Unità d’Italia, La Russa e Alemmanno fischiati da Piazza Venezia

Davanti al Vittoriano. In piazza Venezia. Per degli ex fascisti è una nemesi impietosa. Proprio la sera delle celebrazioni del centocinquantenario dell’Unità d’Italia. La Russa e Alemanno coperti di fischi e buuu. La faccia terrea della Arcuri, presentatrice della manifestazione televisiva:

 

Quella Roma omofoba. Quella Roma con le scritte neofasciste sui muri.

Il delirio di chi crede d’essere meglio – razzialmente, moralmente, eticamente – non può che passare per l’aggressione verbale, per la violenza fisica. Il diverso, il libero, deve essere ridotto a cosa, sottoposto, reso inferiore. E’ la logica dell’identità prevalente, che si cerca di trasferire sugli altri, che viene imposta a una realtà che ci sfugge. Lo sforzo di annientare le categorie che nel nostro orizzonte mentale non sono previste, o che sono percepite come una minaccia, hanno il riflesso di annullare qualsiasi apertura verso l’altro da noi, nell’inutile tentativo di ridurre tutto a uno solo.
La Roma omofoba che emerge dalle cronache di questi giorni è la stessa Roma che scrive la svastica sui muri, che picchia a cinturate i giovani ragazzi dell’onda. La stessa Roma che festeggia Alemanno col braccio teso.

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    • Nelle scorse settimane ha destato molto clamore mediatico la vergognosa scritta di matrice fascista nei confronti della Resistenza romana (“Via Rasella: partigiano terrorista”) apparsa il 26 luglio sulle pareti della sede dell’A.N.P.I. Nazionale.
    • per una scritta eliminata ne rimangono decine di matrice nazifascista a deturpare i muri, ad offendere la coscienza democratica dei cittadini ed oltraggiare la memoria dei martiri romani della Resistenza.
    • Evidenziamo che nei Rioni Esquilino, Monti e Celio, zone a rilevante presenza di siti storici quali, per citarne alcuni, il carcere nazista di Via Tasso (ora sede del Museo della Liberazione), Villa Volkonsky (ex Ambasciata tedesca), la casa dove abitò don Pietro Pappagallo (in Via Urbana) le oltraggiose scritte nazifasciste con il lugubre corollario di svastiche sono numerose.
    • come sia tollerabile il permanere di queste scritte e perché l’amministrazione Comunale non sia ancora intervenuta a rimuoverle. Se si conducono, come si sta facendo, giuste battaglie per il decoro urbano contro le deturpazioni dei vandali comuni riteniamo sia altrettanto doveroso dare priorità alla cancellazione sistematica delle scritte inneggianti al nazifascismo, all’odio antisemita ed al razzismo, nel rispetto delle Leggi Scelba (n. 645/1952) e Mancino (n. 205/1993) vigenti.
    • A.N.P.I. – Sezione Esquilino-Monti-Celio “don Pietro Pappagallo” di Roma
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    • La scorsa notte il Qube, la discoteca romana che spesso ospita serate gay come "MuccassassinA", la più importante festa trasgressiva della capitale, ha subito un attentato incendiario che ha provocato solo danni alla struttura per altro chiusa per ristrutturazione.
    • è stato trovato liquido infiammabile
    • La direzione del Qube non avanza ipotesi sulla matrice dell’ attentato incendiario: «Non abbiamo elementi per poter confermare il movente omofobo del gesto incendiario ai danni del nostro locale» ma ricorda che «lo scorso anno si sono verificate aggressioni all’esterno del locale, con ferimenti nei confronti di clienti in attesa di partecipare a serate omo.»
    • La parlamentare Paola Concia, relatrice della legge contro l’ omofobia in Commissione Giustizia alla Camera arriva a dire che «le importanti dichiarazioni rese ieri da sindaco Alemanno sembrano quasi aver scatenato la reazione di quanti, soprattutto nell’estrema destra, credevano di godere di copertura e impunità e invece si sono scoperti soli, decidendo così di alzare il tono dello scontro».
    • Il sindaco Alemanno dal meeting di Rimini tranquillizza: a Roma «non c’è assolutamente» una escalation di violenza contro i gay, «è una città tollerante. Ci sono delle ristrette minoranze e dei soggetti pericolosi, che agiscono in nome della intolleranza sessuale. Vanno isolati, colpiti». Per poi ribadire che il problema è «la certezza della pena» e per questo chiede «una legge che introduca le aggravanti per i gesti di intolleranza sessuale, che è indispensabile».

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