Ho avuto modo di leggere l’eccellente e provocatoria analisi di Ilvo Diamanti, stamane su La Repubblica, di cui vorrei sottolineare questo passo e suggerirvi uno spunto di analisi:
Monti e Grillo: sono entrambi "dentro" e "fuori" la democrazia rappresentativa. Dentro. Monti, ovviamente. Perché occupa ruoli istituzionali importanti, già da molti anni. Prima e dopo l’avvento del Berlusconismo. E perché la sua azione, oggi, è legittimata dai partiti e dal Parlamento degli eletti (o, meglio, dei "nominati"). Grillo e il M5S: perché agiscono mercato politico. Competono alle elezioni – oggi amministrative e domani legislative – per eleggere i loro candidati. Nelle istituzioni rappresentative. Perché danno visibilità e rappresentanza a domande politiche e a componenti sociali, altrimenti escluse, comunque ai margini. Fuori. Perché entrambi sono emersi "fuori" dai canali tradizionali della democrazia rappresentativa. I partiti e la classe politica. Fuori dai media che caratterizzano la "democrazia del pubblico". Di cui Monti sottolinea l’incapacità di governare. Grillo e il M5S: l’incapacità di "rappresentare" – e di far partecipare direttamente – i cittadini (La Repubblica.it).
Ilvo Diamanti organizza il suo schema argomentativo intorno al binomio Monti-Grillo come erede della politica nell’era post-berlusconiana. La politica dell’interesse privato ipertrofico che occupa la sfera pubblica e trasforma il partito politico, oramai svuotato di qualunque ideologia, in gruppo d’affari, in partito “personale”, lascia il campo da un lato ad una risposta dall’alto, il potere ipertecnico di Monti e dei Bocconiani; dall’altro ad una risposta dal basso, al potere tecnoutopico, privo di competenza specialistica ma diffuso, basato su un sapere collettivo e condiviso attraverso la tecnologia del web 2.0 quale vuole essere il M5S.
Diamanti scrive che il M5S e Monti sono “dentro e fuori la democrazia rappresentativa”. In particolar modo, il M5S è dentro la politica poiché partecipa alla competizione elettorale per l’assegnazione della delega di rappresentanza: esso dunque si configura proprio come un “corpo intermedio”, come un partito politico, portatore di parte della domanda e del sostegno che promanano dal sistema sociale. Esso è assolutamente “sistemico”. Scrive Diamanti: essi (Monti e M5S) “danno visibilità e rappresentanza a domande politiche e a componenti sociali, altrimenti escluse, comunque ai margini”. In questa frase è nascosto il senso del M5S: esso è una risposta al malfunzionamento del sistema politico che è altrimenti chiuso verso l’esterno. M5S è anticorpo al disfacimento del sistema politico: di fatto, ne costituisce la salvezza. Proprio perché riattiva il flusso “domanda, sostengo” vs. “rappresentanza”, scambio che gli altri partiti hanno invece bloccato, essendo essi stessi portavoce di interessi privati, quindi vincolati a meccanismi di fedeltà verso il proprio gruppo di riferimento. Riattivando questo flusso, il M5S riduce il grado di entropia (di disordine) del sistema, riportandolo all’originario funzionamento.
il mov 5 stelle è la volontà e l’espressione del popolo , riconquista dei diritti democratici,equità nel trattamento per tutti i cittadini, sovranità popolare, Monti o chi per lui o i partiti politici, hano estromesso la volontà del popolo e continuato, nel governare dando potere ai poteri forti, sovranità alle banche, posti di gestione nelle imprese pubbliche scelte con sistema di lottizzazione,nessuna volontà di decisione al popolo, supremazia nelle scelte del vivere civile , assenza di dialogo con il popolo, arroganza nelle scelte della vita politica del paese.
Sì, ma di fatto il M5S è un partito. E il sistema democratico in cui opera è di tipo rappresentativo con delega mediante elezione. La democrazia interna, invece, è ad un grado molto basso.