Alla fine l’assalto alla fortezza ha prodotto un centinaio di feriti fra i poliziotti, innumerevoli fra i manifestanti. Come ad ogni manifestazione di protesta, la degenerazione violenta è scientifica: il nucleo degli assalitori si muove a latere rispetto ai manifestanti non violenti e ingaggia le forze dell’ordine solo a un momento dato, quando il corteo si è già organizzato ed è avviato lungo il percorso prestabilito. Solito copione. Che permette ai politici di turno di condannare senza ombra di dubbio l’azione violenta della folla che è per definizione antidemocratica.
Per giunta, ci si è messa anche la Questura di Torino secondo cui l’ala dura del Movimento No Tav ha una impostazione paramilitare. Ecco, affermare una cosa del genere mi pare da stupidi. Per due ragioni: ci raccontiamo che fra i No Tav ci sono degli infiltrati che addirittura “parlano straniero”, “parlano inglese” (La Stampa.it, La Repubblica). Ragion per cui i violenti sarebbero persone provenienti da altri paesi europei, giunti allo scopo di sabotare la manifestazione. Ora, per quanto organizzati, non supererebbero il numero di qualche decina di autovetture. Ragazzi che hanno dormito in tenda o in macchina, tutt’al più. La cui organizzazione massima potrebbe esser stata quella di portarsi da bere e da mangiare. Ciò non fa di loro delle organizzazioni paramilitari. Secondo: se avere delle gerarchie e delle figure di responsabilità organizzativa significa essere automaticamente organizzazioni paramilitari, allora lo sono anche tutte le imprese, persino le onlus. Mi pare che la Questura abbia esagerato. Ma a quale scopo?
Una carrellata di dichiarazioni più o meno deliranti:
ROBERTO COTA (LEGA NORD): “Questi violenti non rappresentano la Val di Susa, questa gente venuta da fuori vorrebbe colonizzare la Val di Susa con la violenza e la strumentalizzazione politica. Queste persone vogliono portare la violenza a casa nostra, ma non ce la faranno. Adesso tutte le forze politiche, senza ambiguita condannino quello che è successo. Voglio ricordare che la Torino-Lione è un’opera indispensabile per il Piemonte e per l’intero sistema Paese, è indispensabile per dare opportunita” e futuro alle giovani generazioni, è un’opera che apre le porte alla modernità'”.
MAURIZIO GASPARRI (PDL): “Incoraggiati da ogni demagogia della sinistra, gruppi di violenti scendono in campo sfruttando la vicenda Tav per un chiaro disegno politico. E’ l’Italia peggiore che mostra il suo volto violento. Che vuole bloccare ogni progresso, ogni opera pubblica, si tratti di una ferrovia o di un termovalorizzatore. Una sinistra estrema che condiziona tutta la sinistra. Che non sarebbe mai in grado di governare l’Italia attuando indispensabili programmi di modernizzazione”.
ANDREA BUQUICCHIO (IDV): “I sindaci ed i cittadini della Valle di Susa sono doppiamente vittime di questa situazione. Da una parte subisce la presenza dei soliti professionisti della violenza che inquinano la legittimità della protesta, dall’altra si vedono costretti ad ospitare sul proprio territorio un’opera che non condividono. Alla condanna contro le frange violente – aggiunge – occorre aggiungere l’invito a non associare la parte sana del movimento No Tav ai gravi atti di teppismo registrati oggi e la settimana scorsa”.
Uno schema argomentativo consolidato: i valligiani non sono violenti, la violenza viene da fuori, condanniamo la violenza, la violenza è deprecabile, è tutta colpa della sinistra che flirta con gli estremismi, non dobbiamo associare la parte sana del No Tav (che sarebbe quella che vuole la Tav!) con i teppisti. I valligiani, che non vogliono la Tav, non sono violenti, e noi siamo con loro perché loro subiscono due volte la stessa violenza. E’ l’europa che ce lo chiede e i teppisti sono tutti stranieri e comunisti. Straniero, quindi diverso, e comunista. all’inizio del ‘900 si diceva anche ebreo e comunista. Il male, in ogni caso, non viene da noi, neppure dai valligiani, che sono come noi, ma è quella parte della politica malsana, malvagia: la sinistra.
Qualcuno disse che la violenza dinanzi alla tirannide diventa resistenza.
La val non s’usa http://neuropolitik.blogspot.com/2011/07/la-val-non-susa.html
Come cittadino italiano, figlio di perseguitato politico antifascista condannato a 14 anni di galera dal TS, e poi comandante partigano in valle di susa, progettista e protagonista nella distruzione del ponte ferroviario dell’Arnodera in valle di Susa (800kg di esplosivo), PROTESTO per la violenza delle forze dell’ordine contro la pacifica popolazione valsusina impegnata contro un progetto discutibile che porterebbe al collasso il territorio.
Boris Bellone
direttivo ANPPIA-Torino (ass. naz. perseguitati politici italiani antifascisti)
Mi associo alla tua protesta. Oggi si parla più apertamente di fumogeni lanciati ad altezza uomo. Una cosa vergognosa. La polizia dice di aver trovato bombe-carta sepolte in una buca nel bosco. Mi ricordano tanto le bottiglie molotov alla Scuola Diaz, Genova 2001.
Troveranno duro in valle di susa. Non siamo sprovveduti e ignoranti bifolchi, come ci definiscono. Non cerchiamo di salvare il nostro cortile. Abbiamo un’altra idea dello sviluppo. Abbiamo atteso 100 anni il raddoppio della ferrovia e volevamo funzionasse bene, ma i tempi di percorrenza da Bussoleno a Torino sono aumentati da 100 anni a qusta parte. Ma non posso qui spiegare le ragioni del notav. ora si lotta contro la violenza e la menzogna di stato.
un caro saluto
boris