
Ad alcuni capita spesso di cambiare idea. Prendete per esempio Giuliano Ferara, ex rampollo PCI (cominciò con Fassino, pensate…), ex craxiano con orgoglio, poi al soldo di Berlusconi sin dalla prima ora. Ha mostrato negli ultimi tempi piccole incrinature nella sua fede berlusconiana: poco convincenti le strategie di B. con Fini, poco convincente la battaglia della Casa di Montecarlo, troppo debole l’azione di B. in fatto di economia. Non ultimo, il caso della lettera a Berlusconi dalle colonne de Il Foglio, il giornaletto che dirige, in cui richiama il Capo all’ordine intimandogli di lasciar perdere i cattivi consiglieri (Santanché?) e di rituffarsi nella “politica”. Ne scaturisce una lettera del Cavaliere al Corriere della Sera in cui il medesimo tende la mano all’opposizione – che rifiuta con sdegno – al fine di costruire insieme il rilancio dell’economia italiana. Accadeva soltanto due settimane fa. Lui era Ferrara il moderato. Ferrara il riflessivo. Ferrara braccio destro illuminato di un Cavaliere in stato confusionale dopo la botta del Caso Ruby.
Macché. Stamane al Teatro Dal Verme di Milano, sobillatori di piazza come Santanché e La Russa hanno presenziato all’ennesima trasformazione del Ferrara Giuliano, classe 1952, ex sessantottino, ex familista, ex antiabortista. Oggi Ferrara si è scoperto teorico della mignottocrazia, lui, antiabortista antipuritano, ossimoro vivente:
Ferrara si è scagliato contro i metodi “da inquisizione spagnola” della Procura di Milano (Virgilio.it)
“Alla Procura di Milano imputo, in termini politici, che si muove per sollevare un golpe morale” (Avvenire.it).
“Chi può realizzare un progetto politico fuori dalle regole e dalle istituzioni?“, ha chiesto alla platea. “La Procura di Milano – ha risposto, tra gli applausi dei circa 1.500 partecipanti – lo ha già fatto una volta”
Siamo tanti gruppi uniti dall’avversione verso un modo disgustoso di combattere il Cavaliere. Siamo a un passaggio molto delicato. Abbattere Berlusconi con ogni mezzo, questo è il loro obiettivo. Per loro il paese è rincretinito e gli italiani non sono degni di esercitare la loro sovranità. Vorrebbero mettersi tutti insieme da Vendola a Fini per mandare a casa il Cavaliere. Ma non ce la fanno. E allora chi può portare avanti questo progetto? La Procura della Repubblica di Milano […]
Per noi lo scandalo non è nelle intercettazioni. Ciascuno deve seguire la sua storia più intima. Cosa ne so di cosa ha significato per lui il divorzio e la morte della madre? Chi sono io per giudicare moralmente? Lo scandalo è nelle procedure giudiziarie con cui si inventano i reati per incastrare Berlusconi (Il Giornale.it)
Non domo, il trasformista grasso se l’è presa con il tredicenne che ha parlato alla manifestazione del Palasharp della scorsa settimana ventilando addirittura l’abuso di minore (è forse vietato per un tredicenne fare politica? è forse questo abuso di minore? o è abuso di minore fare di tutto per affidare una prostituta diciassettenne alla propria ex igienista dentale che a sua volta la affida a un’altra prostituta?). “Contro il puritanesimo del palasharpismo”, il cerchibottista Ferrara ha tenuto in serbo alcuni colpetti anche verso il caro padrone:
Presidente, noi la sosteniamo, ma deve ascoltarci. Non riduca le sue giornate alle giornate di un imputato. Lei deve fare il presidente del Consiglio, il capo dell’Italia. Lei è l’uomo più ricco d’Italia…presidente, lei ha tre televisioni, le usi in modo creativo. Basta con queste cose ingessate, vogliamo il vero Berlusconi, quello capace di rilanciare questo Paese (Il Giornale.it, cit.).
Ci sono tanti giovani “che hanno a cuore la verità e non sono vittime di una certa egemonia culturale. Diamo loro gli strumenti per fare dieci, cento, mille giornali come Il Foglio (Virgilio.it, cit.).
Quindi, per Ferrara, B. dovrebbe rilanciare la politica attraverso l’editoria: nuovi giornali e uso “creativo” delle televisioni. E la maggioranza deve abbandonare qualsiasi ipotesi di “atti di indicazione” sulle tv, poiché “questa sorta di par condicio costante dice cose che non stanno in piedi”, dimostra una certa strisciante volontà di “censura” (Avvenire.it, cit.). L’unico sprazzo di lucidità. dopo sale sul palco Sallusti; poi ancora il giornalista e scrittore Camillo Langone, il quale tenta una perigliosissma giustificazione del Bunga Bunga direttamente nelle pagine della Bibbia:
Langone parla di Salomone e del suo amore per i piaceri vita, racconta di Davide e della sua relazione con una donna sposata e poi legge, direttamente dal Vecchio testamento, un lungo albero genealogico di trisavoli, nonni e figli. Tutti frutto del “peccato”. “Io come cristiano non voglio sentire accuse sulla base di attività erotiche – chiosa Langone -. Se Dio ha fatto nascere suo figlio da una catena di re porci, adulteri e omicidi una ragione c’è e devo rispettarla…” (Il Giornale.it, cit.).
[Toh, sta a vedere che anche fra le pagine di Nostradamus…]
Mi piace:
Mi piace Caricamento...