78% puro Apparato

L’articolo del Corriere di stamane, a firma di Maria Teresa Meli, contiene in sé un dato allarmante, per i cosiddetti “renziani della prima ora”: i sondaggi di De Bortoli e co. spiegano che il sindaco, ancora ufficialmente non candidato, prenderebbe il 78% dei consensi (non si sa bene di chi, se del partito, degli elettori, dei militanti, degli esperti di salamelle). In ogni caso, anche a voler prendere per buono quel dato, ciò significherebbe che una fetta consistente del bacino dei voti di Novembre 2012 si è spostata dalla parte di Renzi, fatto probabile ma difficilmente verificabile poiché la base elettorale di una competizione primaria è altamente volatile, variabile per numero ed età; per provenienza geografica.

Detto questo, gli spostamenti effettivi che si sono verificati, che sono, per così dire, agli atti delle cronache, sono quelli di Fioroni e di Franceschini, truppe comprese. L’allineamento franceschiniano-renziano-fioroniano – capita solo una volta nel calendario Maya, stessa fonte della Meli – di fatto sancisce la fine dell’ esperimento rottamatorio: Matteo, per dirla come Giovanna Cosenza, non può più usare la ‘clava’ verbosa che ha dispiegato sin da Novembre. Non può nemmeno più raccontarci che cancellerà le correnti: ammettendo il sostegno di Franceschini (l’ha rifiutato? no, non ancora) di fatto accetta una seconda lista a sostegno della sua candidatura, prodromo del correntismo renziano nel futuro Partito Democratico. Vedete, la persistenza di liste duplici o triplici è la base per innestare il correntismo. Ogni lista chiederà adeguata rappresentanza in segreteria e, a cascata, per tutti i circoli, dalla sede romana, fino a quelle più recondite, che nemmeno hanno più gli uffici.

Facile a dirsi, “non tratto sulle poltrone”: le poltrone intorno a Renzi sono già tutte occupate. Ma d’altronde, basta aggiungere un posto a tavola che c’è un amico in più.

2 Comments

  1. Questo post mi sembra piuttosto ingeneroso. Che Renzi (così come Grillo, nella parte finale della sua campagna elettorale di febbraio) goda di amplissimo consenso, è evidente anche a un cieco; e questo consenso “popolare” ha poco o nulla a che vedere con quello dei dirigenti ormai all’ultima spiaggia.

    Moltissime persone apprezzano Renzi per le sue idee (anche se, a dire la verità, non sono così precise e coerenti).
    Moltissime sono affascinate dal “personaggio”: dall’immagine del “vincente”, così inusuale a sinistra; e accompagnano la sua corsa alla segreteria con l’entusiasmo col quale si segue una rockstar.C’è qualcosa di stupefacente nel trovare entro il Pd un simile atteggiamento…

    Ma, ancora più di questo, a colpirmi è la “resa” dei militanti che avevano osteggiato Renzi nelle primarie di novembre.
    Molti di loro non hanno perso il loro scetticismo; ma si sono ormai rassegnati al fatto che la difesa di un’idea, di una posizione politica, sono inutili, se non portano alla vittoria elettorale (le ultime elezioni sono state una lezione terribile, in questo senso).
    E, dunque, “si rassegnano” a sostenere il futuro vincitore (chi mai metterebbe oggi in dubbio che Renzi sia in grado di conquistare, da solo, il 51% dei voti?), quasi con una sorta di sollievo.

    Forse, il vaticinio si avvererà e Renzi diventerà il prossimo segretario del PD.
    Ma è importante che il Congresso non si riduca a un beauty contest, o ad una gara di audience.
    Il Pd ha bisogno di discutere, di capirsi, di progettare.
    Tutte cose che la vecchia dirigenza non ha mai voluto fare più di tanto; ma la speranza è che la dirigenza futura segni una discontinuità, in questo aspetto.
    Altrimenti, svaniti gli entusiasmi, anche con una strepitosa vittoria elettorale in tasca sarebbe difficilissimo governare e mantenersi il consenso.
    Non cerchiamo scorciatoie. Magari sono più comode, ma potrebbero condurci nel burrone

    1. Mah, oddio, il punto è un altro: se un giornalista parla di sondaggi, deve necessariamente citarli, ovvero scrivere chi li ha fatti, chi li ha commissionati, pubblicare le domande eccetera. Se invece andiamo a sensazioni, allora è un’altra cosa. Non so se si è capito. Poi se davvero Renzi incontra le simpatie dei ‘militanti’, buon per lui. Io penso che questo improvviso allineamento con Franceschini e Fioroni pesi come un macigno su Matteo e che lui non possa più fare la politica della rottamazione che pure gli ha dato molti consensi fuori del partito. Puoi leggere Giovanna Cosenza (guarda su http://giovannacosenza.wordpress.com/ se ti interessa). Esprime gli stessi dubbi che ti espongo io oggi.

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