L’occhio nelle Istituzioni

L'occhio nelle Istituzioni

Pensate che un vicepresidente della Camera, nella posizione che mantiene, dovrebbe non far molta fatica a svolgere quella funzione di controllo e di pressione che il Mov 5 Stelle doveva essere nelle origini (ricordate la campagna dei cittadini con l’elmetto)?
Bene, proprio Luigi di Maio si è mosso, lancia in resta, contro il paventato acquisto di ben duecentodieci nuove auto blu – mentre quel fellone di Renzi ne vende 100 su ebay! Ecco, il bando è scaduto il 27 Febbraio, la Camera non acquista nessun nuovo mezzo, la notizia – per come è stata divulgata – è falsa.
Questo genere di fallimento nella comunicazione politica crea un danno doppio: da un lato, direttamente al 5 stelle e alla credibilità di ciò che dice; dall’altro, all’informazione dei cittadini, che è così compromessa, in buona parte, poiché la smentita non ha mai la medesima forza della denuncia.
Notate che gridare perennemente allo scandalo, al motto di ‘son tutti uguali’, ci spinge irrimediabilmente verso l’abisso.

Qui il bando http://www.consip.it/on-line/Home/Gare/scheda1032.html

Una bufala per l’Huff Post | Civati smentisce la fiducia al governo Letta

Pippo Civati non ha mai firmato nessun documento sul voto ‘di fiducia’ al governo Letta. Secondo quanto scritto dall’Huffington Post oggi, Civati avrebbe condiviso con Gozi, Puppato e Zampa, definiti i ‘dissidenti’ del PD, una paginata di riflessioni spacciate per una specie di bozza di mozione di fiducia. Il presunto documento contiene argomentazioni che Civati non ha affatto espresso in questi giorni, specie nell’ultima intervista, avvenuta proprio oggi nella trasmissione ‘In 1/2 Ora’ della Direttrice dell’Huff Italia, Lucia Annunziata. Nel testo si fa più volte riferimento al momento drammatico che il paese sta attraversando, al senso di responsabilità che i firmatari sentirebbero in quanto eletti attraverso le primarie.

E’ questo il senso della nostra fiducia: un atto di responsabilità individuale e collettiva che ci assumiamo nei confronti di tutti gli Italiani e di coloro che ci hanno dato fiducia con il loro voto. Una fiducia che vogliamo meritarci ogni giorno di più” (Huff post cit.).

Ebbene, in coda al testo compare come primo firmatario proprio Civati. Da qui si è innescato un corto circuito giornalistico. Nessuno ha provato a verificare la notizia, che è stata ribattuta persino dal Sole 24 Ore.

I dissidenti del Pd: sì alla fiducia – Corriere della Sera – ‎2 minuti fa‎

Voto di fiducia, si sgonfia il dissenso in casa Pd – Il Sole 24 Ore – ‎20 minuti fa‎

Pd, Civati, Gozi, Puppato e Zampa: “Ok a fiducia per governo Letta” – La Repubblica – ‎1 ora fa‎

Pd, i ‘ribelli’ capitolano: “Votiamo la fiducia per senso di  – Quotidiano.net – ‎1 ora fa‎

Che succede ora nel Pd? – il Giornale – ‎56 minuti fa‎

Civati ha specificato che prenderà una decisione sul voto di fiducia soltanto domattina, dopo la discussione del Gruppo Parlamentare del PD.

Smentisco

Circola da qualche minuto un documento che include anche la mia firma e in cui annuncio il mio voto di fuducia al Governo. Non so come sia uscito, ma non ho firmato alcuna dichiarazione di fiducia e quindi smentisco.
Come ho detto più volte in questi giorni, e ancora poche ore fa in diretta su Rai 3, le mie perplessità sul Governo Letta rimangono, e prenderò una decisione in merito alla fiducia solo dopo averne discusso, come ho ripetutamente richiesto, domattina con il resto dei colleghi del Pd. Non prima.

Aggiornamento: a quanto sembra, il documento contiene una qualche veridicità poiché Sandro Gozi, uno dei presunti firmatari, si è così espresso su Twitter:

Notare l’espressione “il nostro documento”, segno che Gozi ne rivendica la paternità condivisa con altri. Sappiamo che Civati non è fra di essi. E Laura Puppato?

Definitivo ore 20.06: Sandro Gozi risponde su Twitter, il nome di Civati primo firmatario era frutto di un “malinteso”.

Tassa su cani e gatti non era una battuta ma fa molto ridere

  1. La norma esiste davvero ed è il frutto dell’accorpamento di decine di proposte simili provenienti da tutti gli schieramenti parlamentari. E dire che qualche settimana fa se ne parlava su qualche blog, addossandone la responsabilità a Monti.
  2. savinacus
    RT @Adnkronos: Tassa su cani e gatti? “Si può fare”. Ma poi Polillo precisa: “Era solo una battuta”:
    Tassa su cani e gatti? “S… http://bit.ly/JXgFMc
    Fri, May 18 2012 14:45:30
  3. Addirittura c’è chi cerca di impiegare questa sclerosi mediatica contro il PD, chiaramente in chiave elettorale:

  4. rebeccamanzoni1
    Secondo Jole Santelli a #lazanzara la tassa su cani e gatti è opera del #Pd per coprire i costi #Tassasucaniegatti
    Fri, May 18 2012 14:51:30
  5. vfeltri
    La tassa su cani e gatti presentata da due deputate Pdl è una idiozia bestiale
    Fri, May 18 2012 12:52:38
  6. Il relatore di questa cagata pazzesca è l’on. Gianni Mancuso, del PdL. Mancuso è relatore di ben tredici leggi, tutte aventi a che fare con la “gestione” degli animali domestici da parte di Comuni. Si può dire che sia specializzato in “amministrazione di cani e gatti”. Si tratta di atti che sono stati presentati in Commissione Affari Sociali alla Camera fin dall’inizio della legislatura. Contengono norme tese a limitare il fenomeno del randagismo e norme addirittura che istituiscono i cimiteri per i cani e i gatti.”Il provvedimento (‘Norme in materia di animali d’affezione e di prevenzione del randagismo e tutela dell’incolumità pubblica’) aveva iniziato il suo iter nell’aprile 2009 a partire da una proposta di legge di due deputate del Pdl, Jole Santelli e Fiorella Rubino Ceccacci. L’esame è stato completato lo scorso 6 marzo. E’ composto di 39 articoli e prevede, tra l’altro, la creazione di un’anagrafe degli animali d’affezione, l’obbligo di segnalare se si trova un animale ferito al servizio veterinario pubblico che deve prontamente intervenire o ancora i cimiteri per gli animali d’affezione”.

  7. Ecco il testo originale della norma, che vi confermo essere del 2009:

    Art. 11. (Imposta).      1. Dopo l’articolo 5-bis della legge 14 agosto 1991, n. 281, introdotto dall’articolo 10 della presente legge, è inserito il seguente:

    «Art. 5-ter. – (Imposta). – 1. Tutti i possessori di cani sono tenuti al pagamento di un’imposta comunale annuale di euro 20.

    Polillo? Ha perso una buona occasione per tacere. La sua battuta ha soltanto avuto l’effetto di guadagnarsi la paternità di questa idea, che è invece frutto delle “migliori” menti di questo Parlamento. Che dire: si tratta di un disegno di legge che giace in Commissione dal 2009. E in questi febbrili giorni sull’orlo del default greco, Polillo non ha nient’altro da fare che capitare nella annoiata Commissione Affari Sociali.

  8. MaxsoMagazine
    Polillo: Niente tassa su cani e gatti: Il governo dei tecnici sembra la barzelletta della politica. Nel pomerigg… http://bit.ly/KgOQNS
    Fri, May 18 2012 15:30:26
  9. mario78neri
    #tassasucaniegatti subito ritirata, allo studio l’Imu sulla cuccia….
    Fri, May 18 2012 15:15:49
  10. aledionigi75
    Quindi la #tassasucaniegatti era una bufala
    Come al solito
    Manica di pecoroni
    Fri, May 18 2012 14:49:20
  11. No, tecnicamente non era una bufala. Nemmeno una battuta. Ma fa lo stesso molto ridere. Per ore oggi i media hanno parlato solo di questo inutile fatto: alla radio, sulla tv, sul web. Se non è isteria di massa questa…

Berlusconi, il caso Aurora Barzatta sbarca sul The Sun


Anche se oramai l’immagine del nostro paese è stata del tutto infangata, la stampa inglese trova pane per i propri denti e scodella senza verifiche la vicenda della pornostar (?) ignota Aurora Barzatta, la quale avrebbe denunciato Berlusconi per stupro (e non per sequestro di persona?). The Sun si limita a dire che i legali di Berlusconi hanno dovuto strenuamente negare le accuse di questa sedicente attrice hard, rimpolpando la vicenda con un richiamo a guai giudiziari di B. per il caso Ruby. Naturalmente nessun cenno al fantomatico giornalista che ha fabbricato l’articolo originario, tale Hicham Amer, su Libération Maroc. Intanto però quel bel titolo sul The Sun fa bella mostra di sé: Berlusconi accusato da una pornodiva.

Fra l’altro la storia che ieri vi ho raccontato non trova il suo giusto spazio nel marasma scandalistico di questi giorni, fra P4, case pagate dagli amici in cambio di qualche nomina, insulti vari fra ministri. Eppure è una vicenda da chiarire, no?

Aggiornamento ore 19.30: ora anche in ucraino!

Ballottaggi, ecco come si vota

Attenzione alle bufale. Non è assolutamente vero che si debba votare soltanto il sindaco e non la lista. E’ vietato il voto disgiunto, vale a dire votare per un sindaco e per la lista opposta. Ma è possibile votare con una croce sia sul nome del candidato che sulla sua lista:

Ballottaggi: come si vota? – In questi giorni circola in modo virale attraverso la rete un appello che invita categoricamente a mettere il proprio voto soltanto sul nome del candidato a sindaco, pena l’annullamento del voto.
In realtà, l’articolo 143 delle istruzioni per le operazioni degli uffici elettorali (qui il pdf di tutta la legge), è meno severo. Si spiega, infatti, in modo chiaro che il voto è valido “anche quando l’espressione del voto stesso sia stata impropriamente apposta fuori dallo spazio contenente il nominativo del candidato ovvero sul contrassegno di un gruppo o di una lista collegati.”
Insomma, quello che dice la norma è che il voto dato sul simbolo a sostegno del candidato è improprio (per chiarezza sarebbe meglio mettere la croce sul nome del candidato prescelto), ma quando la volontà dell’elettore è chiara, il voto è da ritenersi valido.

Niente voto disgiunto – Tutt’altro caso invece se si mette il voto su uno dei due candidati e anche su una delle liste che sostengono l’altro candidato. In questo caso la volontà dell’elettore non è per nulla chiara e dunque il voto viene annulato.
D’altra parte, i voti dati alle liste in questa fase dell’elezione sono comunque inutili. Al ballottaggio, infatti, si deve scegliere tra i due candidati che hanno preso più voti al primo turno. Eventuali croci sui simboli dei partiti non servono a spostare gli equilibri del consiglio comunale. Meglio dunque essere chiari ed esprimere il proprio voto solo sul nome del candidato prescelto (SKY.it).

Attentato a Belpietro un falso: ora lo dice anche Il Giornale

Ma cosa succede fra Il Giornale e Belpietro? Fra Sallusti e Feltri? Se la scorsa estate il quotidiano di via Negri teneva il controcanto del metodo Boffo insieme ai compagni di merende di Libero, ora la linea editoriale di Sallusti, di recente mollato da Feltri, è meno chiara e pare tinta di veleno, quel veleno che di solito si riserva agli ex capi.

Agguato a Belpietro, dubbi dei pm Caposcorta verso l’incriminazione

Così titola oggi Il Giornale. Nell’articolo si afferma cioè che l’attentato a Belpietro, che qualche mese fa suscitò l’unanime indignazione del mondo politico e un coretto diinviti a moderare i toni, “da entrambe le parti”, sarebbe una bufala, una sordida messinscena organizzata dall’ex caposcorta di Belpietro. Troppe le incongruenze, la mancanza di prove e filmati delle decine di telecamere, in cui non si scorge nessun presunto attentatore.  I magistrati stanno orientando le indagini sul caposcorta medesimo.

Compiute tutte le verifiche, eseguiti tutti gli esperimenti, valutate tutte le testimonian­ze, gli inquirenti sarebbero in­­fatti arrivati a convincersi che in via Monte di Pietà, nel palaz­zo dove abita il direttore di Li­bero , quella sera non sia acca­duto in realtà assolutamente nulla. Ovvero: che nessuno ab­bia cercato di fare la pelle al giornalista. Che sulle scale del palazzo non ci fosse nessun al­­tro, se non il capo della squa­dra di poliziotti che vigila sulla sicurezza di Belpietro. E che tutto quanto accaduto- gli spa­ri, l’allarme, eccetera – sia sta­to frutto, nella migliore delle ipotesi, di un errore di valuta­zione da parte dell’agente (Agguato a Belpietro, dubbi dei pm Caposcorta verso l’incriminazione – Il Giornale.it).

Naturalmente si precisa che i magistrati siano ispirati da una certa prudenza nell’evitare che la questione diventi un boomerang mediatico contro Belpietro stesso. Però, la notizia, rivelata senza aggiungere nulla di nuovo rispetto a quanto alcuni giornalisti dissere all’epoca dei fatti, ricordando il precedente falso allame dello stesso caposcorta quando difendeva Gerardo D’Ambrosio, pur con il preavviso di indicare Belpietro come una vittima della messinscena e non come ispiratore, ha proprio l’effetto perverso di mettere la redazione di via Negri fra coloro che vedono in Belpietro un pericoloso falsario, alla luce di quanto rivelato ieri in quel fantasioso articolo del finto attentato a Gianfranco Fini. E’ almeno ravvisabile un mancato coordinamento delle linee editoriali fra i due giornali in quota berlusconiana nella ripresa a spron battuto del bastonamento di Fini e dei finiani. Forse anche fra gli scriba del biscione serpeggia del malumore e voglia, tanta, di rivalsa.

La notizia che non c’è: il mistero della foto del ‘Signor Franco’

Ecco, la foto di quest’uomo non esiste, anzi, errata corrige: quest’uomo non esiste. Non fate caso alla sua presenza su queste pagine: esso non c’è. Questa la verità istituzionale.

il Signor Franco c'è e ti vede

Il mondo dell’informazione ha una sorta di sussulto, di fibrillazione: Repubblica.it mostra la foto del ‘Signor Franco’, la spia del Sisde che, tramite Don Vito Ciancimino, trattava con la mafia. Un corto circuito e la foto fa il giro del web. Rimbalza sui blog. Ma nel giro di un paio d’ore, sbam!, sparita. La notizia non c’è più. Non è quello il ritaglio di giornale su cui Ciancimino ha dichiarato di aver riconosciuto ‘faccia da mostro’. Repubblica cancella tutto, i magistrati imprecano contro la fuga di notizie, certamente notizie false messe in circolo solo per intorpidire le indagini. Come in una puntata di Lost, il passato è cancellato e sostituito da un presente alternativo nel quale non c’è nessun segno dell’accaduto. O quasi.

Perché sul web ne è rimasta traccia. Ne parla il Post Viola: “E’ stata resa nota da Repubblica la foto del cosiddetto ‘signor Franco’, l’uomo dei Servizi segreti che, secondo Massimo Ciancimino, avrebbe tenuto i rapporti tra Stato e mafia nella cosiddetta trattativa subito dopo le stragi del ’92 in cui vennero uccisi i giudici Falcone e eBorsellino e gli agenti della scorta”. Ne parla infoquotidinane: “Ha un volto, un nome e un numero di matricola il famigerato “signor Franco”, il personaggio, presunto appartenente all’intelligence, che nei racconti di Massimo Ciancimino ha fatto da trait d’union fra Cosa nostra e le istituzioni. E’ un agente di alto grado dei servizi ed è ancora in servizio. Lo scrive il quotidiano “La Repubblica” in articolo di Attilio Bolzoni”.

La smentita dei giudici di Caltanissetta giunge via ANSA: “Il misterioso signor Franco non è stato né identificato dagli inquirenti, né, tantomeno, iscritto nel registro degli indagati. Il testimone non ha ancora consegnato ai pm il giornale, che conserva in una casa all’estero. Nei giorni scorsi gli investigatori hanno acquisito una copia della rivista che hanno esibito a Ciancimino. Non si tratterebbe però della stessa indicata dal testimone. Secondo indiscrezioni, Ciancimino non sarebbe stato in grado di riconoscere il signor Franco nella foto mostratagli dagli inquirenti, che peraltro non era chiara. Tra molte incertezze il figlio dell’ex sindaco ha detto che si potrebbe trattare dello 007, ma di non esserne affatto sicuro” (LiveSicilia >> Cronaca > Fughe di notizie sul “signor Franco” la foto sparisce dal sito di Repubblica).

Il suo volto non è il vero volto. Ciancimino lo rivelerà quando saremo pronti. La sagoma del Signor Franco si smaterializza e come un fumo nero si aggira furibonda per gli intricati circuiti mediatici.