Autoriciclaggio, abbiamo l’emendamento ma il decreto non sta tanto bene

Se ci fosse la possibilità di introdurre una norma di assoluto buon senso, richiesta sia dagli ambiti giudiziari che dall’Agenzia delle Entrate, ovvero il reato di autoriciclaggio (il codice penale contempla soltanto il riciclaggio, “fuori dei casi di concorso nel reato”, art. 648-bis, primo capoverso; ne ho parlato in dettaglio qui), questa andrebbe colta al volo da tutte le forze politiche sane.

Stamane, Civati annunciava il raggiungimento dell’accordo in seno al Pd – fatto più che storico – sull’emendamento proposto da lui medesimo e da Lucrezia Ricchiuti: il documento è stato fatto proprio dal deputato Marco Causi, le cui dichiarazioni sono comparse in seguito su tutti i giornali. Durante l’audizione, in commissione Finanze alla Camera, del direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, che solo qualche ora fa chiedeva l’inserimento della norma, Causi è intervenuto per annunciare la proposta emendativa.

Ma su diverse testate online, specie Milano Finanza e Italia Oggi, venivano altresì riportate indiscrezioni circa l’intenzione del Ministero dell’Economia di prendere il Decreto 4/2014 e gettarlo nel cestino. Il decreto, che dispone talune misure per il rientro dei capitali dall’estero in forma volontaria, senza depenalizzazioni né grossi sconti se non in termini di sanzioni amministrative, non piacerebbe agli esperti e professionisti del settore, scrivono i tipi di Italia Oggi.

Secondo il presidente della Commissione Finanze della Camera, Daniele Capezzone, il nuovo governo deve chiarire il percorso che avranno le norme del decreto sul rientro dei capitali dall’estero. Per questo, in attesa di una risposta, Capezzone ha annunciato che intende soprassedere per ora nel fissare il termine degli emendamenti (milanofinanza.it).

Da un lato, quindi, Capezzone, con l’alibi dell’incertezza del governo, contribuisce a ritardare i tempi nell’iter di approvazione del decreto; dall’altro, l’Antimafia e l’Agenzia delle Entrate spingono verso il miglioramento dell’impianto attuale, la cui parte migliore – dice Befera – è certamente lo scambio di informazioni (“più importante far sapere a chi porta fuori denaro che noi siamo in grado di conoscere quel valore”), una innovazione rispetto al più tradizionale approccio dell’inasprimento delle pene.

Sarebbe pertanto quantomeno inopportuno che, dinanzi a tale convergenza (anche in merito all’autoriciclaggio, l’Agenzia delle Entrate ha espresso parere favorevole, definendo il decreto, privo del nuovo reato, come una “tenaglia monca”), il governo preferisse la strada del ritiro del decreto e di ricominciare tutto daccapo. La volta buona che il Pd era d’accordo su un provvedimento, il governo (del Pd!) sceglie un’altra strada. Troppo irrazionale per essere comprensibile.

[Sarebbe inoltre interessante sapere quale è la posizione dei deputati a 5 Stelle presenti in Commissione VI Finanze in merito all’emendamento sull’autoriciclaggio. Se, per una volta, potranno esprimersi a favore di un provvedimento necessario ma non scritto dal loro gruppo].

2 Comments

  1. lasci stare i 5stelle, e preoccupati dell’incoerenza del PD,del suo governo che dice una cosa e ne fà esattamente il contrario,in linea con il suo nuovo faro guida. il M5S sulle proposte serie e sensate è sempre disponibile da qualsiasi parte esse vengano.

    Il giorno 06 marzo 2014 21:39, Yes, political!

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