Un accordo fra Repubblicani e Democratici è necessario, indispensabile, prima dell’apertura dei mercati, lunedì. Senza accordo verranno dilapidati miliardi di dollari in tutto il mondo. Il Financial Times, in un articolo intitolato “Preparasi al disastro del debito USA”, ammette che la situazione è di estrema gravità. Tanto che la Fed, la Banca Centrale federale, è in procinto di rilasciare delle linee guida per le banche nel caso in cui il congresso non raggiungesse l’intesa per alzare il tetto del debito. Sarebbero anche in corso i preparativi per un “contigency briefing” da tenersi lunedì a New York con i rivenditori dei Treasury, i titoli di stato USA. Obiettivo: quello di armonizzare le strategie e evitare un crollo verticale della domanda di debito.
Senonché l’ipotesi di un default tecnico (e selettivo – non accadrà tutto in una volta, Obama potrebbe reggere fino al 20 di agosto) è forse meno probabile di un taglio del rating da parte di Standard & Poor’s: la Tripla A diventerebbe una AA+ e l’effetto sarebbe identico. Vendite. Vendite. Vendite. E rendimenti alle stelle. Per un paese che ha un rapporto debito federale/PIL che si aggira sul 100% – ma sommati “enti locali” (cinquanta stati!) supera il 140%, peggio di un qualsiasi PIGS europeo – e un deficit/PIL del 14%, l’esborso in nuovi interessi sarebbe un durissimo colpo allo stomaco.
Il piano di emergenza non dovrebbe prevedere che la Fed si metta a monetizzare il debito: prestare denaro al Tesoro è contro il medesimo statuto della Fed. In tal caso ci sarebbe pur sempre la possibilità per Obama di ricorrere all’emendamento 14 e autorizzare l’emissione di debito anche senza un provvedimento del Congresso. “Un territorio inesplorato”, scrivono sul Ft, per dire che un’innalzamento del tetto del debito “eseguito d’autorità” sarebbe da considerarsi come fuori da ogni prassi scritta e non scritta, tale da far prefigurare uno scontro istituzionale senza precedenti. Di fatto, il default tecnico presuppone l’incapacità di rimborsare i titoli obbligazionari e ciò “è incompatibile con un rating AAA”. Il downgrade è quasi scontato, passerà forse una settimana, dopodiché i Treasury, finora una cassaforte, saranno un po’ meno sicuri, un po’ più costosi per lo Stato federale, una fonte d’ansia in primis per il governo cinese. Pechino tiene in mano miliardi di dollari in Treasury. Pechino è molto attenta a come si stanno muovendo a Washington. Chi gioca con il default USA sta giocando con il destino mondiale. Se gli USA fanno default, l’indomani il governo cinese potrebbe trovarsi in grossa, grossissima difficoltà.
Per approfondire:
http://ftalphaville.ft.com/blog/2011/07/29/638261/preparing-for-a-us-debt-disaster/