Domani il voto in Giunta per le Autorizzazioni sulla richiesta di arresto per l’ex collaboratore di Tremonti e parlamentare Marco Milanese, uno dei presunti sgherri di Bisignani e della sua centrale occulta di spionaggio e dossieraggio. In Giunta la Lega può contare sull’operato di Paolini e Follegot. I due hanno già avvalorato le tesi – bislacche – del fumus persecutionis, non già da parte dei giudici bensì da quelli dell’accusatore di Milanese, tale Paolo Viscione, imprenditore.
Follegot ha dichiarato di esser “venuto qui a Montecitorio anche durante le vacanze per studiare le carte. L’indagine è complessa, è stata anticipata dalla stampa ampiamente ma molte cose che vengono affermate non sono state riscontrate”. Paolini e Follegot voteranno allineati a quanto deciso dai vertici del PdL – Alfano, Verdini, Gasparri. Giovedì, il giorno dopo la scontatissima approvazione della Manovra-bis, la questione verrà portata al voto dell’aula. E qui si impone la domanda: davvero Bossi e i soci del cerchio magico detengono il controllo del partito? Paolini medesimo avverte: “prima del voto in Aula ci sarà certamente una riunione in cui spiegherò ai colleghi le nostre convinzioni poi ogni deputato si fa la sua idea ed esprimerà un voto secondo coscienza“. In questo caso si potrebbe riproporre la spaccatura dei maroniani, già avvenuta sul caso di Alfonso Papa. Se ciò avvenisse, sarebbe il tramonto della leadership di Bossi sulla Lega. La Lega potrebbe esser il prossimo partito politico a dividersi sul confine dell’antiberlusconismo.