Vendola contestato a Mirafiori dai sindacalisti autonomi favorevoli a Marchionne. I punti negativi dell’accordo

FISMIC, si chiama. E’ un sindacato autonomo, fortissimo a Mirafiori, nato negli anni ’50 da una costola della CISL, in polemica sulla politica sindacale di allora, con “una diversa visione del modo di sviluppare la contrattazione e, quindi, di fare attività sindacale per meglio tutelare gli interessi e i diritti dei lavoratori” (FISMIC – sito ufficiale).

Mentre la CISL marciava a tappe forzate verso un modello contrattuale che aveva nel Contratto Nazionale di Lavoro il perno dell’azione sindacale, coloro che formavano il nucleo centrale di quella che sarebbe divenuta col tempo la FISMIC, affermavano che era la contrattazione in azienda il perno della contrattazione, vicino ai lavoratori e vicino al luogo dove si produce la ricchezza (FISMIC, ibidem).

FISMIC, diciamolo subito, ha firmato l’accordo-ricatto di Mirafiori. Perciò perché sorprendersi per la contestzione a Vendola? A Vendola, gli autonomi di FISMIC hanno gridato che il comunismo è morto. I manifestanti mostravano alle telecamere – naturalmente – copie di un articolo de Il Giornale in cui si accusava il governatore della Puglia di “fare come Marchionne”, e ciò la dice lunga sull’intenzione polemica e profondamente politica della loro iniziativa. La questione accordo non c’entra nulla. D’altronde, chi può credere a un articolo de Il Giornale?

E’possibile immaginare la tensione che c’è in queste ore fra i lavoratori: i capireparto sono intervenuti presso le maestranze per spiegare le ragioni del Si al referendum. FISMIC è molto forte in Fiat: insieme a Fim, Uilm e Uglm, rispettivamente le sigle dei metalmeccanici di CISL, UIL e UGL, rappresenta il 73% dei lavoratori. Mirafiori non voterà mai la sua condanna a morte. Ma certamente il successo prevedibile del sì non equivale a dire che questo tipo di relazioni sindacali, estorte con il ricatto e la complicita dei sindacati cooptati dall’azienda, siano un nuovo paradigma da estendere agli altri settori produttivi. In realtà le relazioni industriali ne escono a pezzi, come già era preventivabile anche solo osservando le dinamiche dei rinnovi contrattuali-salariali dell’ultimo decennio. L’azione di oggi di FISMIC non fa altro che confermare l’ambiguità di queste sigle sindacali. Non erano certo davanti ai cancelli per propagandare il sì, ma unicamente per contestare Vendola, il quale ha tutto il diritto di sostenere la parte che desidera e di accorrere dalla Puglia in suo sostegno. Ragion per cui è l’azione FISMIC ha tutta l’aria di essere una imboscata politica ordita da avversari di Vendola.

Detto ciò, sacrifici senza compartecipazione è una sconfitta per il sindacato, per tutto il sindacato, pure per FISMIC che negli anni ’50 già preconizzava la contrattazione di base come modello preminenete per le relazioni industriali. Oggi, 2001, FISMIC ha dimenticato i buoni propositi e si è resa corresponsabile di un accordo farsa in cui a prescindere dalla produttività dei lavoratori, si impongono obiettivi illogici e difficilmente irrealizzabili, come ad esempio la riduzione della percentuale di assenteismo dal 6% al 3.5% in tre anni. Il solo fatto di introdurre un indicatore collettivo su un comportamento individuale (essere assente dal lavoro per malattia) mette i lavoratori uno contro l’altro in una sorta di guerriglia quotidiana nella quale a essere pregiudicata sarà la qualità del lavoro nonché la qualità del prodotto. In secondo luogo, c’è la questione della rappresentanza:

Il nuovo accordo non prevede l’elezione dei delegati sindacali di fabbrica: i sindacati che firmeranno l’accordo potranno nominare dei rappresentanti aziendali. I sindacati che sciopereranno contro l’accordo potranno essere puniti con l’annullamento dei permessi sindacali. L’azienda non tratterrà le quote di iscrizione ai sindacati dalle buste paga: saranno i sindacati a raccoglierle. Tutti i lavoratori firmeranno personalmente il nuovo contratto: se poi sciopereranno contro l’accordo, potranno essere licenziati (Pagina Fb del Popolo Viola).

FISMIC ha discusso di tutto ciò con i lavoratori che rappresenta? Quale idea di rappresentanza ha FISMIC? Perché un lavoratore non può scegliere liberamente i propri rappresentanti in libere elezioni interne? Qaule incremento retributivo è stato raggiunto con questo accordo? I 32 euro mensili? E’ questo un prezzo congruo alla vendita dei diritti di rappresentanza? FISMIC, anziché sventolare fotocopie all’arrivo di Vendola, provi a fornire le risposte a queste domande, se ci riesce.

3 Comments

I commenti sono chiusi.