
Si parla di iter accellerato per il liberticida ddl intercettazioni, giunto alle fasi finali in 2a Commissione Giustizia al Senato dove martedì 11 riprenderà l’esame del testo con il recepimento dei pareri della 1a Commissione (Affari Costituzionali) – qui l’ordine del giorno. Secondo Schifani,
Il Senato terminera’ l’esame del ddl intercettazioni prima del ddl anticorruzione. Ne e’ convinto il Presidente del Senato, Renato Schifani. Rispondendo ad una domanda dei giornalisti sull’iter dei due provvedimenti, Schifani risponde: “Ci sono dei lavori gia’ avviati in fase di conclusione come le intercettazioni. Il ddl anticorruzione e’ stato assegnato alla prima e seconda commissione, che sono certo gia’ la prossima settimana cominceranno ad incardinarlo e a discuterlo” (Agi News).
Dai giornali, dal web, intanto, parte la protesta. Il disegno di legge, che imporrebbe il bavaglio ai giornalisti sulla pubblicazione delle intercettazioni e imporrebbe l’obbligo di rettifica anche ai blog entro le 48 ore come una qualsiasi testata giornalistica, è quanto di più arretrato si possa produrre in tema di stampa e libertà d’espressione. Il testo, in special modo per quel che concerne l’attività di blogging, non terrebbe in considerazione l’aspetto distintivo della stessa, ovvero l’occasionalità dell’opera. Un blog non è una testata giornalistica, poiché dietro ad esso spesso vi è una sola persona, e non una redazione; neppure il blogger è tale a tempo pieno: non si vive con i post. Il netizen journalism è per molti una passione, per altri una modalità di espressione libera, senza doveri né obblighi. L’obbligo di rettifica è una intimidazione. Chi scrive non è certamente a favore dell’uso diffamatorio del web, ma l’obbligo di rettifica impone una disciplina sproporzionata al mezzo. Chi non rettifica è multato per 13.000 euro. La fine non di un blog, bensì di una persona.
Contro il ddl intercettazioni si mobilita il mondo intellettuale e della rete. Ecco l’appello. Qui il testo come licenziato dalla Camera.
E i finiani? Si smarcheranno sul comma anti-bloggers? Nessuna reazione alle parole di Schifani, che preme per le intercettazioni a discapito del ddl anticorruzione, smarrito nei cassetti. Nessun trafiletto dalle colonne di FareFuturo Web Magazine. Il dubbio su come si comporteranno i ‘futuristi’ di Fini aleggia sullì’aula del Senato, dove pure essi si contano sui palmi di due mani.
APPELLO AI SENATORI DELLA REPUBBLICA
“La libertà è partecipazione informata”
Al Senato la maggioranza cerca di imporre la legge sulle intercettazioni telefoniche che scardinerebbe aspetti essenziali del sistema costituzionale.
Sono a rischio la libertà di manifestazione del pensiero ed il diritto dei cittadini ad essere informati.
Non tutti i reati possono essere indagati attraverso le intercettazioni e viene sostanzialmente impedita la pubblicazione delle intercettazioni svolte
Una pesante censura cadrebbe sull’informazione. Anche su quella amatoriale e dei blog.
Se quella legge fosse stata in vigore, non avremmo avuto alcuna notizia dei buoni affari immobiliari del Ministro Scajola e di quelli bancari di Consorte.
Se la legge verrà approvata, la magistratura non potrà più intervenire efficacemente su illegalità e scandali come quelli svelati nella sanità e nella finanza, non potrà seguire reati gravissimi.
Si dice di voler tutelare la Privacy: un obiettivo legittimo, che tuttavia può essere raggiunto senza violare principi e diritti.
Si vuole, in realtà, imporre un pericoloso regime di opacità e segreto.
Le libertà costituzionali non sono disponibili per nessuna maggioranza.
Stefano Rodotà
Fiorello Cortiana
Juan Carlos De Martin
Arturo Di Corinto
Carlo Formenti
Guido Scorza
Alessandro Gilioli
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