Governo e #ABC verso la rottura sul Beauty Contest?

Scommetto che sarà il principale titolo dei quotidiani, domani mattina.

Angelino Alfano ha intenzione (o mandato?) di minacciare il rovesciamento del tavolo sulla Riforma Lavoro se il beauty contest non viene mantenuto. L’obiettivo minimo è ottenere una compensazione per Mediaset. Altrimenti volano gli stracci. Il Ministro Passera è stato messo nel mirino, il reo (confesso!) di questo terribile tradimento. «Siamo serenamente fermi all’impostazione discussa e data dal governo», è la risposta di Bersani.

Attendiamo sviluppi.

Questa la parte del comunicato del governo sul Beauty Contest. Anche questa parte, nel suo piccolo, è una rivoluzione.

Politica industriale sullo spettro radio
Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dello sviluppo economico, ha approvato la presentazione di un emendamento al decreto di semplificazione fiscale in Parlamento che prevede l’annullamento della procedura di gara – nota come beauty contest– per l’assegnazione gratuita delle frequenze derivanti dal cosiddetto “dividendo digitale”.

Con questa decisione – che tiene conto di diversi Ordini del giorno approvati dalla Camera e del mutato contesto economico-sociale rispetto a quando il beauty contest era stato avviato – il Governo intende valorizzare economicamente una risorsa preziosa quale quella delle frequenze, puntando inoltre al consolidamento dell’industria televisiva e allo sviluppo del comparto TLC. Si pongono così anche le basi per la chiusura della procedura di infrazione comunitaria da tempo aperta contro l’Italia e si creano le condizioni per aumentare ulteriormente il pluralismo, la trasparenza e l’apertura del mercato.
I singoli lotti messi a gara saranno composti da reti di più frequenze, modulabili per macroaree di diffusione. Alcune di queste frequenze, posizionate sopra la banda 700,  saranno assegnate per un periodo di tempo più limitato in quanto, coerentemente con le future decisioni comunitarie, potranno essere destinate a servizi diversi da quelli televisivi e dunque riassegnate, tramite ulteriori aste,  a operatori di TLC.
I lotti di frequenze saranno assegnati tramite aste a titolo oneroso. Il bando della prima asta sarà emanato dal Ministero dello sviluppo economico entro i prossimi 120 giorni e sarà basato su regole stilate dall’Agcom, sentiti i competenti uffici della Commissione europea.
Con questo sistema di assegnazione, lo spettro nazionale sarà maggiormente valorizzato e sfruttato in maniera più efficace, consentendo l’adozione delle più avanzate tecnologie trasmissive presenti sul mercato.
Nello specifico, questi i principali aspetti dell’emendamento:
Il bando. Il Ministero dello sviluppo economico emanerà entro 120 giorni il bando della nuova gara per l’assegnazione delle frequenze.
Le regole. Le regole della gara dovranno essere elaborate dall’Agcom, sentiti i competenti Uffici della UE e attenendosi ai seguenti criteri e principi direttivi:

  • aggiudicazione all’offerta economica più elevata, anche mediante rilanci competitivi;
  • partecipazione alla gara riservata agli operatori di rete, assicurando la separazione verticale tra i fornitori di programmi e gli stessi operatori di rete, che dovranno consentire l’accesso ai fornitori di programmi a condizioni eque e non discriminatorie. In questo modo sarà più facile e meno oneroso accedere al mercato televisivo;
  • fissazione dei criteri e delle priorità per favorire i fornitori di programmi nuovi entranti e l’innovazione tecnologica;
  • composizione ottimale dei diversi lotti messi a gara e modulazione della durata dei diritti d’uso delle singole frequenze, così da garantire la tempestiva destinazione delle frequenze secondo la disciplina dello spettro radio stabilita dalla Commissione europea e dagli organismi internazionali competenti, con particolare riguardo agli obiettivi della agenda digitale nazionale ed europea.

Valorizzazione dello spettro. L’Autorità e il Ministero dovranno adottare ogni azione utile a garantire la concorrenza, l’uso efficiente e la valorizzazione economica dello spettro radio, in riferimento anche agli indirizzi dettati dalla Conferenza mondiale di Ginevra 2012 e dall’Unione Europea nell’ambito degli obbiettivi dell’agenda digitale. In questo modo il sistema trasmissivo nazionale potrà rispondere efficacemente ai crescenti bisogni di banda larga e di comunicazione tramite la rete.
Riordino dei contributi di concessione. Si prevede entro la fine del 2012 il riordino dei contributi per l’utilizzo delle frequenze televisive, che saranno progressivamente applicati per favorire l’ottimale utilizzo delle frequenze.
Nuova capacità trasmissiva. Vengono previste misure atte a favorire l’introduzione di nuovi standard televisivi DVB-T2, MPEG—4 e successive evoluzioni, attraverso i quali sarà possibile aumentare la quantità e la qualità della trasmissione televisiva. Per questo motivo, a partire dal 1° gennaio 2015 le aziende produttrici di televisori saranno obbligate a utilizzare solo sintonizzatori digitali in grado di ricevere i nuovi standard. Le nuove tv, dal 1° luglio 2015, saranno le uniche a poter essere commercializzate. Gli standard DVB-T2 e MPEG-4 necessitano inoltre di un numero più limitato di frequenze e ciò consentirà la trasmissione di una quantità più ampia e avanzata di contenuti.
Abrogazione del Beauty Contest. Sono abrogati gli attuali riferimenti di legge alle parti della delibera n. 181/09 dell’Autorità incompatibili con la nuova disciplina, fermi restando i limiti di concentrazione previsti dalla medesima direttiva per ciascun operatore. Di conseguenza viene annullato il bando che ha indetto la gara “beauty contest”, rinviando ad un decreto interministeriale la definizione dei criteri e delle modalità per l’attribuzione di un indennizzo ai partecipanti.

Finanziamento partiti, 66 firme per sprofondare

Alla fine sono in sessantasei. Sessantasei parlamentari che si oppongono alla presentazione del ddl sul finanziamento dei partiti della triade #ABC, Alfano, Bersani, Casini, in sede legislativa alla Camera.

Secondo AdnKronos, la Lega Nord avrebbe raccolto ben 66 firme per appellarsi al regolamento di Montecitorio. Il provvedimento, partorito in tutta fretta dalla Triade inciucista, doveva seguire l’iter accelerato passando in sede legislativa in Commissione Affari Costituzionali. Ebbene, i leghisti, proprio loro, boicottano l’intervento dell’ABC. Questa è opposizione? Il partito di Belsito e di Rosy Mauro (ex partito) non è nella posizione per ostacolare un provvedimento del genere, seppur incompleto e provvisorio. Ai leghisti si sono aggiunti i parlamentari di Popolo e Territorio – sì, a questo punto possiamo dirlo: Maroni, Bossi, Calderoli sono sulla stessa lunghezza d’onda di Scilipoti, Grassano, Calearo.

Queste sessantasei firme sono le fime di chi si è autocondannato alla propria fine (politica, s’intende). Dead Parlamentary Man Walking.

Legge elettorale, dal Porcellum all’Ispanotedesco. Regia di Luciano Violante

Sì, passeremo dal Porcellum all’Ispanotedesco, un sistema elettorale che scopiazza in maniera indiscriminata leggi elettorali di sistemi elettorali diversi anni luce dal nostro con l’unica ratio di voler blindare La Casta.

Leggete tutta la cronistoria di questa tragicommedia all’italiana, la cronistoria di un accordo scritto da tempo come fosse un patto segreto che ha solcato nel più completo silenzio i tunnel segreti sotto la sabbia di Montecitorio.

Legge elettorale fra referendum e inciucio. Intervista al senatore Belisario.

Referendum Legge Elettorale, i dubbi sull’ammissibilità

La febbre del No al referendum elettorale agita i sogni dei politici

Referendum, inammissibili entrambi i quesiti

Legge elettorale, Violante: il milione del referendum? Sono firme, non cittadini

Legge elettorale, al via il Grande Papocchio per far fuori il M5S

Il Grande Papocchio non è un inciucio, è un accordo. Che però nessuno conosce

Nel più completo silenzio, legge elettorale verso l’ipermaggioritario alla spagnola