Siria: le guardie rivoluzionarie iraniane pronte a combattere per Assad

Revolutionary Guards

Revolutionary Guards (Photo credit: Wikipedia)

Via @Reuters.com (trad. propria).

I membri del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche (IRGC) dell’Iran stanno fornendo assistenza non militare in Siria e potrebbero essere coinvolti militarmente se il governo di Assad verrà messo sotto attacco dai paesi occidentali, ha detto ieri il comandante in capo Mohammad Ali Jafari. La dichiarazione di Jafari è il primo riconoscimento ufficiale del fatto che l’Iran ha una presenza militare sul terreno in Siria, dove è in atto da circa 18 mesi una sanguinosa rivolta.

I paesi occidentali e i gruppi di opposizione siriani hanno a lungo sospettato che l’Iran avesse truppe in Siria. L’Iran ha sempre negato. “Un certo numero di membri della forza Qods sono presenti in Siria, ma non si tratta di una presenza militare“, avrebbe detto Isna Jafari durante la conferenza stampa, secondo l’agenzia di stampa iraniana. Qods è un’unità dell’IRGC istituita per esportare l’ideologia dell’Iran. E’ stata accusata di aver pianificato attentati in Iraq dopo la caduta di Saddam Hussein. Jafari non ha indicato quanti membri dell’IRGC siano in Siria, ma è stato detto che forniscono “aiuto intellettuale e di consulenza”. La Repubblica islamica ha sostenuto il presidente siriano Bashar al-Assad sin dall’inizio della crisi e considera il suo governo come una parte fondamentale del suo asse di resistenza contro Israele e gli Stati arabi sunniti. Jafari ha anche detto che l’Iran avrebbe cambiato la sua politica e che offriràe sostegno militare se la Siria sarà attaccata. “Io dico esplicitamente che se la Siria verrà messa sotto attacco militare, l’Iran potrebbe anche dare un sostegno militare, ma … ciò dipende totalmente dalle circostanze”, ha detto.

Funzionari degli Stati Uniti hanno accusato recentemente l’Iraq di facilitare il trasferimento di armi alla Siria, aprendo il proprio spazio aereo agli aerei iraniani. Baghdad ha negato l’accusa. Gli analisti dicono che l’eventuale perdita del suo alleato chiave siriano avrebbe indebolito la capacità della Repubblica islamica iraniana di minacciare Israele attraverso la Siria e gli Hezbollah, movimento di resistenza sciita sostenuto da Assad.

Jafari ha respinto le minacce di Israele di attaccare l’Iran, dicendo che Israele stava avendo problemi a convincere gli Stati Uniti a sostenere le sue azioni. “La nostra risposta a Israele è chiara. Di fronte a tali azioni da parte del regime sionista, niente di Israele potrebbe rimanere”, ha detto. Ha anche detto che un attacco israeliano contro l’Iran potrebbe scatenare ritorsioni sulle basi americane nella regione e che il commercio attraverso lo Stretto di Hormuz è a rischio.

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Bomba a Riyadh, la notizia fantasma

Segnalata da @ItalianPolitics e da @crislomb

In Arabia Saudita un’esplosione avrebbe devastato la sede dell’intelligence del paese e ucciso il vice capo dell’intelligence saudita.

Al-Fajr, un sito di notizie arabo segnala dall’Arabia Saudita che il vice capo dei servizi segreti dell’Arabia Saudita è stato ucciso nell’esplosione. Nessun rapporto ufficiale è stato ancora rilasciato sull’incidente. Giovedì sera il principe Bandar bin Sultan è stato nominato capo dei servizi di sicurezza dell’Arabia Saudita. Il principe Bandar, 63 anni, scomparso dalla vista del pubblico quando è stato richiamato da Washington dal re Abdullah nel 2005, dopo esser stato per 22 anni ambasciatore del regno, è stato immediatamente spinto in una crisi del Medio Oriente.

Viene indicato come uno “stretto alleato arabo degli Stati Uniti”, come “un sostenitore dei ribelli siriani”  e il suo ruolo dovrebbe essere quello di riparare le relazioni con Washington dopo il disaccordo sulle rivolte arabe.

Vedi http://english.farsnews.com/newstext.php?nn=9104250954