Cosa ha detto @civati in #direzionepd

Che non l’ha detto nessuno, nemmeno la super diretta twitter di Europa Quotidiano.

Pochi tweet, ma è tutto ciò che abbiamo. Quella cosa che si chiama indifferenza, eh?

[in aggiornamento]

Anche sul blog http://www.ciwati.it/2013/07/26/le-cose-che-ho-detto-che-non-vi-avevo-detto/

Renzi sta con Marchionne. L’abisso si apre fra i rottamatori

Mirafiori scava solchi profondissimi. Marchionne ha obbligato alla scelta di campo: o amico, o nemico. Una dicotomia che è archetipo della lotta; della guerra. Riflettendo il paradigma sulla politica italiana, ci saranno aree politiche filo-Marchionne e una pletora di nemici. E’ un dato di fatto, qualcosa che interessa tutti, che coinvolge tutti. E che divide.

I rottamatori del PD potevano astenersi da ciò? Potevano forse adottare una linea unica, certamente oggetto di discussione e deliberazione, certamente frutto di sofferenze e di dibattito, ma comunque unica? Evidentemente no. Poiché Matteo Renzi, apparso stasera al TgLa7, ha avuto il buoncuore di dirci quanto pensa circa il referendum-ricatto di Mirafiori. Ebbene, Renzi ha scelto la sua parte, ed è la parte di Marchionne – “dalla parte di chi sta investendo nelle aziende quando le aziende chiudono. Dalla parte di chi prova a mettere quattrini per agganciare anche Mirafiori alla locomotiva America” (Libero-News). Cosa aspettarsi da un sindaco che va a cena ad Arcore? Attenti perché la linea dei rottamatori era ben lungi dall’essere questa. Anzi, Civati nei giorni scorsi ha formulato una risposta sul caso Mirafiori che era molto prossima alla posizione articolata dal duo Bersani-Fassina, riaffermata da D’Alema a Otto e Mezzo poc’anzi – né con Fiat né con la Fiom ma per una legge della rappresentanza sindacale democratica. Una posizione, a parere di chi scrive, di buonsenso, che trova nel fondo di stamane di Massimo Giannini su Repubblica – “è una “festa”, se una grande azienda di automobili italiana decide di chiudere un impianto che esiste da un secolo, e che rappresenta un pezzo di storia non solo industriale, ma anche sociale di questo Paese?” – la giusta sintesi. Certo, il sindacato può stringere accordi sofferti, accordi al ribasso, accordi che lasciano sul campo diritti sostanziali dei lavoratori, ma lo fanno a ragion veduta, se non si può fare altrimenti, se lo stato della imprenditoria italiana diventa questo, al limite del banditismo, verrebbe da dire. Mirafiori va salvata. E si può accettare – momentaneamente, molto momentaneamente – una restrizione della sfera dei diritti. Ma non si può accettare il ricatto. Non lo può accettare in primis la politica. La politica dovrebbe ora farsi scudo verso i lavoratori. Una sfera politica sana avrebbe impedito a Marchionne di saltare sul predellino di Detroit a dettar la sua legge erga omnes ai lavoratori italiani. Una politica sana avrebbe preconizzato Marchionne e lo avrebbe evitato. In questo ha fallito, la politica, e in questo i rottamatori, in quanto portatori della buona politica, dovrebbero riuscire a fornire il proprio contributo di innovazione al partito. Viceversa, andare dinanzi ai microfoni discettando a sproposito di investimenti e aziende, come ha fatto Renzi, non è buona cosa.

Renzi, in verità, pare essere l’ombra di quello visto alla Leopolda. Forse ha capito di avere potenziale elettorale a destra. Forse la cena di Arcore è servita per raccogliere una eredità, chi può dirlo. Tutte ipotesi, e poco fondate. Quel che è certo è la divisione fra Renzi e Civati. Renzi ha criticato Civati circa l’idea della contro-direzione di domani, Civati ha minimizzato:

Mica ho fatto tutto questo — ha detto Renzi — per impelagarmi in una battaglia di correnti. I ‘rottamatori’, poi, sono persone libere, e fanno tante iniziative: io al momento mi occupo di Firenze al 101 per cento». La settimana scorsa il sindaco aveva già avvertito il suo compagno d’avventura: occhio, state facendo una corrente. E lui di correnti non ne fa (Corriere.it).

Il sospetto è allora che Renzi abbia impiegato la Leopolda per capitalizzare consenso. Renzi osserva che Prossima Italia non è una corrente. Fare una contro-direzione che fa della trasparenza e della pubblicità della discussione il punto di forza, è correntismo? Da quando riunirsi e discutere in pubblico è pari al chiudersi in stanze chiuse di direttivi segreti? Che differenza c’è fra l’andare in ordine sparso classico del PD e l’andare in ordine sparso di Renzi? Renzi ha detto la sua sul caso Fiat. La sua dichiarazione non trova alcuna corrispondenza nei lavori portati avanti sinora dal gruppo di Prossima Italia, lavori che ne costituiscono la linea politica. Renzi è fuori da questa linea. Di fatto, fuori dai rottamatori.