Rutelli su Il Giornale parla alla destra: no allo ius solis, è invito ai clandestini

Farneticante. L’ombra di sé stesso. Oppure il disvelamento di ciò che è sempre stato e che ha tenacemente nascosto per anni. Francesco Rutelli, leader dell’API (e del partito ombra della Margherita, grazie al quale può godere di rimborsi elettorali doppi, ricordatevelo), in una intervista a Il Giornale, si scaglia contro lo ius solis con dichiarazioni choc.

Rischiamo di trasformare l’isola di Lampedusa nella più clamorosa clinica ostetrica d’Europa”: questa frase, detta da uno dei fondatori del PD, dimostra quanto poco serio e preparato sia il personale politico italiano. Rutelli è ignorante. E’ talmente ignorante che chi lo va ad intervistare diventa complice di questa ignoranza. Si può discutere di ius solis e di cittadinanza per i nati sul territorio italiano – quindi di bambini, ripeto, bambini – non con questo genere di osservazioni semplicistiche e dettate dall’esigenza di fomentare paura nel lettore. Già, poiché la strategia dell’ex sindaco di Roma è puramente di marketing politico. Cosa gli interessa dello ius solis? Gli interessa caratterizzare il proprio movimento politico in una cornice di centro-destra per permette a sé stesso e al suo gruppo di interesse una qualche chance di sopravvivenza in un quadro partitico sempre più vacuo e indistinguibile. Ecco, la sua mossa – maldestra, inopportuna, direi quasi ridicola – è quella di scavalcare Fini a destra. Vuol parlare al ceto ultra-conservatore.

Lo ius solis è una norma di civiltà. Ed esiste già in Italia, ma si tratta di un meccanismo che si innesca solo su domanda, per i nati in Italia (da genitori non cittadini italiani) che hanno risieduto nel nostro paese ininterrottamente fino al compimento dei 10 anni di età. Rendere più facile ottenere la cittadinanza per dei bambini (ripeto, bambini!) non deve esser argomento utilizzato per mere beghe partitiche.