Facciamolo (questo Partito Democratico)

Ribloggo da Prossima Italia (questa è una “chiamata alle armi”, perché non è più il tempo di tergiversare, è il tempo di prender la propria parte dietro la linea gotica della alleanza già scritta fra PD e UDC; perché questi tempi eccezionali richiedono un coraggio eccezionale):

È venuto il momento (appunto) di trasformare il Pd nel partito degli elettori che avrebbe sempre dovuto essere. Di superare formule, gherminelle e tric e trac e puntare dritti alla sostanza. Di trasformare la retorica della partecipazione in qualcosa di reale e di concreto.

Per tutti questi motivi dichiariamo aperta la stagione referendaria del Pd, ai sensi dell’articolo 27 dello Statuto. Cinque quesiti per evitare che gli elettori si consegnino definitivamente alle cinque stelle. Cinque temi forti su fisco, diritti e matrimoni civili, ambiente, spesa pubblica e governo del Paese, da definire e precisare insieme, sotto il solleone, come un Sudoku democratico. Per poi passare all’azione, già da domenica.

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3 Comments

  1. Un mio post in quel di Beppe Grillo.
    Ieri, in un mio commento poi esposto come ninipost scrivevo: “Leggo che a Torino è esploso uno scandalo. 10 notai torinesi sono finiti nel mirino dell’Agenzia delle Entrate per aver evaso il fisco. Tra questi anche l’onorevole Francesca Ciluffo, parlamentare piddina, subentrata a Montecitorio nello scranno che fu di Piero Fassino. Anche suo marito Angelo Chianale è notaio. Ed è anche docente di diritto all’Università di Torino. Non solo. Ha presieduto la fondazione organizzatrice della rassegna culturale MiTo, ed è stato fino a poco tempo fa presidente della società controllata dal municipio torinese che controlla, a sua volta, Iren, la multiutility luce-acqua-gas-rifiuti. Io avverto una sorta di malessere. E’ una tela. Mi sento soffocata. Questa tela è il bacio di una tarantola. Indagata anche lei. Alla Rai.”
    Oggi, 13 agosto, a nemmeno 24 ore, scavando un poschetto solo, vengo a sapere che l’Iren è legata all’inceneritore di Parma, quello appoggiato dal presidente della provincia Bernazzoli, la cui figlia ne è una dirigente. Che dire? Che il malessere si è accresciuto? e se poi scopro che il giornalista Marsiletti ha ricevuto minacce per aver pubblicato il dossier sull’inceneritore? http://www.parmadaily.it/Notizie/Dettaglio.aspx?pda=PDV&pdi=57042

    1. Magari no… Magari c’è ancora tempo per mandare via tutta questa dannatissima cricca. Per questa ragione credo che le iniziative di Civati debbano aver seguito, un seguito politico volto alla riconquista di quello spazio di libertà che è la politica. E’ vero ciò che dici sull’inceneritore di Parma, ma non mi sembra che le ultime vicissitudini parmensi del dopo voto amministrativo abbiano cambiato le cose. Lui, l’Inceneritore, cresce come un fungo di cemento e spicca, torvo come una minaccia, sulla A1. Ci sono passato un mese fa e poi ieri: sono rimasto sconvolto dalla velocità dei lavori.

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