Emergono ulteriori e sconcertanti dettagli sul tanto sbandierato metodo democratico scelto dal Pd, e pubblicizzato con grande vanto dai presidenti dei gruppi di Camera e Senato, Franceschini e Finocchiaro, per la scelta dei propri candidati a componente del Garante per la protezione dei dati personali, dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e al Consiglio di Presidenza della Giustizia Amministrativa.
Salvatore Vassallo, sul suo blog, racconta come si è svolta l’assemblea congiunta dei gruppi di Camera e Senato del Pd di martedì mattina. Franceschini ha esordito affermando che era necessario distinguersi da quanto avrebbe fatto il Pdl, che si è accaparrato entrambi i membri che era in grado di eleggere. Il Pd avrebbe proposto un nome, il secondo sarebbe stato “concordato” con l’UDC. Qualcuno (Paolo Gentiloni) ha ricordato al capogruppo il rischio di una Agcom sbilanciata in favore di Berlusconi, con ben due membri in quota Pdl e un terzo perlomeno ambiguo. Franceschini non ha fornito risposte. Nemmeno ora si pregia di rispondere alle domande che gli sono state rivolte via Twitter.
Si è quindi svolta la votazione: le cosiddette “primarie”. Eravamo stati avvisati giorni prima che sarebbe stato possibile mandare i CV di eventuali candidati entro lunedì sera. Gli stessi CV sono stati tenuti riservati fino al mattino successivo, quando sono stati resi disponibili in un’unica copia cartacea, presso il tavolo della presidenza, ma naturalmente nessuno li ha sfiorati. Sono stati solo letti i nomi dei candidati. I prescelti sono con tutta evidenza frutto di un accordo tra due componenti interne al PD, come chiunque intende. Il risultato della votazione non è stato reso pubblico. Sono stati riportati solo i nomi dei prescelti, in base ad un principio di riservatezza che potrebbe forse essere oggetto di una valutazione giuridica da parte del nuovo Garante della tutela dei dati personali (Salvatore Vassallo).
Questo metodo delle primarie interne è stato orientato al massimo grado di democrazia interna al partito ma al minimo di trasparenza. Eppure proprio Dario Franceschini sosteneva l’esatto contrario, vendendolo come “il metodo più trasparente possibile”:
“Nella scelta dei candidati abbiamo seguito il metodo più trasparente possibile facendo votare i parlamentari”, ha tenuto a sottolineare Franceschini.
Chiediamo a @dariofrance di essere più trasparente possibile e di pubblicare l’esito della votazione di martedì. Scrivete sul suo account twitter e sulla sua pagina facebook: https://www.facebook.com/paginaDarioFranceschini