da uomini e donne liberi chiederemo di discutere di come si traduce in realtà il titolo “riforma della giustizia” e tutti gli altri punti. Il dovere è quello di governare. Nè è certamente convinto anche Bossi. A volte siamo in disaccordo. Solo chi non conosce la storia può pensare che la Padania esiste davvero. Lui ha innalzato la bandiera del federalismo. E’ missione storica del suo movimento. Ma quel federalismo è possibile solo se è nell’interesse di tutta l’Italia. E’ possibile garantire al Nord il federalismo a patto che sia nell’interesse generale. Nella commissione bicamerale che deve discutere i decreti attuativi, il nostro senatore Baldassarre è fondamentale. Potrei dirlo, ma non lo faccio. Il federalismo non può essere a scapito del Meridione. Discutiamo di cosa sono i costi standard dei servizi. E discutiamo del fondo perequativo. Ciò alla vigilia del 150° dell’Unità d’Italia. Celebrarlo con una riforma autenticamente federalista e nazionale, equa e solidale. E’ interesse anche del Nord. Una mitica Padania autosufficiente può sopravvivere senza il Sud?
Il nuovo patto di legislatura non può essere una tavolo a due gambe. Che fine ha fatto l’abolizione delle province? Che fine ha fatto la privatizzazione e la liberalizzazione delle municipalizzate? E’ bastato che la Lega scoprisse che le municipalizzate potessero diventare un tesoretto, che ciò è stato accantonato. B. ha il dovere/diritto di governare. E’ stato scelto in modo inequivocabile dagli elettori. Scorciatoie giudiziarie per eliminarlo è lesione della volontà popolare. Nessuna dichiarazione contro il Lodo Alfano o contro il Legittimo Impedimento. Berlusconi deve governare senza il rischio giudiziario. Ma quel simpatico dottor ‘Stranamore’ che è l’onorevole Ghedini non deve trovare una soluzione purché sia. Dobbiamo lavorare non a una legge ad personam, ma per una legge, come in altri paesi d’Europa, per tutelare la figura del capo del governo. E quindi non la cancellazione dei processi, ma la sospensione. Sul Processo Breve, non è accettabile la retroattività delle norme.
Democrazia, sostiene Fini, significa poter scegliere il presidente del Consiglio e soprattutto i propri parlamentari. E’ semplicemente vergognoso, e faccio mea culpa, che ci sia la lista prendere o lasciare. E sul lavoro? La proposta finiana di una assise del mondo del lavoro? Proposta del tutto ingorata. Serve un nuovo patto tra capitale e lavoro. Il governo ha operato bene per fermare la crisi ma dobbiamo far ripartire l’economia, non ci possiamo compiacere che i conti pubblici tengono. Occorre il coraggio politico di dar vita a quelle riforme che erano nel programma originale del popolo delle libertà e che sono state dimenticate. E’ arrivato il momento di dar vita a riforme che portino ad un nuovo patto tra capitale e lavoro perché è indispensabile mettere i produttori di ricchezza dalla stessa parte della barricata dei lavoratori. Ma in quale paese può mancare il ministro allo Sviluppo Economico? Dobbiamo attendere che l’Oracolo di Delfi dia il nome?
Bisogna far ripartire il mondo dell’economia. Cominciando dai giovani. In Italia c’è una grande questione giovanile: un ragazzo su 4 è disoccupato e mi fa piangere il cuore. La flessibilità è necessaria ma non può essere trasformata in precarietà perenne: la società italiana si è profondamente modificata rispetto al passato. Nel 2010 bisogna rielaborare quella grande conquista, una delle migliori politiche del Novecento, che è stato il welfare state. Bisogna affiancare al ‘welfare state’ un welfare delle opportunità e dei meriti. E sulla famiglia interveniamo sul cosiddetto quoziente familiare in modo tale che chi ha figli o anziani a carico abbia un carico fiscale minore. E su questi temi, se l’opposizione ha qualche buona idea, ungoverno responsabile la deve coinvolgere.
Poi, l’auspicio finale:” Chiamo a raccolta l’Italia che lavora che è poi l’Italia onesta. L’Italia onesta è quella dell’etica del dovere: quella dell’etica che un padre insegna a un figlio. Il senso del dovere, di appartenza e civico”. Non bisogna avere paura di aiutare i più deboli. Sono i deboli che hanno bisogno di garanzie e non i più forti. Questo per me è il centrodestra e della politica con la P maiuscola”.
Non vedo l’ora di andare a votare per vedere Fini che piange,come Bertinotti.Ha sciolto Alleanza Nazionale ed è confluito con Berlusca solo per avere nuovamente una poltrona,ma ora…..sei finto Gianfranco,sei andato ad elemosinare aiuto da Rutelli e Casini,fai solo ridere…un altra Legge da fare sicuramente è quella che se fai una nuova formazione politica in corso di Legislatura,quando arrivano le elezioni devi comunque raccogliere le firme per presentarti alle urne…ma tempo al tempo..
Magra consolazione