Conferenza Stampa del 22 Settembre 2009.
Sapevamo fin dall’inizio di essere una minoranza e sapevamo anche che il congresso del PD era stato preceduto da un tesseramento anomalo, sospetto, ingiustificato, per numero e nomi di tesserati rapportato ai residenti nella regione e ai voti ottenuti alle ultime due tornate elettorali.
Sapevamo che gli elenchi degli iscritti era lungo, lunghissimo, e spesso gli iscritti erano e sono ignari di esserlo.
E sapevamo che al tesseramento dei “designati volontari” è seguito l’accomodamento di uomini e donne fidate, e titolari di pacchetti azionari, all’interno degli organi di governo e sottogoverno regionale.
Come il campionato di calcio della serie A di qualche anno fa: Tutti sapevano che a vincere sarebbe stata la Juve, ma ognuno ha giocato il suo campionato, cercando di fare un bel gioco, di non deludere completamente i tifosi.
Sapevamo tutto! Ma ciò nonostante abbiamo avuto l’entusiasmo e la forza d’animo di partecipare, di proporci, di esserci, perché speravamo di contribuire alla nascita di un PD di cui andare fieri e del quale non doversi vergognare in qualche parte d’Italia. Tutto ciò nella speranza, che questo PD, nonostante i peccati di origine, fosse comunque in grado di affrontare un congresso vero, al di la dei numero e delle percentuali. E cioè una occasione in cui i circoli venivano aperti alla discussione politica, all’analisi, all’incontro, anche allo scontro, se necessario, ma politico!
E invece ci siamo da subito trovati in un partito di congiurati, un partito in cui il valore del congresso non era la discussione su una proposta politica, ma il momento della resa dei conti, dell’uno contro l’altro, di Bova contro Naccari, di Loiero contro Minniti, di Oliverio contro Adamo, e viceversa! Del tutto contro tutti! Un congresso in cui, nei fatti, non si è potuto parlare di politica, perchè l’anima e lo spirito che lo sostiene non è stato quello di una partecipazione democratica, ma l’irrazionale e pericoloso istinto di tifoseria calcistica da curva sud, degno di un campionato di Promozione.
Siamo arrivati a ridosso del congresso dei circoli con feste di piazza sponsorizzate, pagate e svolte sotto l’egida del simbolo del partito democratico nelle quali, fatta salva qualche nobile eccezione, non c’è stato nessun confronto congressuale. La mozione Bersani e quella Franceschini, l’una contro l’altra, hanno mostrato i loro muscoli e mosse da spirito di conta e di congiura, assetate dal monopolio di visibilità, si sono rese complici di una conventio ad excludendum della Mozione Marino che hanno sopportato solo perché, con la nostra presenza si è VALIDATO un congresso che democratico non è!
Oggi il congresso è in pieno svolgimento e ogni giorno registriamo la costante,
reiterata e fisiologica violazione delle regole congressuali che è diretta a certificare soltanto la forza numerica e la stabilità delle quote di sottoscrizione azionaria di bersaniani e franceschiniani.
E’ in linea con ciò è accaduto, per esempio, che in molti piccoli circoli hanno votato quasi sempre tutti gli iscritti e tutti si sono espressi a favore di Bersani! Sapevamo, ovviamente, che l’OPA del PD era stata sferrata e realizzata dai bersaniani, azionisti di maggioranza del PD calabrese. Ciò però non è servito a calmarli e a rasserenarli e, dall’alto della loro maggioranza numerica, anzicchè avviarsi verso una competizione congressuale trasparente, leggera, democratica, come si conviene ai vincitori, si sono trasformati in guardiani fedeli, e li abbiamo visti nei seggi suggerire il voto, contendersi il compagno, affiancare, controllare!
Questo non è il partito democratico che abbiamo sognato! E il clima congressuale non è quello entusiasmante di un partito che si candida alla guida di un Paese e di una regione, ma è quello della resa dei conti! Nessuna traccia di vitalità democratica nei circoli! Sono tutti Bersani o Franceschin, ma manca la vitalità, la dialettica democratica. Sarà anche possibile ma è più che legittimo il sospetto che stiamo assistendo solo alla verifica della distinta degli iscritti e non di un vero congresso!
Al clima torbido del congresso si sono aggiunte, inoltre, le numerose denunce di irregolarità e le violazioni delle norme congressuali, soprattutto quelle a tutela della segretezza del voto. Ma ci sono anche scostamenti di numeri tra quelli che risultano gli iscritti all’anagrafe in nostro possesso e consegnataci dalla Direzione Regionale del Partito in data 26 agosto. Il dubbio e, quindi, la denuncia politica e quella alla Commissione di Garanzia, a questo punto è d’obbligo: Ci hanno fornito un’anagrafe parziale, in qualche modo confusa, contenente dati non esatti?
Ovunque si è votato senza cabina elettorale e senza alcuna garanzia di tutela della segretezza del voto (si è votato tutti insieme, in corridori e stanze o addirittura all’aperto, su schede consegnate anche a chi non ha dato prova di esser iscritto al partito e troppo spesso identificato solo per conoscenza personale). E’ tutto ciò se può sembrare normale e tollerabile a chi vive in un partito da una vita, non è comprensibile a chi ci guarda da fuori, a chi per la prima volta si è iscritto al partito. Ma è accaduto anche che uomini di partito e amministratori pubblici non si sono limitati a dare indicazioni su chi e come votare, ma taluni hanno compilato le schede anche al posto degli iscritti! Erano degli analfabeti o, come al solito, il controllo del voto nella nostra regione è appannaggio della mafia ma anche della politica, e anche di quella parte politica che sponsorizza una legge elettorale sulle primarie regionali?
Questo è il quadro che abbiamo registrato ovunque siamo riusciti ad essere presenti. Il risultato congressuale, a questo punto, è talmente scontato che il congresso delle tessere poteva essere evitato! Sarebbe bastato chiedere ai capi della politica del PD calabrese quante tessere aveva in tasca e procedere a tavolino alla divisione dei voti e dei relativi delegati, con risparmio di tempo, energia, faccia e democrazia.
Ecco perché, al di la delle irregolarità che sono state portate all’attenzione della commissione regionale e nazionale di garanzia, era irrinviabile una denuncia politica forte perché il partito democratico che vogliamo non può essere governato e controllato con gli stessi metodi con cui altre associazioni governano e controllano il territorio. E ho invitato i deputati e i senatori calabresi del PD ad assumere pubblicamente una loro posizione, a dire se si sentono garantiti da questi congressi. E la mia impressione è che ognuno si senta garantito nei seggi in cui la sua capacità di controllo può essere esercitata, ma si lamenta del congresso in cui prevale l’antagonista! Questo non è serio!!! Le garanzie devono essere di tutti e per tutti e in ogni circolo!
Ho invitato inoltre Franceschini e Bersani a fare immediatamente i conti con questo partito calabrese che non consentirà né a l’uno né a l’altro, di vincere nessuna battaglia politica sulla base della loro semplice proposta, ma solo attraverso il ricorso ai muscoli e a metodi che non appartengono alla democrazia e alla legalità che tutti invochiamo nelle nostre mozioni.
La nostra presenza che voleva essere di arricchimento del dibattito, di vivacità dialettica, di contributo per una nuova proposta di governo, si è nostro malgrado trasformata in uno specchietto per le allodole, una presenza che non disturba le due tifoserie l’una contro l’altra armate, ma che allo stesso tempo attribuisce valore e certificazione di regolarità democratica in un congresso che di regolarità e di democrazia ha molto poco.
Ecco perché abbiamo deciso di sollevare il caso polito e le irregolarità che dovranno essere verificate ed eventualmente sanzionate, e ho annunciato, stando così le cose, il mio ritiro dalla competizione congressuale regionale, troppo avvelenata da un clima di congiura.
Se l’agibilità democratica sarà garantita, tutti noi volontari della mozione Marino, continueremo alla diffusione nei circoli, nei congressi e, infine nelle primarie, della Mozione di Ignazio Marino che ci ha caricato di entusiasmo e di ritrovata voglia di fare politica in Calabria e in Italia dove il berlusconismo si può combattere solo con una proposta di governo laico, che difenda il merito e che ponga la questione morale al di sopra di ogni altra priorità.
Aggiungo, in conclusione, poiché io non mi sono candidata da sola ma insieme a tutti coloro che mi hanno sostenuta, che il mio ritiro dalla competizione non sarà un fatto personale, ma se portato alle estreme conseguenza sarà una decisione di tutto il gruppo dei Volontari Calabresi.
Avv. Fernanda Gigliotti – candidata alla segreteria regionale del PD per la Mozione Marino