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L’intervista a Repubblica dell’ex segretario del PD, capo corrente dei MoDem, è oramai un classico della domenica. E’ effimero e inutile esattamente come la domenica, noioso come la domenica, vuoto peggio che la domenica.
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È d’accordo con il governo anche sull’articolo 18?
“Sono d’accordo col non fermarsi di fronte ai santuari del no che hanno paralizzato l’Italia per decenni. Il nostro è un paese rissoso e immobile e perciò a rischio. -
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Non ci si può sorprendere se una risposta simile suscita l’insulto, la bestemmia. Sono queste circonlocuzioni vuote che hanno distrutto la sinistra italiana. Con questi dirigenti non vinceremo mai. E loro non sanno più che dire. Forse schiacciati dal timore di scoprirsi così lontani e diversi dalle posizioni del proprio elettorato.
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Per Veltroni questa non è la stagione del governo d’emergenza, bensì è la stagione del riformismo e il PD non può lasciare alla destra il suo protagonista, Mario Monti. Domani sarà scritto che il “popolo del web” è insorto su twitter. Facendo una sintesi, potrebbe essere proposto il titolo: “Il popolo di twitter si ribella contro Veltroni”. In realtà è un corso una specie di gara satirica, poiché questo è stato in origine, una specie di sagra a chi la spara più grossa di Veltroni.
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No, non possiamo lasciar stare Veltroni da solo. Se ne gira con quel suo pigiama azzurrino e le ciabattine marroni con l’alluce che gli spunta fuori. Il supporto per la flebo spinto a fatica con la mano destra. Aiutiamolo a trovare una stanza al Pio Albergo Trivulzio. E’ urgente.