Il Super Antitrust di Monti colpirà anche l’acqua pubblica?

L’articolo 35 del Decreto Legge licenziato oggi dal Presidente della Repubblica fornisce all’autority Antitrust poteri maggiori nella persecuzioni di quelle Pubbliche Amministrazioni che abbiano emanato atti contrari alla libera concorrenza.

Art. 35

Potenziamento dell’Antitrust
1. Alla legge 10 ottobre 1990, n.287, dopo l’art. 21, è aggiunto il seguente:
“21-bis (Poteri dell’Autorità Garante della concorrenza e del mercato sugli atti amministrativi che determinano distorsioni della concorrenza)
1. L’Autorità garante della concorrenza e del mercato è legittimata ad agire in giudizio contro gli atti amministrativi generali, i regolamenti ed i provvedimenti di qualsiasi amministrazione pubblica che violino le norme a tutela della concorrenza e del mercato.
2. L’Autorità garante della concorrenza e del mercato, se ritiene che una pubblica amministrazione abbia emanato un atto in violazione delle norme a tutela della concorrenza e del
mercato, emette un parere motivato, nel quale indica gli specifici profili delle violazioni riscontrate. Se la pubblica amministrazione non si conforma nei sessanta giorni successivi alla
comunicazione del parere, l’Autorità può presentare, tramite l’Avvocatura dello Stato, il ricorso, entro i successivi trenta giorni.
3. Ai giudizi instaurati ai sensi del comma 1 si applica la disciplina di cui al Libro IV, Titolo V, del decreto legislativo 2 luglio 2010, n. 104.”.

L’Antitrust quindi potrà sollevare questioni di legittimità costituzionale di leggi che ostacolino il libero sviluppo dei mercati. Interverrà quindi sugli enti locali, per esempio. E quali sono i settori entro cui gli enti locali possono agire in senso limitativo del libero mercato? Ma è ovvio: le utilities. Acqua, gestione rifiuti e trasporto pubblico locale. Settori non completamente aperti al libero mercato e che invece la normativa europea vorrebbe completamente liberalizzati. Una Antitrust del genere avrebbe il potere di impugnare i provvedimenti dei comuni quando gli stessi potrebbero essere volti ad assegnare la gestione del servizio idrico a società a partecipazione pubblica o completamente pubbliche, quindi non in una situazione di concorrenza e di assegnazione per mezzo di gara pubblica.

In pratica, gli effetti del referendum di giugno 2011 potrebbero essere vanificati, se non del tutto anestetizzati, da questa semplice norma che istituisce una super Autority in grado di mettere all’indice qualunque comune che intenda determinare per proprio conto le modalità di gestione dei servizi, escludendo i privati. Se la gestione idrica prefigura un mercato e questo mercato non è liberalizzato perché una Pubblica Amministrazione – guidata dal principio dell’acqua bene pubblico – delibera in senso da escludere l’assegnazione di tale gestione senza gara pubblica secondo le regole europee, l’intervento dell’Antitrust, fino ad ora limitato a un potere sanzionatorio, diventa effettivo e in grado di incidere direttamente sulle scelte delle PA.

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Quer pasticciaccio brutto del digitale terrestre. Chiavetta Sky, Mediaset fa ricorso.

Notizie dello switch-off del Lazio al digitale terrestre: Tg1, un trionfo. Web: una Waterloo. I dati Auditel segnano una flessione del 15.6% per la sola giornata di ieri. Secondo l’Aduc, il 18% degli utenti ha rinunciato al passaggio al DTT, guardando la Rai attraverso Sky. Le difficoltà incontrate nel Lazio non sarebbero giustificate, come avvenne per il Piemonte, dalla condizione orografica del territorio. In Lazio non ci sono valli alpine difficili da raggiungere. Sempre l’Aduc ha raccontato che i canali Rai sono difficili da trovare e sono necessarie diverse risintonizzazioni del decoder.
Quel che pare strano è che, nonostante una campagna informativa senza precedenti, si sia giunti al passaggio al DTT con questo grado di improvvisazione. Ancora non si capisce, né viene detto esplicitamente, cosa è andato storto.
Intanto continua la guerra fra Sky e Mediaset. Mediaset ha fatto un esposto all’Antitrust contro l’iniziativa di Sky di vendere una chiavetta usb da applicare ai decoder HD per integrarli con l’offerta in chiaro del digitale terrestre. Mediaset lamenta il fatto che Sky, con questa operazione, ostacola la diffusione di una tecnologia concorrente, appunto quella del digitale, diffondendo decoder che sottraggono all’utente la possibilità di accedere ai servizi interattivi e alle piattaforme a pagamento (ovvero all’offerta Mediaset). Questo è vero, ma è vero anche al contrario. Mediaset ha diffuso una tecnologia nella quale Sky non può competere per gli accordi presi nel 2003 in fatto di norme antitrust in seguito alla fusione Telepiù e Stream. Il DTT, per Sky, è vietato fino al 2011. Mediaset ha il predominio del DTT (la Rai non può proporre servizi a pagamento). Mentre è assolutamente fuori mercato sul satellitare (ci provano con Tivusat con la complicità sempre della Rai).
Insomma, lo scenario è cambiato e a Mediaset non se ne stanno a guardare. Il loro obiettivo è difendere il proprio terreno di caccia, mentre Sky si è fatta aggressiva con proposte commerciali sull’HD.

    • L’Aduc l’ha definito lo switch off «all’amatriciana». L’Auditel registra un crollo negli ascolti degli anziani

    • nell’intera giornata di ieri, spiega Walter Pancini direttore generale di Auditel, il totale dei telespettatori ha registrato nel Lazio, rispetto alla media degli ultimi sei lunedì, una flessione del 15,9%. Ancora più consistente la flessione per il target sopra i 65 anni, quello tecnologicamente meno avanzato e più in panne con la risintonizzazione dei canali dopo lo switch off di ieri (zona di Viterbo esclusa): la flessione degli ascolti nell’intera giornata è del 22% rispetto alla media dei sei lunedì precedenti, flessione che diventa del 16% in prime time

    • Gli stessi dati Auditel oggi sono arrivati in ritardo di oltre due ore «È stato un supplemento di verifica – dice Pancini

    • Aduc: swith off alla matriciana, ridurre del 30% il canone. Una riduzione del 30% sulla spesa del canone Rai del prossimo anno, come compensazione dei disagi subiti dai romani per il passaggio al digitale terrestre.

    • «Siamo la prima capitale d’Europa – afferma l’Aduc in una nota – ad avere il digitale terrestre, si sentiva e leggeva nei giorni scorsi. Peccato che Berlino, che ci risulta essere la capitale della Germania, lo abbia già dal 2003.

    • Anche stamattina, spiega l’Aduc, continuano le difficoltà per i cittadini della Capitale, il 18% ha rinunciato al passaggio al digitale, mantenendo la visione esclusivamente attraverso Sky. «I canali Rai – si legge nella nota – seguono ad essere difficili da ritrovare nella programmazione, i canali sistemati ieri faticosamente, a volte anche con l’intervento pagato dell’antennista, stamane non si trovano più, è necessaria una nuova riprogrammazione»

    • Caparella (Pd): il passaggio a insegna dell’improvvisazione. «Se ne è parlato per mesi, sono stati distribuiti migliaia di opuscoli, creati siti dedicati e diffusi annunci ma, alla fine, il tanto atteso passaggio al digitale terrestre è avvenuto all’insegna dell’improvvisazione

    • Siamo a favore dell’economia digitale, della banda larga, del wi-fi, della dotazione dei necessari supporti informatici in tutte le scuole, e di qualsiasi innovazione tecnologica possa rendere più semplice la vita, ma è necessario che tutti, senza distinzione, siano messi nelle condizioni di poter usufruire dei nuovi mezzi a disposizione

    • Mediaset ricorre all’Antitrust contro la chiavetta Sky che da dicembre consentirà agli abbonati di ricevere l’offerta gratuita del digitale terrestre.

    • «Mediaset – annuncia una nota di Cologno Monzese – ha presentato un esposto all’Autorità Antitrust

    • La distribuzione da parte di Sky di questa chiavetta, secondo Mediaset, è contraria alla normativa comunitaria e nazionale in materia di concorrenza e costituisce una violazione degli impegni assunti nel 2003 da Newscorp in occasione della concentrazione delle attività di Telepiù e Stream

    • Le norme antitrust, infatti, non consentono a un’impresa dominante di ostacolare l’ingresso sul mercato di concorrenti mediante vendite abbinate o aggregate dei propri prodotti

    • «il fine della Digital Key – che non consente l’accesso né ai servizi interattivi né ai contenuti a pagamento – è quello di frenare la diffusione sul mercato di decoder che consentano di ricevere i programmi a pagamento e i servizi interattivi di altri operatori.

    • La Digital Key è una semplice iniziativa di Sky che garantirà a milioni di famiglie la possibilità di fruire dell’offerta in chiaro sul digitale terrestre in modo facile ed efficace

    • Si tratta di uno strumento che aiuta il processo di digitalizzazione del Paese offrendo un servizio per i consumatori in un mercato in veloce sviluppo

    • sull’altro fronte delle dispute legate alle varie piattaforme televisive – quello tra Sky e la Rai – è intervenuto Corrado Calabrò

    • Il presidente dell’Autorità per le comunicazioni, a margine di un’audizione alla commissione di Vigilanza, afferma che la Rai «dovrà stare su tutte le piattaforme tecnologiche, quindi anche sul satellite», così da consentire a tutti gli utenti di vedere le trasmissioni

    • «

      se Sky in una zona è indispensabile, la Rai deve starci nel periodo transitorio», limitandosi a criptare «proprio il minimo» delle sue trasmissioni

    • Calabrò ha affermato che l’Authority accerterà se la Rai – togliendo alcuni canali da Sky – abbia o meno oscurato zone e utenti

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