Politiche 2013 / Liste PD e #primarieparlamentari, Bersani ha rispettato i patti

Non lo dico sulla base di una sensazione. No. Ho preso carta e penna, anzi un foglio di calcolo, e ho importato tutti i nominativi delle liste del PD come uscite dalla direzione nazionale di inizio settimana. Bersani aveva promesso che il risultato delle primarie sarebbe stato rispettato. E’ andata grosso modo così e ora ve lo dimostro. Anche se il segretario ha parlato di una quota di nominati non oltre il 10%, era parso chiaro che fra le nomine dei capilista e il recupero di parte dei parlamentari uscenti, la quota di candidati non espressi dalle primarie sarebbe salita intorno al 20-25%. Ma procediamo con ordine.

1. Ricandidati e nominati vs. eletti dalle primarie

All’inizio della XVI Legislatura (2008-2012), la composizione dei parlamentari democratici era la seguente:

XVI Legislatura
Donne PD camera 61
Deputati 217
% 28,11%
Donne PD Senato 34
Senatori 118
% 28,81%

La quota di donne in aula era comunque intorno al 28% mentre l’obiettivo che i democrats si sono dati per la prossima legislatura è quello di rispettare almeno quota 40%. Rispetto alle liste presentate alla stampa mercoledì scorso, solo una parte dei parlamentari uscenti verrà ricandidato:

Deputati
Ricandidati Camera 72
Senatori uscenti candidati alla Camera: 8
Totale 80
Tasso sostituzione Camera 63,13%
Senatori
Senatori ricandidati 29
Deputati uscenti candidati al Senato 17
Totale 46
Tasso sostituzione Senato 61,02%

Almeno il 60% dei parlamentari della XVI Legislatura non verrà riproposto. In media, i parlamentari uscenti ricandidati sono stati inseriti in lista intorno all’ottava posizione, pertanto sono in buona parte rieleggibili. Alcuni di essi sono passati per le primarie: 33/46 senatori e 57/80 deputati. Sono quindi 36 i rimanenti parlamentari ricandidati non legittimati dalle primarie che concorrono, insieme ai capilista e al listino del segretario, a comporre la pattuglia dei ‘nominati’, distinta – per modalità di selezione – dagli ‘eletti delle primarie’.

I capilista sono stati decisi direttamente dal segretario. Si tratta di 24 posizioni alla Camera e 19 al Senato: per la Camera solo 11 di esse sono state espresse dalle primarie (37%) mentre i capilista del Senato sono ‘eletti’ solo in 7 casi su 19 (33%). La percentuale di eletti dalle primarie per le seconde posizioni invece cresce quasi al 70% in entrambi i casi. Ho provveduto a definire cinque categorie di posizionamenti in lista: dalla 1 alla 5; dalla 6 alla 15; dalla 16 alla 25; dalla 26 alla 35; dalla 36 alla 45 (non esistono liste più lunghe di 45 nominativi; le più lunge sono quelle di Lombardia II e dell’Emilia-Romagna alla Camera). La percentuale dei nominati è più alta nelle fasce 1-5 e 36-45. In sostanza, agli eletti delle primarie non sono state riservate le primissime posizioni, ma almeno quelle centrali, in buona parte eleggibili:

Posizione Percentuale Nominati Camera Percentuale Nominati Senato
<=5 38,1% 35,2%
6-15 22,8% 18,3%
16-25 15,2% 19,4%
26-35 22,6% 12,5%
36-45 51,6% 75,0%

nominatilistepdE’ interessante notare come la percentuale degli eletti per le tre fasce centrali delle liste (6-15, 16-25, 26-35) sia intorno all’80%. I nominati tendono a concentrarsi nella fascia 1-5; esiste evidentemente una categoria di nominati cosiddetta di ‘seconda scelta’ che è stata collocata in coda (Camera 36-45, 50% nominati; Senato, 70% nominati). In questo conteggio non sono state considerate le caselle concesse ai candidati del Partito Socialista.

2. La questione femminile

L’obiettivo iniziale era di riservare almeno il 40% dei posti alle donne. Se guardiamo alle prime posizioni delle liste, l’obiettivo non è stato rispettato. Alla Camera, solo 6 capilista su 24 sono donne (25%). Al Senato la percentuale è più alta (9/19, 47%). Le seconde posizioni sono state riservate a donne solo in 6 casi su 24 (ancora un 25%) alla Camera e solo in 3 casi su 18 al Senato. Dalla terza posizione in poi, la presenza di donne aumenta e supera l’obiettivo del 40%.

Posizione Percentuale Donne Camera Percentuale Donne Senato
<=5 33,9% 36,4%
6-15 46,5% 54,8%
16-25 40,2% 53,7%
26-35 48,4% 43,8%
36-45 51,6% 75,0%

Da notare che le liste del Senato per le fasce 6-15 e 16-25 hanno percentuali di presenze femminili superiori al 50%. Un buon risultato, essendo queste posizioni in buona parte eleggibili.

donnelistepd3. Conclusione

In buona parte, Pierluigi Bersani ha rispettato i patti delle primarie per i parlamentari. Al di là della questione degli ‘impresentabili’, due fattori importanti di rinnovo della pattuglia dei parlamentari sono stati messi in atto: 1) l’obiettivo del 40% di presenza femminile in entrambe le Camere verrà molto probabile raggiunto se non superato; 2) il rapporto fra nominati e eletti alle primarie non è diverso rispetto alle aspettative della vigilia (75% vs. 25%) e comunque in ogni caso gli eletti sono stati collocati quasi tutti in posizioni eleggibili.

7 Comments

      1. Ok, grazie… in realtà, visto i conteggi che hai fatto in questo post, speravo che tu avessi proprio la lista di quelli nominati “da Bersani” (e che non hanno fatto le primarie).
        🙂

      2. Scusa, ho frainteso. La lista dovrei averla ancora. Potrebbe essere interessante vedere quale è ora il rapporto nominati/eletti con primarie. Entro stasera la pubblico.

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