E’ stata una deputata del PD, Simonetta Rubinato, ad aver sollevato la questione della effettività della erogazione di circa 223 milioni di euro alle cosiddette Scuole Paritarie. Lo ha fatto durante la discussione in sede referente alla V Commissione alla Camera della Legge di Bilancio, presentando un emendamento, il n. Tab. 2.18. Questa somma era già destinata alle scuole paritarie ed è allocata sul saldo netto da finanziare e, secondo Rubinato, non avrebbe alcun riflesso su fabbisogno e indebitamento netto. Ma, e qui risiede il problema che ne pregiudica l’effettività, si tratta di uno stanziamento che è assegnato alle Regioni e perciò è soggetto ai vincoli del Patto di stabilità interno. Potrebbe quindi essere destinato ad altre priorità.
L’emendamento, in una prima fase, era stato respinto dal sottosegretario Polillo, secondo il quale si tratterebbe “di somme considerevoli da spostare da un capitolo all’altro” e che “la questione implica profili giuridici che non possono essere affrontati in Commissione bilancio e la cui soluzione richiederebbe l’approvazione di una norma sostanziale” (Resoconto seduta V Commissione del 14/11/2012).
Alla posizione di Rubinato si erano accodati sia Simonetti, deputato leghista, che Toccafondi (PdL) mentre il relatore Amedeo Ciccanti (Udc), pur ammettendo che “è prioritario assicurare queste risorse alle scuole paritarie, piuttosto che prevedere un aumento dei finanziamenti” e che le Scuole private “complessivamente nel 2013 subiranno un taglio di 29 milioni rispetto all’anno precedente”, chiedeva al rappresentante del Governo se non fosse possibile risolvere la questione tecnicamente ricorrendo all’articolo 8, comma 22, del disegno di legge di stabilità e al Fondo per la compensazione degli effetti finanziari non previsti a legislazione vigente, “in modo da sterilizzare nel Patto di stabilità queste somme assegnate alle regioni”. Polillo ha in seguito acconsentito a questa soluzione ma inserendola nella Legge di Stabilità.
La notizia che viceversa è uscita sui giornali è risultata leggermente modificata poiché è stata rimarcata, soprattutto nei titoli, la responsabilità del PD – non di una sua singola deputata – nemmeno si è accennato all’accordo dei rappresentanti di Lega e PdL, nemmeno dell’avvallo in seconda battuta del governo (per bocca di Polillo). A rafforzare questa interpretazione ha contribuito anche Rubinato, la quale ha così commentato: “I relatori hanno accolto il mio suggerimento di far escludere questa somma dal patto di stabilità, trovando copertura nel fondo per la compensazione degli effetti finanziari, rendendola così effettivamente erogabile. E il governo è stato battuto. Una battaglia vinta a favore delle famiglie e in particolare della rete delle scuole paritarie che fa risparmiare allo Stato ogni anno, solo in Veneto, 500 milioni di euro” (In Aula la discussione sul ddl stabilità Soldi a scuole paritarie fuori patto di stabilità – Economia e Finanza con Bloomberg – Repubblica.it). Rubinato ha forse un po’ esagerato i toni, anche quando rivendica l’idea di impiegare il “Fondo per la compensazione degli effetti finanziari non previsti”, proposta che in verità viene dal relatore Ciccanti.
In ogni caso, non è affatto vero che con tale disposizione viene reso effettivo il trasferimento dei 223 milioni. Per comprendere ciò, bisogna risalire alla norma che istituisce tale fondo. Si tratta dell’articolo 6, comma 2 del decreto legge 7 ottobre 2008, n. 154, il quale recita così:
2. Nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze e’ istituito, con una dotazione, in termini di sola cassa, di 435 milioni di euro per l’anno 2010 e di 175 milioni di euro per l’anno 2011, un Fondo per la compensazione degli effetti finanziari non previsti a legislazione vigente conseguenti all’attualizzazione di contributi pluriennali, ai sensi del comma 177-bis dell’articolo 4 della legge 24 dicembre 2003, n. 350, introdotto dall’articolo 1, comma 512, della legge 27 dicembre 2006, n. 296. All’utilizzo del Fondo per le finalità di cui al primo periodo si provvede con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, da trasmettere al Parlamento, per il parere delle Commissioni parlamentari competenti per materia e per i profili finanziari, nonché alla Corte dei conti.
Pertanto, l’emendamento inserito in Legge Stabilità che prevede lo stanziamento dei 223 milioni non può che seguire la formula del rimando a successivo decreto del MEF, il quale a sua volta dovrà seguire giocoforza l’iter previsto dal suddetto articolo 6, quindi passare nuovamente il vaglio preventivo parlamentare – attraverso le Commissioni – e della Corte dei conti.
In seconda istanza, è interessante vedere come il suddetto Fondo abbia subito nel corso di questo anno contrazioni e dilatazioni, senza alcuna razionalità, come se fosse una voce di salvaguardia a cui attingere numeri o immettere numeri a seconda delle convenienze del governo. Nella Legge di Stabilità, il Fondo verrebbe re-integrato di circa 500 milioni di euro (per cui se ne deduce, la metà andrebbe alle scuole paritarie):
Atto Camera N. 5534-bis, articolo 8 comma 22:
La dotazione del Fondo di cui all’articolo 6, comma 2, del decreto-legge 7 ottobre 2008, n. 154, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 dicembre 2008, n. 189, e successive modificazioni, è incrementata in termini di sola cassa per l’importo di 500 milioni di euro per l’anno 2013.
Ma con un provvedimento precedente, il decreto legge 95 del 31 Luglio 2012, il medesimo fondo subiva una forte riduzione, “di 500 milioni di euro per ciascuno degli anni 2012 e 2013 e di 400 milioni di euro a decorrere dall’anno 2014” (articolo 7, comma 16). Che strano, con una mano il governo toglie i soldi, con l’altra li rimette. A distanza di soli quattro mesi dal primo decreto. E poi accetta un emendamento discutibile e bipartisan che intende dirottare metà di questi denari verso le scuole private.
Ecco, adesso avrete qualche sospetto. Io pure.
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Io toglierei TUTTI i fondi alle scuole private ( chiamarle “paritarie” serve a nascondere la realtà!)