La metafisica di Vendola e una nuova narrazione della realtà

Impressioni circa il discorso di chiusura di Nichi Vendola al congresso di Sinistra Ecologia e Libertà a Firenze. Punto primo: se a destra da quindici anni esiste il Cavaliere Nero che mette a soqquadro l’ordine costituzionale, a sinistra oggi sorge un antieroe nel corpo del “ragazzo di Terlizzi” che da qualche anno governa la Puglia. La Puglia dell’energia rinnovabile. La Puglia del mistico e della taranta. Di Avetrana e del pozzo nero dove siamo tutti nostri sprofondati come cadaveri quindicenni, nati un brutto giorno del 1994, a Marzo, il 27.

Parafrasando Nichi, “ci eravamo smarriti, ora ci siamo ritrovati”. L’orrore che proviamo per lo stupro quotidiano delle regole della democrazia, del lavoro e della convivenza civile deve lasciar spazio alla nuova speranza caldeggiata da Vendola. E’ qui che la Sinistra deve risorgere:

Cosa significa vincere a sinistra? Significa far vincere le persone che oggi pensano che non troveranno mai lavoro e che domani ritrovano la speranza

Ma ammonisce Nichi, il risorgimento a sinistra non è una restaurazione, né una operazione di maquillage, di restauro conservativo: la sinistra risorge “non per tornare in un luogo antico”, poiché sarebbe un errore pensare di fare “una sommatoria di frammenti, pensando che la sommatoria possa costituire una forza che, invece, è solo un fatto politico e non algebrico”. Non ci si deve innamorare del partito, del nome, dello scranno, del titolo, della diaria parlamentare. Non il partito, quindi, ma la “partita” – le elezioni 2013 (o 2011?). Poiché la melma che governa, la politica del fango e del dossieraggio, non è l’unica dimensione verso la quale ci si debba adeguare, in quell’equilibrio dicotomico fra berlusconismo e antiberlusconismo che ha caratterizzato questi quindici anni. No. Esiste “un’Italia migliore” e “dobbiamo dare voce a questa Italia migliore, dobbiamo raccontarla, dobbiamo fare evidenza alle persone che non hanno voce e che ogni giorno si impegnano per costruirla”. Il mondo, dice Nichi,  non è quello ‘spazio immobiliare’ che va da Montecarlo ad Antigua.

Ecco, la Nuova Sinistra secondo Vendola è una nuova narrazione del paese. Una narrazione che non insegue la Lega e non impiega il vocabolario di altri, bensì reagisce al promontorio della paura e dell’odio su cui si erge il leghismo raccontando del diverso attraverso la lingua del cosmopolitismo.

Ci si deve congedare dall’idea di una bellezza come virilità, come fisicità che resiste alla prova del tempo, in un olimpo pacchiano racchiuso tra Dioniso ed Apicella.

“La bellezza è nella singolarità straordinaria dell’uomo, è nello sguardo dei bambini, nella vita che vuole essere tutelata e non mercificata”. La vita non è merce, il lavoro non è merce poiché parlare di lavoro significa parlare di persone e non di cose. Ed è possibile immaginare – sottolineate immaginare – un mondo del lavoro, dell’impresa, del sapere che “si propone l’obiettivo di produrre ricchezza non solo misurabile con i parametri del PIL, ma fatta di valori ambientali e sociali”. Non solo misure, indicatori, ma valori.

Lavoro: oggi è come uno specchio andato in frantumi. Noi, con quello specchio, guardavamo la realtà. Oggi è tutto spot televisivo, è tutto carosello pubblicitario. Non c’è mai la vita vera.

E la realtà bussa allo schermo televisivo, prova lo stesso ad irrompere nel salotto di casa nonostante l’arbitraria manipolazione sistematica messa in atto dall’informazione servile e prona al Capo Unico del panorama televisivo. Una realtà che non collima più, e forse non è mai coincisa, con le semplificazioni messe in opera per creare quel consenso fittizio, quello sì un mero fatto statistico, di cui la Destra si è servita per far proprio il plebiscito di tutti i giorni che sottende al vivere civile di una Nazione. Una realtà molteplice in cui non ci si può più nascondere. Occorre perciò ridare voce all’istanza di nuovi diritti che è stata strozzata e disconosciuta pur di fabbricare alleanze al centro dello schieramento politico: è possibile e necessario “poter parlare con la Chiesa del diritto di due persone dello stesso sesso di amarsi”.

Amici e amiche del Family Day, voglio chiedervi: ma cosa ha ferito la vostra vita, l’amore omosessuale o il liberismo, l’impoverimento, le politiche sociali che vi hanno abbandonato?

E quando afferma di non voler “nascondere la propria fede cristiana”, compie un salto quantico smaterializzando la sua diversità – l’orientamento sessuale – e tratteggiando sé medesimo come la pecorella smarrita che torna alla casa del Signore. E’ proprio sulla Croce che diviene quasi evangelico narrando della differenza fra i legni del potere (i manganelli) e del potere dei due legni (la croce). Io sono innamorato – dice Nichi – di quel Cristo che è morto sulla Croce. Contro quell’idea di cristianesimo e di Dio che fa guerre e stermini, che protegge i ricchi e dimentica i poveri. Invece quella croce racconta un’altra storia: una storia che mi incanta, che annuncia un Regno non attraverso i legni del potere ma attraverso il potere dei legni.

Due legni in croce, quattro chiodi e una corona di spine. Un capovolgimento straordinario di un’intera iconografia del potere.