PIL Cina in vista di un hard landing?

Il tasso di crescita annuale del prodotto interno lordo cinese ha conosciuto negli ultimi sei trimestri un andamento decrescente. Ciò fa ipotizzare una sorta di “hard landing”, un duro atterraggio per la ricchezza della Repubblica Popolare Cinese. Insomma, gli investitori sono impauriti e temono che il terzo trimestre 2012 porti con sé una tendenza ulteriore alla recessione, con effetti molto negativi sui bilanci dei paesi europei già in difficoltà per la crisi del debito.

Le voci si rincorrono. A seconda del tipo di analisi condotta, le previsioni parlano di soft landing o di hard landing e in entrambi i casi si tratta di previsioni assolutamente credibili. Nel caso cinese la serie storica, a differenza di quanto accaduto per la Germania o per l’Italia, ha una scarsa capacità predittiva. Applicando il medesimo criterio impiegato su questo blog per analizzare il trend del PIL italiano e tedesco, scopriamo che i risultati del terzo e quarto trimestre cinesi sono difficilmente interpretabili:

– le polinomiali di grado 3 e 4 sono convergenti e suggeriscono un ‘hard landing’, ovvero una brusca frenata della crescita del PIL;

– la polinomiale di grado 5 diverge dalle altre due e suggerisce un andamento diametralmente opposto e poco credibile, ovvero un ritorno a ritmi di crescita pre-crisi;

– la polinomiale di grado 6 offre una interpretazione della curva del tasso di crescita cinese a due periodi futuri un po’ più ottimista – tende cioè ad un ‘soft landing’.

Nel cerchio rosso ho evidenziato il picco in ribasso del primo trimestre 2009: quindi chi prevede hard landing sta ipotizzando un tasso di crescita che a fine 2012 potrebbe risultare pari solo al 4%, un livello ancor più basso della crisi Lehman. Una miseria per il gigante post comunista. Chi invece prevede un soft landing ipotizza un andamento del tasso di crescita annuale appiattito intorno al 6.5-7%.

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