La vergogna dovrebbe assalire gli scriba di casa Mediaset, anche quelli fintamente indipendenti. Il caso Yara viene ora impiegato come una clava contro la magistratura: nella fattispecie l’attacco ha riguardato la pm di Bergamo, Letizia Ruggeri, rea di essersi presa due settimane di ferie durante il scomparsa della ragazza, come se il successo o il fallimento dell’intera inchiesta dipendesse solo e soltanto dalla sostituto procuratore quando invece una procura è composta da un procuratore della Repubblica, affiancato da sostituti procuratori della Repubblica ed eventualmente da uno o più procuratori aggiunti della Repubblica. Cosa volete che possa cambiare la presenza o meno di un sostituto? Eppure per Libero la vicenda ha i tratti dello scandalo. Sentite che prosa:
10 dicembre. Gli inquirenti rompono il silenzio e organizzano una conferenza stampa nell’ufficio del procuratore aggiunto Massimo Meroni. Arrivano giornalisti da tutta Italia, si fa fatica a trovare spazio, ma i taccuini non annotano una notizia che sia una. Il motivo è semplice: non c’è nulla da dire, al di là di un pronotisco che si rivelerà tragicamente sbagliato: «Yara è viva? Per noi sì, non ci sono indicazioni contrarie» afferma Meroni.
La Ruggeri già non c’è. Ha salutato tutti per andare in ferie, con la speranza di tornare più rilassata e pronta a risolvere il caso. Purtroppo, le indagini faranno registrare novità solo il 26 febbraio, col ritrovamento del cadavere in un campo di Chignolo d’Isola. A poche centinaia di metri dal comando della polizia locale che era stato trasformato in centro di coordinamento delle ricerche. Da lì, sono piovute critiche contro i molti volontari bergamaschi ritenuti incapaci di scovare il corpicino. Anche loro, effettivamente, si erano presi dei giorni di ferie dopo la drammatica scomparsa della giovane. Ma per cercarla, gratis (Libero-News.it).
Un giusto tocco di moralismo allo scopo di accendere gli animi casomai non si sia compreso che si va alla guerra contro i magistrati e i giudici di tutte le procure e di tutti i tribunali d’Italia. A rinforzare la truppa di scriba si è aggiunto da lunedì tal Maurizio Costanzo ex Show, ora soltanto più Talk, che dalle frequenze di Raidue inscena un teatrino populista con tanto di trama occulta: dargli ai giudici, chiunque essi siano, impiegando qualsiasi caso, anche i più spinosi. L’ordine perentorio: difendere il Capo. E allora può essere agevole una intervistina strappalacrime alla moglie di Busco, il presunto omicida di Via Poma. Tutto va bene. Basta menare duro contro i magistrati.
Meglio ha fatto Il Giornale pubblicando email private di magistrati:
Naturalmente nell’articolo non compaiono i nomi di nessuno di magistrati delle inchieste di Milano he vedono coinvolto Berlusconi. Trattasi di nomi semi sconosciuti o conosciuti per l’attività sindacale all’interno del corpo della magistratura medesima, come quello di Armando Spataro. In una parola, “fuffa”. Sarebbero parole scritte al vento se non fosse che le hanno stampate.