Il PD finalmente vince le Primarie (con il trucco?)

Dopo tanto latrare sulla necessità di riformarle, queste primarie, dopo lunga e penosa malattia, due candidati del PD riescono a imporsi in altrettante competizioni. Parlo delle Primarie di Bologna e di Napoli per la selezione del candidato a sindaco per la coalizione di centro-sinistra. Ora, qui finiscono le note positive. Poiché, a ben vedere, le due vittorie sono ben diverse e conducono a letture diametralmente opposte.

Da un lato c’è Bologna, città in crisi di identità che, dopo lo scandalo sessuale dell’ex sindaco Flavio Delbono, ha visto infittirsi le schiere del movimentismo grillino (da questa città provengono entrambi i consiglieri regionali eletti con il Mov 5 Stelle) e crollare la fiducia nel Partito Democratico. Ebbene, a Bologna sono state 29.000 le persone partecipanti, più 20% rispetto alle primarie per l’elezione del segretario del PD. Vince Merola, ma la candidata di Vendola – Frascaroli – è stata all’altezza del confronto. Per dire: perché aver paura della democrazia, quando questa funziona e non è alterata né edulcorata?

Napoli. Basterebbe dire che Comizzoli, il vincitore, è un bassoliniano di ferro, e tutti sanno quanto Bassolino sia “radicato” nel territorio, quel territorio, certamente insano, maleodorante ma non per i rifiuti. Ecco, basterebbe ricordarsi che il PD in Campania, alle scorse elezioni regionali candidava tale De Luca, il sindaco sceriffo di Salerno, condannato in primo grado nel Luglio 2010 “dalla Corte dei Conti (sezione giurisdizionale di Napoli), insieme all’ex-sindaco De Biase ad alcuni dirigenti comunali, per questioni inerenti agli stipendi dei dirigenti del Comune di Salerno” (Wikipedia), l’uomo della città senza rifiuti, del record di gradimento da parte dei propri cittadini nei vari sondaggi realizzati nel corso degli anni. Non uno stinco di santo, non un modello per il centro-sinistra. Un uomo troppo decisionista, forse poco democratico. La sua candidatura non fu frutto di alcuna discussione: fu imposta dall’alto, a tutti i componenti della coalizione, e basta. Prendere o lasciare. Per la carica di sindaco, il PD sembra aver scelto un’altra strategia, ma non più democratica di quella che l’ha preceduta.

Ieri la vittoria di Comizzoli è stata macchiata dal sospetto di brogli: l’accusa è di aver fatto ricorso al “voto di scambio, alle truppe cammellate di elettori di destra, al presidio dei seggi in alcune zone della città” (ciwati). Che sia vero o no, s’impone la questione morale, sempre quella:

non sono state casualità o scalate organizzate dal centrodestra, a leggere alcune dichiarazioni, a rendere poco credibile lo strumento, ma l’atteggiamento stesso di una parte del partito […] si potrebbe pensare, come già in occasione del Congresso del 2009 (in cui il tesseramento ‘esplose’, a Napoli e in provincia, e quasi nessuno ebbe nulla da ridire), che il Pd è inquinato (ciwati).

In questo caso, il solo sospetto è un danno grave che il partito non può tollerare.

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