Mali, i francesi stanno per prendere Timbuctu

Lo scrive The Guardian dopo che ieri sera tardi i militari francesi hanno annunciato di aver raggiunto e liberato la città di Gao, sede di un importante aeroporto internazionale. Sarebbero appena 600 i militari francesi alla testa di una truppa composta da maliani, ciadiani e nigeriani. Timbuctu, insieme a Gao e Kidal, è una delle città più importanti del Sahel cadute sotto il controllo degli jihadisti. Questi ultimi non sembrano poter opporre una grande resistenza e sembrano sul punto di trattare la liberazione di un ostaggio francese, Gilberto Rodriguez Leal, rapito lo scorso Novembre nell’ovest del Mali.

Soldati francesi in Mali (www.saharamedias.net)

Soldati francesi in Mali (www.saharamedias.net)

Ripercorri la storia della guerra nel Mali del Nord, dalla insurrezione di MNLA al caos di Bamako, alla distruzione dei monumenti di Timbuctu, alle bombe francesi.

Mali, la lunga guerra francese del caos

Lawrence Freeman è editorialista della rivista Executive Intelligence Review, edita dalla casa editrice di proprietà di un senatore democratico americano, tale Lyndon LaRouche (un signore che, fra l’altro, ha fondato il Partito Laburista americano). Freeman è specializzato in questioni socio-politiche africane ed è spesso intervistato sui siti esteri per commentare la politica occidentale in Africa.

Sul Mali, Freeman ha le idee chiare: la guerra della Francia sarà lunga, volutamente lunga, e non ha un obiettivo preciso. Alcune di queste sue considerazioni sono state raccolte dal sito Press Tv. Secondo il giornalista americano, la guerra è un disegno francese e inglese:

Le dichiarazioni del governo francese mostrano che non stanno in realtà pensando affatto agli interessi dei Mali o una qualsiasi delle nazioni africane. Cioè è entrata in quello che ci si poteva aspettare – io l’ho fatto io – e verrà trasformata in una guerra a lungo termine usando un asimmetrico conflitto di qualche gruppo di insorti e ribelli e non è qualcosa che può essere vinto.

E’ un disegno politico che ha le sue origini nell’occupazione da parte di Francia e Gran Bretagna della Primavera Araba per tramite del conflitto libico e della uccisione di Gheddafi.  Quella guerra ha contribuito a innescare le attività dei ribelli tuareg e dei jihadisti, soprattutto delle cellule di al-Qaeda. L’assassinio dell’ambasciatore americano Christopher Stephens deve essere inquadrato in questa escalation. Alcune reti di al-Qaeda erano state coinvolte nel rovesciamento del Rais e dopo la guerra queste si sono rivoltate contro gli americani. Probabilmente i francesi stanno operando nell’area anche per difendere gli interessi delle proprie corporations, in primis di AREVA, che estrae uranio nella valle del Niger. Freeman parla più in steso di élite finanziarie della city di Londra che è al collasso e sta cercando comunque di controllare il Medio Oriente (la Siria) e il Nord Africa tramite le proprie guerre destabilizzanti, tramite le guerre del caos. Questo è un nuovo fronte della guerra commerciale con Russia e Cina. “Il Nord Africa sta andando in fiamme e potremmo essere sull’orlo di una guerra fra superpotenze”, il risultato della politica di Cameron e Sarkozy e Obama.

Il conflitto intanto si sta orientando verso l’Algeria. La Spagna ha suggerito ai suoi connazionali presenti nel paese di dirigersi verso il confine con la Mauritania. C’è un rischio elevato di essere soggetti a sequestri di persona. I ministri degli esteri di Spagna, Portogallo, Francia e Marocco si incontreranno a Rabat per discutere della stabilità dell’area. Spagna e Portogallo temono di esser coinvolte in emergenze umanitarie e in fughe di profughi dall’Algeria e dal Marocco.

Mali: infine arrivarono le bombe francesi

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Le aspettano da quasi un anno, a Timbuctu, le bombe francesi. L’immobilismo di Ecowas e dell’Onu (che scelse Romano Prodi come mediatore dell’area del Sahel) anche di fronte all’escalation della guerriglia jihadista era troppo anche per uno come Francois Hollande. Da ieri le truppe francesi, per aria e per terra, guidano l’offensiva contro Ansar El Dine e il suo capo, Iyad Ag Ghali (nella foto). I quali avevano soltanto qualche giorno fa conquistato la città di Konna (o Kuna), di fatto violando quel confine immaginario che il traballante governo di Bamako considerava come soglia di allarme per l’intervento francese.ImmagineImmagine

La Francia si sarebbe messa alla testa di una disorganizzata truppa di soldati tunisini, algerini, di forze militari fornite dall’Ecowas, nonché dell’esercito maliano. Laurent Fabius, il ministro degli esteri francese, ha affermato che l’iniziativa francese ha avuto inizio ieri con l’intervento dei caccia-bombardieri. Hollande ha detto che “i terroristi dovrebbero sapere che la Francia sarà sempre presente quando sono in discussione i diritti delle persone, di quelli che in Mali vogliono vivere liberamente e in democrazia” (AGI News).

Sahara Medias ha raccolto una indiscrezione da parte di un funzionario del ministero della difesa maliano secondo la quale le forze armate maliane avrebbero ripreso il controllo di Konna, appena dopo il contrattacco degli aerei francesi. Come detto, Ansar el Dine aveva conquistato la città giovedì scorso, quando, dopo durissimi scontri, l’esercito maliano si era ritirato nella città di Sévaré, ultimo baluardo prima della città di Mopti, sul fiume Niger, e sede di un aeroporto internazionale.Immagine

Al Qaeda nel Maghreb Islamico (AQMI) ha condannato l’intervento francese. AQMI ha in ostaggio otto cittadini francesi e comanda il Sahel insieme a Ansar el Dine. Fabius ha detto che verrà fatto tutto il possibile per salvare gli ostaggi. Ma non è chiaro se AQMI si lascerà semplicemente accerchiare dai francesi o si invece provvederà a usare la vita degli otto ostaggi come minaccia per fermare l’interventismo di Hollande. Al momento attuale non è chiaro se AQMI sia coinvolta pienamente nell’escalation verso sud dei jihadisti. AQMI ha condannato duramente l’attacco alla città di Konna. Ha detto che il bombardamento è avvenuto anche per opera di un elicottero delle milizie di Amadou Toumani Touré, l’ex presidente deposto con il golpe militare di Marzo 2012. Si tratterebbero di milizie ucraine, una sorta di contractors, di combattenti mercenari. Il loro attacco avrebbe causato “la morte di una donna e terrorizzato la popolazione locale” (AQMI come riportato da Sahara Medias).