Ambrosoli, a metà Ottobre, era il nome su cui tutto il centrosinistra si stava orientando per una candidatura forte alle elezioni regionali in Lombardia. Giuliano Pisapia aveva visto in lui quel “candidato moderato” – a suo parere – necessario alla coalizione PD-Sel per aggiudicarsi lo scranno al Pirellone. Dopo qualche giorno di riflessione, Ambrosoli rinunciò alla candidatura a causa del poco tempo per poter approntare un progetto politico all’altezza. Oggi, l’avvocato figlio di Giorgio Ambrosoli, commissario liquidatore della Banca Privata Italiana, ucciso su ordine del banchiere Michele Sindona l’11 luglio 1979, ha cambiato idea e si presenterà alle primarie di coalizione forte dell’appoggio di una lista civica e pure del PD.
Ecco la mia disponibilità per la Lombardia. Una frase molto in voga in queste ultime ore. Sarà forse l’euforia per la rielezione di Obama, ma la competizione lombarda sta scaldando i cuori di chi si vuol occupare della regione. Ricapitolando, si presenteranno la ginecologa Alessandra Kustermann, il consigliere socialista Roberto Biscardini, il giornalista Andrea di Stefano, il verde Enrico Fedrighini, Giulio Cavalli di Sel, Fabio Pizzul, consigliere regionale del PD, e quindi, in ultima istanza, Umberto Ambrosoli. Soltanto che Ambrosoli pone delle condizioni, come per gli armistizi:
ora è Ambrosoli a dettare le regole: niente primarie nel centrosinistra nel caso di una sua scesa in campo; una lista civica forte a sostegno del suo nome; mani libere nei confronti del partito e forse, dicono le indiscrezioni degli ambienti vicini a Palazzo Marino, la richiesta di una coalizione priva di Sel e Idv ma comprensiva dell’Udc […] L’assetto della coalizione cambierebbe totalmente, non ci sarebbe più Sel e Idv, e l’ago della bilancia non sarebbe più il Pd, il principale partito del centrosinistra, ma Ambrosoli stesso, che deciderebbe in solitudine nomi, ruoli e deleghe (Il Sole 24 Ore, 1 ora fa).
Non capisco. Sono queste le ragioni che hanno suggerito a Ambrosoli di rimandare la sua candidatura in Ottobre? Quando twittava le sue condizioni e metteva al punto b), “elaborare un programma concreto da proporre ai cittadini lombardi e intorno al quale impegnare una coalizione ampia e trasversale”, nella coalizione che lui immaginava c’era l’Udc? E quando scriveva al punto c), “condivisione con i partiti circa i metodi selettivi (estremamente rigidi e severi) dei candidati al Consiglio”, tali criteri devono essere stabiliti da lui e imposti ai partiti come scrive Il Sole 24 ore?
E’ vero, in termini di trasparenza e di democratizzazione nei partiti, da qui a metà Dicembre, non si riuscirà a fare molto. Ma dobbiamo accettare una dottrina Monti anche a livello regionale? Dobbiamo accettare che i partiti politici vengano sospesi o commissariati anziché riformati? Ripeto, magari l’articolo de Il Sole è pieno zeppo di informazioni non vere o sono io che non capisco. Vorrei che qualcuno mi dicesse, no sei in errore, Ambrosoli – che pure è un ottimo candidato e io ne sono certo – non accetterà mai una coalizione PD-Udc. Mai. Ambrosoli, no: lui ha un programma. Un’idea per la Lombardia.
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.
[…] perché dal pericolo di “ciascuno il suo” alla fine rischiamo di cadere nel “solo a modo suo” e non è una buona notizia. Per […]
Le primarie in Sicilia furono viziate da manovre poco “chiare” su cui la Borsellino aveva pensato di fare ricorso, poi si è auto-candidato Leoluca Orlando e il vincitore delle primarie , tal Ferrandelli, se l’è presa nel sacco. Forse Umberto Ambrosoli, memore dell’esperienza siciliana, ha voluto evitare la farsa delle primarie taroccate, e autocandidarsi da subito… Sbaglio?
Non saprei. E’ difficile dire che le primarie in Lombardia saranno taroccate. Certo era meglio farle il 2 Dicembre, in occasione del ballottaggio nazionale.