Corte federale tedesca e l’esame del Trattato MES: verso un sì con condizioni

E’ improbabile che il Trattato MES e il Patto Fiscale Europeo vengano cassati in toto dalla Corte federale tedesca di Karlsruhe. Improbabile perché queste sono le indiscrezioni che circolano in queste ore sui giornali tedeschi e soprattutto perché i giudici non vogliono prendersi la responsabilità di smantellare due accordi europei capisaldi della strategia di comunitarizzazione del debito adottata in seguito al default greco e alla tempesta sui mercati dei titoli di Stato.

I giudici dell’alta Corte dovrebbero porre alcune condizioni che il legislatore tedesco sarà tenuto a seguire per poter introdurre nel quadro normativo nazionale i due trattati. In particolar modo pare che la Corte sia intenzionata a limitare la responsabilità per la Germania ad una certa soglia, e non per tutta la propria quota, e rendere permanente un fondo temporaneo di salvataggio rafforzando di nuovo il diritto del Bundestag di partecipare alle decisioni.

In ogni caso, nella malaugurata ipotesi di una sentenza di bocciatura del MES, il ministro Schauble prevede una “sostanziale crisi economica con conseguenze imprevedibili” (FAZ.net). Le stesse paure sono state espresse dal capo economista europeo di Citigroup, Jürgen Michels, nel “Börsen-Zeitung”: “Se fallisce l’ESM, ci sarebbero gravi conseguenze. Alcuni paesi dell’Europa meridionale rischiano di crollare senza un aiuto esterno, il risultato sarebbero altri tagli drastici con conseguenze estremamente negative per il sistema finanziario dell’area dell’euro” e alla fine “potrebbe anche avvenire una rottura della zona euro”. Insomma, le solite Cassandre che prevedono lo sfacelo dell’Europa. Ma davvero accadrà questo? Davvero la Germania si può prendere questa responsabilità?

Dal momento che la Banca centrale europea ha annunciato la scorsa settimana il piano OMTs per acquistare illimitatamente i titoli di Stato, a prima vista ESM è indispensabile. Infatti, i piani degli “Euro-salvatori” di fornire aiuti ai paesi vulnerabili sono condizionati alla richiesta da parte di questi ultimi all’ESM in cambio di un impegno in fatto di riforme. La BCE ha adottato un programma applicabile sia con ESM che con il suo predecessore, ma l’EFSF (European Financial Stability Facility) rimarrà in vigore solo fino alla fine di giugno del prossimo anno.

Trattato MES, le contestazioni della Germania

Articolo parzialmente estratto da: http://www.faz.net/aktuell/wirtschaft/europas-schuldenkrise/schuldenkrise-retten-ohne-ende-11832561.html

La Corte costituzionale federale tedesca deve pronunciarsi sui ricorsi contro il meccanismo europeo di stabilità (ESM), il salva-stati permanente. Un articolo pubblicato sulla FAZ ne elenca gli aspetti occulti, anche se il testo del MES è pubblico ed è facilmente reperibile in rete. Scrivono sulla FAZ che questa ambiguità di fondo è strettamente derivata dalla natura medesima del Trattato MES, che ricorda, nella stampa a caratteri piccoli e nei formalismi da studio legale anglosassone, taluni prodotti finanziari, con alcune parti in grassetto, per catturare la vista, ed altre disposizioni egualmente cogenti relegate ai paragrafi subordinati.

Davvero, si domandano sulla FAZ, la responsabilità della Germania è limitata ai 190 miliardi di euro? Il Ministro delle Finanze non si stancherà mai di sottolineare questo limite, ma la sua affermazione non troverebbe sostegno in quanto scritto nel trattato. In particolare, all’articolo 8, paragrafo 5, si parla della responsabilità limitata non al capitale, che ammonta a 700 miliardi di euro, ma al “prezzo di emissione del capitale”. Questo è estremamente importante, perché il consiglio dei governatori può decidere che il prezzo di emissione superi il valore nominale (cfr. articolo 8, comma 2). Ad esempio, “raddoppiando il tasso di emissione del MES, potrebbe aumentare la quota di responsabilità a quasi € 1400 miliardi, senza la necessità di una modifica del trattato e nemmeno di un aumento di capitale”.

Art. 8 comma 2

E’ abbastanza chiaro l’ultimo capoverso: “le altre quote sono emesse alla pari, salvo se in particolari circostanze il consiglio dei governatori decida di emetterle a differenti condizioni“. Questa è la classica clausola capestro che permette all’organizzazione finanziaria di modificare i termini di un contratto senza per questo doverlo ridiscutere con il contraente. Tipico dei Banksters.

I tedeschi hanno il timore, stando alla insolvenza della Grecia, alla condizione di pregiudizialità delle finanze del Portogallo, dell’Irlanda e oggi pure della Spagna, che la propria quota di capitale da versare per rendere solvibile il MES sia sempre e costantemente più alta rispetto a quanto pattuito. Infatti, il meccanismo di finanziamento del MES prevede che se uno stato membro non versa la propria quota di capitale, la medesima debba essere ripartita fra gli altri paesi partecipanti.

I timori sono fondati sulla presunta ambiguità insita nel disposto coordinato dell’articolo 9, commi 2 e 3, e dell’articolo 25, comma 2:

Articolo 9 comma 2

Articolo 9 comma 3

Articolo 25 comma 2

Grazie ai contributi aggiuntivi, l’onere per la Germania potrebbe aumentare ben oltre i 190 miliardi di euro indicati come limite nella parte iniziale del testo. L’aver “relegato” all’articolo 25 la clausola che rende il MES un fondo senza limiti, estensibile all’infinito, fa nascere il sospetto che nel trattato si celi l’inganno. Perché non mettere in chiaro che l’esposizione tedesca, così come quella di qualsiasi altro paese “solvibile”, può essere estesa a piacere, senza che i medesimi paesi siamo chiamati a discuterne?

Per giorni, l’opinione pubblica tedesca e il Parlamento sono stati intrattenuti a dibattere intorno alla questione se dare o meno al MES una licenza bancaria. Ma all’articolo 32, paragrafo 9, l’ESM viene esentato da qualsiasi obbligo di regolamentazione e di concessione di licenza in qualità di istituto finanziario. La licenza bancaria non è pertanto necessaria, e ciò è scritto palesemente.

Inoltre, l’articolo 21 attribuisce al MES la facoltà di finanziarsi anche sul mercato secondario, attraverso emissioni obbligazionarie sui mercati dei capitali. L’ipocrisia del non usare la parola “Euro Bonds” è evidente a chiunque, poiché tutti gli Stati membri sono responsabili in solido per le emissioni obbligazionarie del MES. L’affermazione della Cancelliera federale, Frau Merkel, gli Euro Bonds non verranno mai fatti almeno finché vivrò, contrasta stranamente con quanto emerge all’evidenza di chi legge il testo del Trattato MES.

Il MES si prefigura come uno strumento emergenziale. I parlamenti nazionali sono esautorati in quanto un eventuale loro intervento in forma di controllo o di preventiva approvazione delle deliberazioni del suo ‘Board’, renderebbero il sistema decisionale alquanto inefficace. Stesso discorso vale per il Parlamento Europeo. Ne consegue che sul MES non vi è alcun bilanciamento dei poteri, elemento imprescindibile di un sistema istituzionale democratico. Nessuno controlla il MES. Il Board del MES decide sulla base di emergenze e su richiesta dello Stato membro in difficoltà.  I membri del MES sono soggetti a immunità e le loro azioni sono coperte dal segreto (artt. 34-35):

Le camere e gli archivi sono inviolabili, tutte le attività del MES sono escluse dal controllo amministrativo, giudiziario o legislativo (articolo 32). Secondo la FAZ, viene così favorita l’insorgenza di un sistema finanziario/politico fortemente corrotto.

Abbiamo lasciato ai tedeschi la responsabilità storica di bocciare il Trattato MES come incostituzionale, condannandoli alla sentenza del “popolo che ha ucciso la Moneta Unica”. Ne pagheremo le durissime conseguenze.

https://yespolitical.files.wordpress.com/2012/06/trattato_mes.pdf