L’Antirenzismo

Le battute carpite a Massimo D’Alema da Federico Geremicca, giornalista de La Stampa, e poi smentite dal portavoce del presidente del Copasir, rappresentano in qualche modo l’inaugurazione di una nuova disciplina nel mare magnum della politica italiana: l’antirenzismo. Una sorta di coazione a ripetere, per un esponente della vecchia guardia Ds come D’Alema, orfano del nemico per antonomasia, Silvio Berlusconi. Paradossalmente, le battute dell’ex presidente del Consiglio, arrivano lo stesso giorno in cui Renzi guadagna l’ambito palmares della scomunica di Marchionne. Un premio di cui andarne fieri mentre Vendola ricorda in un poster dei suoi che Renzi solo lo scorso Gennaio plaudiva alle opere del manager Fiat:

Appena apre bocca, il sindaco di Firenze diventa il centro della polemica. Tutti cercano di marcare la differenza da Renzi. L’antirenzismo funziona come l’antiberlusconismo: gli avversari di Renzi non cercano di specificare le proprie idee e i propri programmi politici, bensì definiscono sé stessi in senso negativo rispetto all’avversario. Basta che Renzi parli che loro tutti, in coro, spiegano che non sono come lui, che sono diversi. E come potrebbe essere altrimenti? Vendola non è come Renzi, ovvero è contro Marchionne, ma i rapporti del governatore pugliese con i titolari dell’Ilva di Taranto come si dovrebbero definire? D’Alema dice (e poi smentisce) che Renzi è arrivato in Molise con il jet, ma D’Alema non potrebbe parlare di jet, lui che ha usufruito di ben cinque voli aerei in forma di regalo da parte della Rotkopf Aviation, società low cost che pagò tangenti per ottenere appalti Enac.

Naturalmente non importa. Importa soltanto identificare in Renzi il male e definirsi rispetto a lui in senso negativo.

 

 

8 Comments

  1. Concordo sull’inutilità d’essere anti qualcuno senza nessuna proposta alternativa.
    Quel che tu definisci antirenzismo è però una crisi di rigetto verso un corpo ritenuto estraneo.
    A me non convince l’ennesimo ‘one man show’ che non qualifica in modo opportuno ed adeguato l’alternativa a questa classe dirigente e che, rispetto a quest’ultima, non opera nessun distinguo.
    Sento su questo di dover chiedere conto.
    Così pure sull’imperiosa campagna itinerante e su come si è finanziata. Certi costi non li copri solo grazie all’auto-finanziamento. A meno che i finanziatori non siano persone di particolare e cospicua disponibilità economica. Ed è questione che mi preme conoscere per deliberare.
    Sento di dover chiedere conto del prematuro abbandono d’un ruolo, quello di Sindaco, che diceva di voler assolvere in tutta la sua pienezza.
    Sento l’obbligo di conoscere le ragioni dell’orda di assunzioni per chiamata diretta che sono andate ben al di là dello spoil system dirigenziale.
    Nutro piccolo sospetti, che vorrei veder e sentir cancellati da risposte circostanziate, riguardanti i piccoli favoritismi verso aziende non senza legami familiari.
    Sento, in nome della trasparenza e della necessaria cura della questione morale, la necessità di capire qual è l’identità che ha o vuole darsi chi auspica il cambiamento.
    E, infine, vorrei capire bene e per tempo chi ne sarà interprete.
    Le faccine belle non mi bastano, nè mi convincono.
    Si tratti di Renzi o chi per lui.
    Tutto qui.

      1. Ti ringrazio e aggiungo che continuerò a seguirri, anche in caso di disaccordo, perchè offri sempre spunti interessanti.
        Sento di non poter aderire un connubio con chi ha dimostrato d’essere, secondo la mia modesta opinione, un arrivista non ancora arrivato.
        Occorre esigere chiarezza da chi ha l’abitudine di non rispondere con chiarezza ad alcuni rilievi che gli sono stati rivolti.
        Quest’imperiosa macchina itinerante – ti e mi chiedo – può appartenere al patrimonio politico, culturale e antropologico della sinistra che vogliamo?
        Io credo di no.
        Il mio personalissimo endorsement va a Pier Luigi. È l’ultima opportunità che sono disposto a concedere.
        Il ricambio dovrà e potrà esserci attraverso altre strade che non siano quelle dello sfasciacarrozze e dell’assalto alla dirigenza.
        Così pure il riscatto d’un partito che dovrà dar vita ad una coalizione che dia centralità alla questione morale.
        Siamo arrivati ad una situazione tale da rendere irrinunciabile una svolta, anche generazionale. Non per merito di Renzi, al quale posso riconoscere un certo coraggio, ma perchè questo gap va sanato.
        Mi fa un po’ sorridere, per finire, che noi quarantenni o poco più, risultiamo ancora nel novero di quella categoria definita “giovani”. Il che, certamente, significa che il vecchio è decisamente troppo vecchio e arretrato rispetto al nostro tempo e alla sua auspicabile evoluzione politica, culturale e sociale.

      2. Giovanni, sentiti libero di esprimere la tua opinione come meglio credi. Nemmeno io ho fiducia in Renzi: sostengo solo che l’attacco personale non è il miglior modo di combatterlo. Di odio si è alimentato il berlusconismo, non commettiamo il medesimo errore.

  2. Non è il mio stile, ma scrivo per esprimere tutta la mia solidarietà all’autore del blog, che ha inserito il pezzo sull”antirenzismo”.
    A prescindere che le proposte di Renzi piacciano o non piacciano, la sinistra italiana vive di simboli, di appartenenza, di slogan. E anche di tanta meschinità, e di vuoto.
    E ora finalmente hanno trovato il nuovo mostro da attaccare.

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