Alla fine l’equilibrio si spezza. L’emendamento Verini, che estende le aggravanti ai reati di omofobia, viene votato dalla maggioranza dell’aula, alla Camera. Che per una volta non corrisponde a quella governativa. A favore dell’emendamento hanno votato Pd, M5S, Sc, Sel per un totale di 354 sì. Il Pdl ha votato contro, salvo qualche voto ribelle. La rottura dell’accordo con il Pdl implica il fatto che la legge, così come è uscita da Montecitorio, non potrà essere approvata al Senato, dove il Pdl è determinante.
Il Partito Democratico ha votato contro il proprio relatore (Scalfarotto) su un subemendamento presentato da Scelta Civica; la proposta di modifica reca in sé l’intenzione di rendere inapplicabile il precedente emendamento in caso di “opinioni espresse all’interno di organizzazioni di natura politica, culturale o religiosa”. L’aula si è spaccata in due ma il subemendamento passa lo stesso con uno scarto di 28 voti (256 vs. 228).
Scalfarotto si è così espresso:
Perché si dice: «Volete proprio utilizzare la Mancino, tutta la Mancino» ? Perché se c’è un fenomeno di discriminazione non possiamo evidentemente discriminare tra discriminazioni. Se quella è la legge, quella legge si applica. Ma del resto, però, noi sappiamo che stiamo parlando di una norma penale, come qualcuno ha detto prima, e quindi siamo andati con i piedi di piombo […] o che certamente la differenza di opinioni non va regolamentata con una norma penale. Allora, per questo noi stiamo introducendo una norma di garanzia, che spiega nient’altro che quello che ci dice l’articolo 21 della Costituzione. Come diceva la collega Marzano, richiamando Voltaire: non sono d’accordo su niente di quello che dici, ma darei la vita perché tu continui a poterlo dire. E questa norma che introduciamo con questo emendamento, insieme all’aggravante, consente proprio di tenere insieme due esigenze che sono ugualmente importanti: quella di proteggere le persone omosessuali e transessuali dalla discriminazione, dall’odio e dalla violenza – e stia bene attento chi dice: meglio nessuna legge che una cattiva legge, perché una legge è indispensabile per quello che succede in questo Paese (Resoconto Camera 19/09/13, p. 91).
Peccato che la norma stemperi le aggravanti quando, chi si esprime ‘istigando’ alla violenza contro i gay, appartenga a qualche gruppo organizzato, sia esso un partito politico o similari. Per intenderci, un iscritto al Partito Democratico può esprimersi con toni omofobi e passarla liscia; un elettore del Partito Democratico (oltre a non contare nulla e ammesso che ve ne sia di omofobi) invece, è soggetto alla fattispecie di reato previsto da tale provvedimento. Mi deve spiegare, l’onorevole Scalfarotto, come può l’articolo 21 della Costituzione essere declinato solo in caso di tessera o di fede.
..ma civati ha votato o no l’emendamento?
Cito: “L’eccezione introdotta dal sub-emendamento a un emendamento già discutibile è orripilante e per un pugno di voti non è stata bocciata” […] Il mio impegno, anche come candidato al congresso del Pd, è quello di arrivare comunque a cambiare questa legge, in particolare coinvolgendo le associazioni che da tanti anni si occupano di questi temi” http://www.ciwati.it/2013/09/19/si-e-no-si-e-no/
Ha anche specificato che il suo voto è stato un doppio no.
http://www.ciwati.it/2013/09/20/per-chiarezza/