Enrico Letta è un giovane fin da quando era giovane e faceva il giovanissimo ministro nel primo governo Prodi. Che dire, è assolutamente irrilevante l’età per prestarsi ai papocchi di governo. Non è vero che, se sei giovane, i papocchi ti riescono meglio. Inoltre, da un giovane ci si aspetterebbe una visione meno allineata con le nascoste direttive della segreteria (dimissionaria) del PD. Un papocchio come il politicissimo governo PD-Pdl richiede una dote che, ai tempi della Democrazia Cristiana, si trovava abbondante in ogni parlamentare e specie negli angoli più remoti di ogni corrente e correntina: l’ipocrisia.
Letta si è prestato a questa operazione – perché il PD si assume le sue responsabilità, come se non avesse già dato – con un malcelato sospiro di sollievo e lo ha fatto pur avendo sostenuto, senza nemmeno mezza frase di critica, il suo segretario, Pierluigi Bersani, nei cinquanta giorni del dopo elezioni, dire come un ossesso che lui al governo con Brunetta e Gasparri giammai ci sarebbe stato. Ora, questa tremenda soluzione appare sul volto sornione di Letta come una cosa assolutamente normale e naturale.
Un giovane dovrebbe essere animato, io credo, da una volontà riparatrice verso il paese e non potrebbe mai – dico mai – immischiarsi in un esecutivo insieme agli stessi soggetti che lo hanno fatto precipitare nella crisi più profonda da quando esiste questa Repubblica.
Avrete ascoltato in queste ore Brunetta avanzare le proprie richieste al neo incaricato: dovete applicare tutti i punti del nostro programma, ha detto. Fra cui, ovviamente, la restituzione dell’Imu. Se queste sono le premesse, allora abbandoniamo subito le etichette di larghe intese o simili: il PD è annichilito e questi signori prenderanno il sopravvento, definendo loro medesimi l’Agenda politica del governo. Di fatto sarà un governo del centrodestra sotto mentite spoglie. E potranno realizzare tutte le più immonde porcate legislative, tanto la colpa sarà affibbiata in toto alla parte avversa. Una soluzione più comoda non ci poteva essere. Un governo di irresponsabilità nazionale.