Comincia così la diciassettesima, pardon, XVII Legislatura. Qualcosa che si annuncia indimenticabile. Nell’arco di due file trovi nientemeno che il primo vice-segretario nonché secondo segretario del Partito Democratico, Dario Franceschini, capogruppo uscente, se così si può dire. Di fianco a lui l’attuale segretario del PD, Pierluigi Bersani, il cui mandato arriverà a naturale scadenza entro breve, brevissimo, ahi lui.
Pensi forse che le cose non siano affatto cambiate, quaggiù, a parte ‘quelli del loggione’, i 5 Stelle, confinati nelle file estreme, in postazioni che ricordano quelle dei Radicali (per dire che non hanno alcun futuro, i cosiddetti pontieri).
Il nuovo. Dov’è il nuovo? A insidiare i ritratti – e le strategie? – dei segretarissimi (il barbuto è anche in pole per una elezione a presidente della Camera), due ragazzi, due passisti scalatori, tanto per usare una ciclistica. Antonio Decaro e Giuseppe Civati. Oramai è chiaro, i due fanno squadra (e spogliatoio).

Se i segretarissimi pensano di gestire la situazione come se fosse una battaglia parlamentare qualsiasi, di una di quelle sedute bizantine della Prima/Seconda Repubblica, si sbagliano. Serve una discontinuità netta, chiara. Per dire, andare in bicicletta piuttosto che in autoblu. Mettere ai voti un gregario e non un dirigente. Non lasciateli scegliere da soli. Aiutateli, voi del PD che non la pensate come loro. Scegliete per loro.
Qualcuno suggerisce soluzioni ‘a sorpresa’.
[…] Partito Democratico ha compiuto una svolta per loro inaspettata. Sarà un caso, ma lo scranno dei segretarissimi ha avuto i suoi benefici […]