Ballottaggi, ecco come si vota

Attenzione alle bufale. Non è assolutamente vero che si debba votare soltanto il sindaco e non la lista. E’ vietato il voto disgiunto, vale a dire votare per un sindaco e per la lista opposta. Ma è possibile votare con una croce sia sul nome del candidato che sulla sua lista:

Ballottaggi: come si vota? – In questi giorni circola in modo virale attraverso la rete un appello che invita categoricamente a mettere il proprio voto soltanto sul nome del candidato a sindaco, pena l’annullamento del voto.
In realtà, l’articolo 143 delle istruzioni per le operazioni degli uffici elettorali (qui il pdf di tutta la legge), è meno severo. Si spiega, infatti, in modo chiaro che il voto è valido “anche quando l’espressione del voto stesso sia stata impropriamente apposta fuori dallo spazio contenente il nominativo del candidato ovvero sul contrassegno di un gruppo o di una lista collegati.”
Insomma, quello che dice la norma è che il voto dato sul simbolo a sostegno del candidato è improprio (per chiarezza sarebbe meglio mettere la croce sul nome del candidato prescelto), ma quando la volontà dell’elettore è chiara, il voto è da ritenersi valido.

Niente voto disgiunto – Tutt’altro caso invece se si mette il voto su uno dei due candidati e anche su una delle liste che sostengono l’altro candidato. In questo caso la volontà dell’elettore non è per nulla chiara e dunque il voto viene annulato.
D’altra parte, i voti dati alle liste in questa fase dell’elezione sono comunque inutili. Al ballottaggio, infatti, si deve scegliere tra i due candidati che hanno preso più voti al primo turno. Eventuali croci sui simboli dei partiti non servono a spostare gli equilibri del consiglio comunale. Meglio dunque essere chiari ed esprimere il proprio voto solo sul nome del candidato prescelto (SKY.it).

Moratti uguale Lassini

La Sciura milanese si pregia di essere un campione di moderazione. L’avete sentita moderatamente calunniare Pisapia in diretta tv e in conclusione del dibattito, lasciando esterrefatti avversario e conduttore. L’avete sentita giustificare la sua uscita con il fatto che ha semplicemente citato una sentenza di Primo Grado. Già, una sentenza di Primo Grado del 1980-81, poi corretta da sentenza d’Appello e trasformata in assoluzione piena. L’imputato Pisapia non poteva trovarsi a Milano all’epoca dei fatti, tutto qui. Ha passato quattro mesi in carcere per ingiusta causa. Ma al contrario del Padrone della Sciura Moratti, il giovane avvocato Pisapia non ha inveito contro la magistratura deviata e golpista. Ha subito una restrizione della propria libertà soltanto perché sospettato di banda armata per sentito dire ma senza prova alcuna.

Lei, la Moratti, dicono abbia balbettato mentre giustificava il suo gesto. Voleva far risaltare la sua appartenenza alla società bene di Milano, ha finito per essere accomunata a tale Lassini, l’autore dei vergognosi manifesti anti pm. L’equazione “Pisapia uguale ladro” trova la propria corrispondenza in “Pm uguale BR”. Allora, per la proprietà transitiva, Moratti uguale Lassini.

Grillo in Romagna fra folla e contestazioni

Grillo a Codigoro (FE) - Estense.com

Il 5 Stelle si appresta a incamerare una valanga di voti fra l’Emilia e la Romagna. Lo testimoniano le piazze piene, la folla ai comizi. Ma non è tutto semplice per i grillini. A Ravenna, Samantha Comizzoli, ex grillina e contestatrice della prima ora del gruppo bolognese reo di essersi spartito le candidature alle regionali del 2010 – c’è un’ampia trattazione su questo blog – ha esposto uno striscione in Piazza del Popolo a Ravenna mentre parlava Grillo in persona. Grillo, l’ennesima fregatura confrontati, recava scritto. Un invito al dibattito a lungo disatteso dall’ex comico.

Samantha Comizzoli ha in risposta ricevuto da Grillo l’invito a buttarsi dalla finestra. Un’altra perla di political uncorrect che fa il paio con il “at salut, buson”, rivolto a Vendola. Per dire del degrado del lessico politico: c’è chi parla della sinistra che “non si lava”, c’è chi invita a buttarsi dalla finestra e dà del busone.

Si dirà, perché parlare della forma quando ciò che conta è la sostanza del discorso di Grillo? Risposta: perché la forma E’ sostanza. Non aggiungo altro. Se non, forza Samanta.

Sentite invece cosa è accaduto a Codigoro (Ferrara):

Alla troupe televisiva giunta da Ferrara per documentare l’evento, seguito in piazza da circa 400 persone, è stato fatto presente che le telecamere del service dovevano avere la precedenza, e che quindi nessun altro operatore video avrebbe potuto frapporsi fra Grillo e i loro obiettivi (“dobbiamo avere immagini pulite”, la motivazione); non solo, perché all’arrivo di Grillo ai bordi della piazza, al tentativo della troupe di Telestense di effettuare una breve intervista al comico, due individui si sono parati davanti alla videocamera della tv cercando di impedire le riprese, e questo per qualche minuto anche in seguito, quando Grillo era già salito sul piccolo palco allestito proprio di fronte alla sede del Municipio di Codigoro. Un episodio quantomeno spiacevole e scorretto, che arriva dopo il rifiuto dell’emittente all’acquisto delle immagini che sarebbero state prodotte dal service stesso (Estense.com).

Preparatevi all’ennesima collezione video dei discorsi di Grillo disponibile in CD, DVD, DVD Dual Layer, ecc. ecc. Come spettacolarizzare la politica: qualcosa già visto dalle parti di Arcore.