Riforma Senato | Mineo: “referendum Segni mai più possibile”

Oggi Corradino Mineo è intervenuto al Senato. Nel suo discorso, di critica alla riforma del Senato proposta dal governo con il DdL costituzionale Boschi, è presente un cenno alla questione del cosiddetto referendum manipolativo che un emendamento, approvato dalla 1a Commissione Affari Costituzionali al Senato, renderebbe non più ammissibile. Come scrivevo l’altro giorno, se da un lato già la Consulta ha da alcuni anni adottato l’orientamento di escludere quei quesiti che intervenissero in maniera manipolativa, su singole parole o porzioni di frasi, specie in quei casi in cui l’abrogazione rendesse la norma irrazionale o incompleta, dall’altro i referendum in materia elettorale non possono che essere parziali e manipolativi, dato che la legge elettorale è una legge costituzionalmente necessaria alla corretta formazione degli organi dello Stato.

Così Mineo, stamane, in aula al Senato:

spero si rifletta sulle norme che riguardano i referendum, che al di là delle intenzioni sicuramente buone – conosco e stimo la senatrice Finocchiaro – hanno un sapore amaro. Non sarebbe oggi possibile il referendum Segni da cui è nata – bello o brutta che sia – la Seconda Repubblica, perché quel referendum era manipolativo. L’innalzamento delle firme sembra voler punire un istituto di democrazia diretta, mentre si torna non alla democrazia delegata com’era in Costituzione, ma ad una democrazia delegata in cui i partiti hanno troppo potere (Resoconto stenografico Seduta n. 280 de 17/07/14).

Lo cito qui, anche perché è l’unico ad averne parlato. 

Corradino Mineo rimosso dalla Commissione Affari Costituzionali

Corradino Mineo rimosso dalla Commissione Affari Costituzionali

Corradino Mineo non è più tra i membri Pd della commissione Affari costituzionali del Senato. Lo ha deciso a larga maggioranza l’ufficio di presidenza del gruppo, che ha indicato come membro permanente, secondo quanto si apprende, il capogruppo Luigi Zanda.

Via Huffington Post

Sul confronto che non c’è. L’ultima chance per il PD.

Stamane Corradino Mineo, direttore di Rainews24, ha offerto lo spazio in tv affinché abbia luogo il tanto atteso confronto fra i tre candidati alla segreteria PD. Anche dalle pagine di l’Unità.it ci si chiede perché.
Il problema è: o qui si fa il PD, si fa il Partito Democratico per eccellenza, che pratica la democrazia come metodo, e lo fa sempre, oppure si perde di credibilità, si rinuncia all’identità che già il nome suggerisce. Che paura possono avere Franceschini e Bersani? Il confronto è fondamentale, è il pane della democrazia. Lo chiamino allora Partito delle Alleanze: risparmierebbero del tempo.

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    • Corradino Mineo, direttore di Rainews 24, ha raccolto stamane, nel corso della trasmissione “Il Caffè”, la proposta avanzata da Ignazio, presente questa mattina in studio, di organizzare un faccia a faccia con gli altri candidati alla segreteria del Pd.
    • Corradino Mineo ha già spedito una lettera a Pier Luigi Bersani, Dario Franceschini e Ignazio Marino offrendo la propria disponibilità a moderare l’incontro da mandare in onda in diretta su Rainews 24.
    • Questo il testo della lettera: “Nell’ipotesi che tu possa essere interessato al faccia a faccia tra i candidati alla segreteria del Pd, proposto da Ignazio Marino, Rainews 24 si offre come luogo dell’incontro e io, come conduttore. Se tale proposta dovesse interessarti, ti prego di indicarmi la persona o le persone del tuo staff con cui concordare le modalità, il piano, le regole del dibattito. Cordiali saluti. Corradino Mineo”.
  • Roma, 15 set – ”Al di la’ delle differenti posizioni politiche faccio moltissimi auguri a Ignazio Marino, ma penso che poi tornera’ ai suoi impegni”. Cosi’ Massimo D’Alema durante la presentazione del Festival della Salute, che si terra’ a Viareggio dal 24 al 27 settembre, ha commentato la candidatura alla segreteria del Pd di Ignazio Marino, che sara’ anche a capo del Comitato Scientifico del Festival, di cui, ha sottolineato D’Alema, ”sara’ il grande protagonista”.

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    • Pare che gli incontri pubblici dei tre candidati alla guida del Pd stiano andando bene ovunque.
    • un errore pensare che il percorso verso la nuova leadership ia sereno come l’orizzonte del socialismo
    • il regolamento appare almeno un po’ tortuoso
    • bisogna sottolineare che alcune vicende politiche come, per esempio, il «Vedremo…» di Rutelli davanti alla prospettiva del grande centro o la ripresa del confronto parlamentare sul testamento biologico favoriscono lo sviluppo di una dialettica che, per la forza degli argomenti, potrebbe rivelarsi particolarmente vivace
    • non si capisce come mai una formazione nuova, come il Pd, che utilizza strumenti di selezione e di elezione tipici della cultura politica americana, come le primarie, non possa garantire ai suoi iscritti ed elettori di assistere a un confronto diretto, pubblico, trasparente tra i candidati alla segreteria.
    • Hillary Clinton e Barack Obama pare si siano confrontati pubblicamente 26 o 27 volte, dandosi anche delle belle legnate. Adesso, finita la battaglia, lavorano insieme nell’amministrazione Usa.
    • se ci fosse un confronto diretto e pubblico prima della fine dei congressi si potrebbero sciogliere dubbi e incertezze, dimostrando anche la piena lealtà tra concorrenti ma solidali con lo stesso progetto
    • Invece, niente. Sembra che, al momento, nessuna di queste iniziative si possa realizzare. Il candidato che sulla carta è il più debole dei tre, cioè Ignazio Marino (nemmeno citato nella lenzuolata domenicale di Eugenio Scalfari su Repubblica, «Si ricorderà di me dopo il congresso…» assicura il chirurgo), è particolarmente ansioso di avere un confronto pubblico.
    • Una richiesta ripetuta, poi, in un’affollata assemblea alla festa democratica. Visto che non lo ascoltano, pare che Ignazio Marino stia preparando un’iniziativa clamorosa, magari ricorrendo alla sua lunga esperienza americana.

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