Con una prova di bizantinismo mai vista prima d’ora, il Partito Democratico ha escluso dalla corsa alle primarie per il candidato sindaco di Tornio uno dei suoi uomini migliori, Roberto Tricarico, oggi assessore all’Ambiente, un’illuminista in fatto di mobilità urbana.
Roberto Tricarico, assessore all’Ambiente e alla Casa, non correrà alle primarie del centrosinistra per designare il candidato sindaco. L’ha deciso ieri, sapendo che la sua richiesta non sarebbe stata accolta, la coalizione non l’avrebbe ammesso. «Per poter correre mi è stato chiesto di uscire dal Pd, pratica adottata in questi anni da molti dirigenti che, come da una porta girevole, uscivano per poi rientrare», spiega. «L’obiettivo era chiaro: pormi fuori dal partito e poi fuori dalla coalizione, attraverso una bocciatura collettiva, ispirata da un solo partito, il mio. Io, però, non ho alcuna intenzione di lasciare il Pd e mettermi fuori dalla coalizione» (La Stampa.it).
Qualcuno ora dovrebbe spiegare perché questo partito fa di tutto per annichilire quanto di buono sorge all’interno di esso. Tricarico era obbligato a raccogliere almeno 700 firme all’interno del suo stesso partito, fatto impossibile se all’improvviso tutti si sono dimostrati ostili. La dirigenza è schierata con Matusalemme Fassino. Che dire: anche questo è un aspetto della gerontocrazia che ci governa.
L’innovazione della politica non parte dall’aggirare le regole quando non ci sono congeniali.
Candidati del Pd ce ne sono 2 e ci sono altri candidati.
Tricarico è stato un ottimo assessore, non l’unico però.
Infatti di assessori bravi alle primarie ce n’è già uno che si è candidato: Gian Guido Passoni.
Il non aggirare le regole parte dal seguire quelle che si seguono in tutte le altre città (firme tra i cittadini) e che sono state ratificate dall’assemblea regionale (infatti a novara si raccoglie tra i cittadini). Solo la provinciale ha deciso che invece si raccoglieranno quelle degli iscritti. Ci chiediamo come mai o conosciamo già la risposta?