Confrontarsi con il problema delle tessere gonfiate deve togliere il sonno a Gianni Cuperlo. A tal punto che quella proposta, biascicata in diretta televisiva, di sospendere immediatamente il tesseramento, facendo appello agli altri candidati, al segretario, alla Commissione di Garanzia (alla quale lui giura di aver rivolto formale denunzia), sembra esattamente ciò che serve per mandarlo definitivamente al tappeto. Già perché chiudersi, chiudere il partito proprio ora che la battaglia congressuale è iniziata, significa mandar via le persone che ci credono e tenersi quelli che invece lavorano nelle pieghe oscure delle regole al fine di avvantaggiare qualche piccolo candidato segretario locale.
Diciamolo, i congressi di circolo non hanno avuto storia. L’apparato ha difeso le proprie posizioni, con ogni mezzo. Era proprio quel che cercavano approvando quelle regole, a Settembre: la prima prevedeva lo svolgimento dei congressi di circolo in anticipo sul nazionale; la seconda, prevedeva il tesseramento libero sino al giorno del congresso, per quanto concerne l’elettorato attivo. Ora che le posizioni locali sono bloccate, ecco che Cuperlo prende in mano il cuore e, angosciato per tutte le nefandezze udite sinora, chiede indignato la chiusura dei cancelli. Voi che volete cambiare, restate fuori. Teniamoci, invece, e gelosamente custodiamo, i bari, i capibastone, gli uomini della pioggia (di tessere).
Tutto ciò è semplicemente ridicolo e dovrebbe far indignare a tal punto da promettere, ai fautori della conservazione, la più grande mobilitazione mai vista prima ad una elezione primaria di partito. Pensateci, è un’occasione unica.
“E’ incredibile e molto ipocrita che a scandalizzarsi per il tesseramento gonfiato sia proprio chi ha tra i propri sostenitori e candidati sul territorio i signori delle tessere.
Da settimane mi appello agli altri candidati perché fermino i loro sostenitori impegnati in queste pratiche, appelli caduti nel vuoto: troppo facile, come fa Gianni Cuperlo, pronunciarsi adesso che i risultati sono in cassaforte, come nel caso dell’incandidabile Crisafulli eletto in Sicilia. E chi si propone di guidare il Pd non può dichiararsi
disinteressato a ciò che avviene al suo interno, come fa Matteo Renzi.
In questo momento, anche solo applicando le pur blande norme che il Pd si è dato sui tesseramenti anomali, il 25 per cento dei congressi locali, uno su quattro, sarà probabilmente annullato, anche se in realtà le situazioni irregolari documentate sono persino di più. Inutile dire che il Pd ne esce davvero molto male” – Giuseppe Civati – ASCA.it)