Silvio Sodoma: Emilio Fede e i ricatti delle Escort

Questo passaggio delle intercettazioni, oramai di pubblico dominio, nonostante gli strali di Fede e le minacce di querela, getta una luce oscura sull’intera vicenda. Un passaggio in cui lo stesso Emilio Fede ammette di aver sborsato dei soldi di tasca sua per evitare un guaio più grosso. Leggete:

Nicole Minetti: Mh! Madonna mia!

Emilio Fede: Io non ti dirò, non ti dirò chi… ma

Nicole Minetti: Si

Emilio Fede: … una di quelle che circolavano, io l’altro ieri gli ho dato di tasca mia,

senza farlo risultare a lui diecimila euro! Va bene? Pe.. pe.. perché aveva delle

fotografie scattate col telefonino, aveva bisogno di soldi, va., dico va beh te li do io!

Diecimila

Nicole Minetti: No! Stai scherzando?

[…]

Emilio Fede: Ieri sera o, ti giuro avrei pagato per andarmene, per come stavo mi girava la testa, eccetera… e sai quindi, sai un attacco così di cervicale, quindi ieri sera io sapevo che era importante esserci, ma non per fare la cena, perchè., lui aveva, ha bisogno di un interlocutore capito? Perchè chi può essere l’interlocutore suo io, ieri
sera tu, Barbi e basta! Non è che lui può parlare di politica, di cose eccetera con altri!

Nicole Minetti: (si schiarisce la voce) Ah no assolutamente!

Emilio Fede: Ecco! Ieri sera era necessario, capito?

Insomma, per i malintenzionati che intendono querelare questo blog per quanto pubblicato qui sopra, rivelerò che si tratta di un racconto di fantasia, tanto la realtà è ben peggiore, questo è certo. Ora, facendo una breve analisi del testo,

a) cosa non si fa per il Capo: addirittura si sborsano i soldi di tasca propria per evitargli le noie dei ricatti delle ragazze per le foto fatte con il cellulare; questa è fedeltà, ma è anche “prevenzione” del malumore del Capo, è darsi da fare per evitare che il Capo si arrabbi poiché se si arrabbia capita che quel favore che ci poteva fare salta da un momento all’altro; tutti loro, tutta questa corte di pezzentoni, è lì, attende che Lui, il Capo, conceda loro quanto promesso, quanto desiderato; è una forma alquanto arcaica, direi quasi medievale, un feudalesimo bislacco e amorale;

b) il Capo, il Re, a corte, ha bisogno del suo paggio; ha bisogno di essere allietato, rincuorato, lunsingato; egli ha sempre ragione e tutti gli devono rivolgere attenzione; la Corte si pavoneggia con i suoi soldi mentre lui, solo nelle vuote stanze, gravato dalla responsabilità dell’intero paese, schiacciato da questo peso che gli toglie persino il sonno, viene ricondotto ai rapporti umani attraverso questa pletora di arriviste pronte a tutto.

Gli storici un giorno avranno materiale in abbondanza per costruire la vita di Corte negli anni Dieci del 2000. Una involuzione paurosa del potere pubblico che ritorna a vestire i panni dell’Assolutezza e della dissolutezza delle Monarchie del Settecento. In fondo, sono anche queste Cronache dal Default.

Scandalo Ruby: il destino di Berlusconi nelle mani di Futuro e Libertà

Caso Ruby: per B. si profila il giudizio immediato. Lui sussurra di volersi avvalere del legittimo impedimento, ovvero delle rovine del legittimo impedimento come demolito dalla Consulta lo scorso 14 Gennaio. Il giudizio immediato è un rito speciale caratterizzato dalla mancanza dell’udienza preliminare. Affinché il PM possa chiedere il giudizio immediato, “occorre l’evidenza della prova e che la persona sottoposta alle indagini sia stata interrogata sui fatti dai quali emerge l’evidenza della prova oppure che la persona, pur avendo ricevuto l’invito a presentarsi, non si sia presentata” (wikipedia). Il fascicolo completo delle indagini, che come riferito da Gianni Barbacetto su Il Fatto Quotidiano, è stato inviato alle Camere, alla Giunta per le Autorizzazioni poiché la Procura di Milano intende perquisire gli uffici dell’avvocato Spinelli, definito “l’uomo portafoglio” di B.: a quanto pare è lui ad erogare le somme per mantenere l’harem di Via Olgettina (Il Fatto Quotidiano). Gli uffici di Spinelli sono considerati pertinenza della segreteria dell’onorevole Berlusconi, pertanto i magistrati devono passare le la Giunta per le Autorizzazioni, sebbene buona parte dell’indagine sia stata effettuata con i metodi delle intercettazioni e dell’analisi dei tabulati dei telefonini, e in parte attraverso le dichiarazioni delle ragazze. Si parladi un malloppo  di 300 pagine.

Come si comporterà la Giunta per le Autorizzazioni? Visto e considerato il fallimento di Futuro e Libertà alla votazione della mozione di sfiducia non più di un mese fa, come si comporteranno le opposizioni? La perquisizione dell’ufficio di Spinelli potrebbe fornire ai magistrati le prove schiaccianti dei passaggi di denaro di B. verso Lele Mora.

Dovete sapere che la Giunta è presieduta da Castagnetti (PD). La fuoriuscita di FLI dalla maggioranza ha scombussolato l’equilibrio delle Commissioni: in molte di esse, i deputati e i senatori di FLi sono decisivi. La Giunta per le Autorizzazioni è così composta:

PD 5; IDV 1; UDC 2; FLI 2; Lega 2; PdL 7; Misto 2; ovvero, maggioranza 9, opposizioni 10, misto 2.

Potete bene comprendere come ancora una volta la questione si sposti dal piano giudiziario a quello politico. FLI può votare a favore delle perquisizioni? A sentire Roberto Rosso, fresco coordinatore del FLI in Piemonte (che opportunismo) è assolutamente necessario “circondare di uno scudo costituzionale, per tutta la durata del mandato, l’attività delle alte cariche italiane” (Il Nichilista). Forse Rosso è stato colto da un rigurgito di berlusconismo, oppure più probabilmente tiene in tasca una doppia tessera. Fini si è mostrato su di un altro piano, preferendo non commentare le recenti vicende del premier, autocensurandosi castamente.

Domani la Giunta si riunirà. Cosa verrà deciso? Berlusconi è in questi istanti trasmesso sulle proprie televisioni, con il mezzo del video-messaggio. Sta cercando di scagionarsi riprendendo il medesimo copione di sempre: persecuzione della magistratura per sé e per i suoi prossimi. Potrà fare in tempo a comprare il voto decisivo dei due componenti della Giunta appartenenti al gruppo Misto? I loro nomi:

MISTO (2 componenti)

Cosa faranno i finiani? E l’UDC? Potranno assestare al B. morente il colpo finale? Come può Italo Bocchino sostenere che queste non sono faccende politche? E Bossi? Bossi è caduto su una gaffe clamorosa. Leggete:

Questa vicenda” ha detto il Senatur, riferendosi alla vicenda di Ruby, “non avrà ripercussioni di nessun tipo. Anzi, la gente magari comincia a convincersi sul serio che lui sia un perseguitato (La Repubblica.it).

Ecco il punto: non è perseguitato, è evidente che non lo è. Però la gente può convincersi del contrario. E’ quello che è accaduto, è quello che accade ancora.

Ruby, straniera, minorenne e prostituta? Quando l’immigrazione fa bene

Che fine ha fatto la lotta all’immigrazione clandestina? La Lega non sarà soddisfatta dell’operato del (finto) premier. Qui si parla di minorenni marocchine. E le minorenni italiane? Sono forse passate di moda?

Lei si chiama Ruby e ha fatto parte del carrozzone di Lele Mora. Fu portata a bordo di una Mercedes ad Arcore. Lì l’ha vista pure Emilio Fede, che di Mora è amico inseparabile. E’ subito entrata nelle grazie di Papi (sì, ci tocca rispolverare l’ormai desueto nomignolo). Ma quando viene fermata dalla polizia senza documenti, al centro di una lite con la sua coinquilina, lei inizia il suo lungo racconto di soldi e sesso. Scappa più volte dalle case-famiglia gestite da religiose, prima a Milano, poi a Genova, finché non viene interrogata dal pm milanese, Pietro Forno. A quel punto il suo racconto prende la forma di un verbale, un verbale che scotta. Mora manda avanti la figlia per chiedere Ruby in adozione. Sembra che sia stata direttamente la Presidenza del Consiglio, su intercessione della consigliera regionale lombarda, Nicole Minetti, a fare pressione sulla Questura di Milano, quando Ruby viene fermata, affinché non venisse schedata:

Secondo il quotidiano diretto da Ezio Mauro, Ruby viene fermata in Corso Buenos Aires a Milano lo scorso 27 maggio. E’ accusata di furto in casa di un’altra ragazza che l’ha precedentemente ospitata. Ma Ruby non viene né fotografata né identificata. Secondo Repubblica, infatti, alla questura arrivano telefonate direttamente da Palazzo Chigi. Sul posto si precipita anche Nicole Minetti, ex igienista dentale eletta alla Regione Lombardia, ora indagata secondo il quotidiano per favoreggiamento della prostituzione insieme a Emilio Fede e Lele Mora. Sono quasi le tre del mattino del 28 maggio quando le due lasciano la questura. La Minetti chiama immediatamente Berlusconi al telefono. Anche Ruby parla con il premier (Il Fatto Quotidiano).

Stasera, notizia ANSA, la Questura di Milano ha smentito di aver avuto trattamenti di favore verso la giovane. Indirettamente ha però confermato di aver ricevuto la telefonata da Palazzo Chigi.

Intanto si scopre che Emilio Fede e Lele Mora sono indagati, nell’ambito della stessa vicenda, per il reato di favoreggiamento della prostituzione. Fede, poc’anzi, alle 19, è regolarmente in onda, nonostante sia scoppiato lo scandalo. La scaletta del suo telegiornale è una gelida architettura costruita al fine di lamentare la persecuzione giudiziaria nei suoi confronti, nonché in quelli del suo Capo. Parla di Acerra, dell’inceneritore e della visita odierna di Berlusconi; del meteo, di Avetrana e della fuga di notizie (non dei testimoni e avvocati ad uso e consumo delle televisioni); quindi il salto carpiato, il non-detto fra le righe. Le fughe di notizie, questa barbarie. Bisogna stare attenti, intima, poiché si può sapere di essere indagati dai giornali, così, all’improvviso, svegliandosi una bella mattina:

Berlusconi in serata – durante la conferenza stampa di Acerra – ha fatto una mezza ammissione: aiuto da sempre chi ne ha bisogno. Tutto il resto è spazzatura mediatica. Altra spazzatura che non può essere messa negli inceneritori. Pensate, però: il governo, quella sera in cui Ruby viene fermata dalla polizia, si mobilita per salvare una minorenne marocchina. Mentre, quando altri minorenni marocchini sono annegati nel Canale di Sicilia, hanno mandato le vedette della Guardia di Finanza solo per certificare che fossero tutti morti. Minorenni marocchini, nigeriani e quant’altro, soffocano ogni giorno nei Centri di Identificazione ed Espulsione. Per loro il governo ha in serbo solo i legni della polizia. E non parlo di Terzigno e Boscoreale, che nemmeno sono paesi marocchini. Lì, il governo mette la spazzatura. Lo fa con il metodo della forza. E loro, i cittadini, devono considerarlo un aiuto.