Crisi | Renzi, “non c’è un caso Italia”. Ma i numeri non sono d’accordo

Il dato sul Prodotto Interno Lordo della Germania nel secondo trimestre del 2014 ha permesso al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, di dichiarare che non esiste un ‘caso Italia’ e che la triple dip recession in cui ci troviamo inchiodati è in realtà un fatto europeo.

Come al solito, in questo genere di dichiarazioni c’è un misto di verità ma anche una buona dose di mistificazione. Perché è vero che la stagnazione è un fatto europeo ma, come è stato già abbondantemente spiegato, se le altre economie europee hanno conosciuto ritmi sostenuti e ripreso quando perso per strada dalla crisi 2009-2012, l’Italia ha invece esperito un percorso di incrementi negativi del Pil, ben sette trimestri consecutivi, poi un break alla fine del 2013 (un modestissimo + 0,1%), per tornare negli ultimi due periodi al di sotto dello zero (2014 Q1 -0,1%; 2014 Q2 -0,2%). Pertanto, affermare che “non c’è un caso Italia” è quantomeno discutibile.

Ma veniamo ai numeri.

Nel primo grafico vediamo dunque rappresentati gli andamenti del Pil di Germania e Italia su base trimestrale: nel Q2 del 2014, appunto, quello che qualcuno intende come un ‘pareggio’.

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Pil GER-ITA – Indice Trimestrale

E’ evidente che la curva del Pil italiano ha cambiato pendenza già nel primo trimestre, evidenziando tutta la debolezza della crescita italiana, la quale – pur conoscendo numeri negativi – aveva ‘invertito la rotta’ ad inizio 2013. Notate come le due curve sembrino procedere affiancate (la tendenza si manifesta più chiaramente se osserviamo le medie mobili, calcolate su due trimestri).

L’indicatore annuale del Pil ci suggerisce forse come dalla fine del 2012 (2012 Q4, punto più basso della crisi della produzione interna), la tendenza alla risalita sia divisibile in tre parti: un tempo t1 con una pendenza quasi nulla; un tempo t2 (che è durato un solo trimestre, 2013 Q3-Q4), con pendenza della retta che punta decisamente al rialzo sopra lo zero; un tempo t3 – ovvero gli ultimi due trimestri – ove la pendenza ritorna ad appiattirsi, proprio mentre anche la Germania si ferma, segnale che la ‘ripresina’ del 2013 è già finita.

Pil GER-ITA - Indice annuale

Pil GER-ITA – Indice annuale

Infine, per rallegrarci poco, anzi, pochissimo, vi mostro quest’ultimo grafico che ci racconta del divario (spread) fra il Pil tedesco e quello italiano nei valori assoluti, espressi in miliardi di dollari. Fino al 2010 questo spread è rimasto stabile, intorno a -35% (per anni quindi, l’Italia ha prodotto meno della Germania, ma in maniera costante; ciò è facilmente comprensibile se si considerano le differenze strutturali fra i due paesi, specie in termini di popolazione). Ma dal 2010 in poi, il divario è cresciuto in maniera lineare, a nostro svantaggio, ovviamente (in quattro anni, -7%).

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