Che farà Di Pietro? Tradirà le cause del movimentismo di sinistra per logiche elettorali opportunistiche?
Un paio di considerazioni. Punto primo: la scelta di svoltare a destra, o al centro, con il discorso alla Camera e l’attacco a Bersani, è la scelta di un uomo solo. La scelta di un capo partito presa per nome e per conto di tutti gli iscritti e gli elettori. Questo detto da uno che da mane a sera chiede le primarie del centrosinistra, non so se mi spiego. Ha speso anni per far passare il suo partito personale – un partito in forma monarchica – come baluardo della democrazia. Ora compie una svolta politica senza passare per assemblee nazionali o congressi.
E’ l’aspetto più eloquente: IDV già soffriva di discrasia fra la politica romana e la politica nelle amministrazioni locali, spesso in contrasto. Viene alla mente il caso dell’acqua pubblica: Di Pietro inizialmente aveva una posizione che era tutt’altro che purista in fatto di acqua come bene comune. IDV aveva un suo quesito alternativo a quello del movimento e per un periodo – seppur breve – ha fatto concorrenza ad esso nella raccolta firme. Spesso gli amministratori locali hanno facce impresentabili; talvolta stringono alleanze con facce altrettanto impresentabili.
Secondo: l’elettorato che ha fatto la fortuna di IDV ha una provenienza di sinistra ed ha scelto di votare quel partito per le istanze legalitarie (la questione morale) di cui si è fatto carico sin dalla sua fondazione. Annunciare la trasmigrazione al centro è già un mezzo tradimento di quei voti.
Naturale aspettarsi le prime defezioni e critiche:
De Magistris all’attacco: “Tonino stai sbagliando non andare al centro”
Sonia Alfano: Io voglio stare al mio posto, a sinistra
Così la parlamentare europea sul suo blog: “Io credo che certe “decisioni”, che coinvolgono un intero partito e che ne modificano sostanzialmente l’essenza e gli obiettivi, non possano essere prese in solitudine. Credevo che questo partito avesse una linea politica ben precisa, ma scopro che ci si deve spostare dove si trova spazio. Se lo spazio lo si trova a sinistra stiamo lì, mentre se si trova al centro comunichiamo ai nostri elettori che si cambiano idee e programmi e ci si lancia in un limbo per cercare un posto al sole? Non fa per me, e non può funzionare.” (blog Sonia Alfano).
Sulle intercettazioni Di Pietro si riallinea alla posizione storica dell’IDV, ovvero a favore e a tutela di uno strumento indispensabile per le indagini della magistratura. Non sono necessaria altri interventi legislativi: la normativa attuale è già comprensiva degli strumenti necessari a “verificare e valutare quando un’intercettazione può essere fatta, quando depositata, quando può essere utilizzata e quando pubblicata”. Fare una legge – scrive Di Pietro – per cercare di fermare le indagini oppure l’informazione, il diritto a essere informati e a informarsi dei cittadini, è un modo per favorire la criminalità e per nascondere la verità agli italiani. Certo c’è differenza dai toni impiegati un anno fa, quando si profilava l’approvazione della legge bavaglio:
Di Pietro: “Intercettazioni vietate? E noi le leggiamo in Aula … 21 Aprile 2010
Antonio Di Pietro: Intercettazioni: continueremo a resistere 10 Luglio 2010
Intercettazioni, Di Pietro: “Berlusconi è la malattia” 21 Febbraio 2010
Oggi niente strilli: un tono pacato, un tono da leader. Ma è veramente proponibile una sua candidatura alle primarie del centrosinistra?