Nella tarda mattinata di oggi si è diffusa una notizia negativa sulla sorte di Padre Paolo Dall’Oglio, il gesuita che è stato rapito in Siria da una milizia ribelle di matrice islamista. Il resoconto riportato dai media italiani era una ribattuta, senza ulteriori verifiche ed approfondimenti, di quanto scritto da un sito web di informazione, zamanalwsl.net. Quest’ultimo, a sua volta, affermava di aver raccolto le dichiarazioni di Lama al-Atassi, definita come Segretario Generale del Fronte Nazionale Siriano, una formazione minoritaria nel consesso generale delle forze di opposizione siriane (per una idea di massima, vedere alla voce ‘Syrian Opposition’, su wikipedia).
Vatican Insider, il portale vaticanista de La Stampa, parla della fonte primarie della notizia, Lama al-Atassi, come di “una esponente dell’ala laica dell’opposizione siriana ad Assad” ed afferma che la dichiarazione è stata fatta non direttamente al giornale bensì pubblicata su Facebook, sulla bacheca della donna. Ed infatti Lama Atassi afferma, con un post inviato tramite cellulare, di aver ricevuto la notizia della morte di Padre Dall’Oglio da “fonte affidabile”; se sono vere le informazioni presenti sulla bacheca, Lama vivrebbe a Parigi, non a Homs, quindi nel momento in cui scrive si troverebbe in Europa e le sue sono informazioni, per così dire, di seconda mano.
Circa quattro ore fa ha risposto al polverone sollevato dalla sua dichiarazione con un altro post: “Si può mentire la notizia della morte di Padre Paolo o credergli”, scrive, sostenendo che la levata di scudi del ‘sistema’ – come lo chiama lei -era inaspettata. Perché nascondere la morte di padre Paolo?, si chiede. A chi giova? Lama dice che la notizia ha disturbato molto i francesi, “gli scagnozzi della coalizione, del Consiglio e dell’opposizione e il sistema e loro cani”. Lama paventa l’ipotesi che i ribelli qaedisti del gruppo Isis (Stato Islamico dell’Iraq e della Siria), rapitori di Dall’Oglio, siano infiltrati dal servizio segreto di Assad. Scrive: “ho molte domande circa il finanziamento dei gruppi e la fornitura di armi”.
Jad Bantha – l’attivista che sostiene di essere stato l’ultimo a vedere il gesuita prima dell’inizio della sua missione – ha diffuso un tweet molto duro sulle parole di Lama al Attasi: “Chi promuove la morte di padre Paolo – ha scritto – non ha moralità né responsabilità e sta solo cercando di attirare l’attenzione” (Vatican Insider, La Stampa.it).
Lama Atassi vuol forse mettere in discussione, a livello pubblico e su un piano internazionale, l’opportunità, forse seguita dai francesi e dagli arabi, di sostenere Isis finanziandola con risorse ed armi?
La Farnesina non ha commentato ufficialmente le notizie odierne.