Intifada in Libia, Gheddafi si prepara allo scontro

Il 17 Febbraio, giornata della Collera in Libia. Gheddafi riarma l’esercito. Cosa sapremo della Libia? Forse nulla. In Libia c’è molta meno libertà di stampa che in Egitto. Molti meno blogger.

Il vento della protesta che soffia nel Nord Africa rischia di travolgere anche Gheddafi da 40 anni al potere a Tripoli. La Conferenza nazionale dell’opposizione libica ha convocato per giovedì prossimo una «giornata della collera». Nei messaggi su Facebook e Twitter si parla di «Intifada» contro il Raìs. «Insieme partecipiamo alla manifestazione per creare un futuro luminoso della libera Libia», si legge sulle pagine web che annunciano la protesta. Caricature di Gheddafi e slogan contro la dittatura riempiono i diversi blog che si sono uniti per sponsorizzare la giornata della collera. Il regime, preoccupatissimo, ha cercato di correre ai ripari con incontri con giornalisti e attivisti politici per avvertire su quali rischi sono connessi a una possibile rivolta e al «caos che potrebbe scatenarsi nel Paese». Nessuno può prevedere cosa potrà accadere giovedì. La Libia – Paese ricco ma con meno abitanti dell’Egitto – presenta da anni una dura repressione nei riguardi delle popolazioni della Cirenaica, da sempre contraria al regime, e conta una nutrita schiera di militanti di Al Qaeda che da vent’anni insegue l’obiettivo di eliminare Gheddafi. Il Colonnello ha cercato di arginare «la collera» mettendo in campo da un lato le forze di sicurezza, dall’altro un maxi-piano di investimenti da 90 miliardi di euro per case e infrastrutture. Iniziative che non hanno fermato gli organizzatori: così, ieri, il leader libico ha sfoderato la retorica anti-occidentale e anti-israeliana issando la bandiera della causa palestinese. Il Colonnello si è presentato in televisione sfruttando le rivolte a proprio tornaconto. «I rifugiati palestinesi dovrebbero capitalizzare l’ondata di rivolte popolari nel Medio oriente, manifestando alle frontiere con Israele finché non verranno recepite le loro domande», ha detto il leader libico. Il leader libico ha sostenuto che questa «invasione» verso Israele è una «proposta di pace». Gheddafi ha, poi, chiamato i Paesi musulmani a lottare insieme contro l’Occidente. Il mondo, ha detto, è diviso fra il bianco – che include Stati Uniti, Unione europea, e i loro alleati – e il verde dell’Islam. «Il colore bianco ha deciso di liberarsi da quello verde», ha affermato. Le nazioni musulmane «dovrebbero quindi essere unite contro il bianco, perché i Paesi bianchi sono nemici dell’Islam». Quindi il Colonnello ha toccato il tema degli estremisti islamici. «Perché è emerso questo movimento? – si è chiesto -. Indipendentemente dal suo comportamento, nella mia analisi questo movimento è una risposta all’arroganza americana nei confronti della nazione islamica e una risposta alla sua egemonia sul mondo islamico» (http://www.iltempo.it/2011/02/15/1237515-libia_ebollizione_gheddafi_attacca.shtml?refresh_ce)

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