
Ecco il testo originale dell’articolo di Repubblica, a firma di Mario Calabresi, in cui venne per la prima volta denunciata la dipendenza finanziaria della Lega Nord da Berlusconi.
Nella edizione di quel giorno, il 28 Luglio 2000, il quotidiano pubblicò anche copia del mandato dell’amministratore di Forza Italia con il quale si emetteva fidejussione bancaria a favore del Carroccio presso la Banca di Roma.
Un documento che non è riportato negli archivi e che sarebbe interessante poter riavere fra le mani.
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di MARIO CALABRESI
ROMA – Il clima è di nuovo quello del ’94, gli insulti sono dimenticati, le querele ritirate, e ogni lunedì sera Silvio Berlusconi e Umberto Bossi si siedono a tavola insieme nella villa di Arcore. Si sono detti "mafioso" e "ladro di voti", poi in gennaio, come hanno raccontato più volte, si sono "guardati lungamente negli occhi" e hanno capito che questa volta non potevano sbagliare. E hanno siglato un patto di cui molto si è parlato, ma di cui sembra emergere una tessera per volta.
Sono cose note, così come l’intenzione di presentare un simbolo unico della Casa delle libertà alle prossime politiche, ma c’è un aspetto, fino ad oggi rimasto riservato e sconosciuto, in grado di illuminare la qualità dei rapporti tra Forza Italia e la Lega: una fideiussione bancaria con cui il partito di Berlusconi si è fatto garante di un credito di due miliardi aperto dalla Banca di Roma in favore dei leghisti.
E’ la dimostrazione che l’intesa ha fatto un salto di qualità: la fiducia è totale ed l’ala protettrice del Cavaliere è arrivata fino a coprire le esigenze di cassa del partito di Bossi.
Nel documento, che Repubblica ha pubblicato sulla sua edizione di oggi, scritto su carta intestata di Forza Italia e datato 28 giugno 2000, l’amministratore nazionale degli azzurri, Giovanni Dell’Elce, scrive alla Banca di Roma per garantire un fido alla Lega. "Vi diamo incarico – si legge – di aprire in favore del Movimento politico Lega Nord, che assistiamo finanziariamente, un credito complessivo di due miliardi di lire, valido sino a nostra revoca, utilizzabile per gli scopi istituzionali e le esigenze generali del movimento". "Vi diamo atto – prosegue la lettera – che, dati i rapporti attualmente intercorrenti tra noi e il suddetto Movimento, il presente mandato di credito è utile per il conseguimento dei nostri fini istituzionali".
Seguono una serie di clausole dalle quali emerge una tutela totale da parte di Forza Italia verso i crediti che l’istituto romano potrà vantare nei confronti della Lega. Il partito di Berlusconi si fa garante di ogni eventuale manchevolezza, "in ogni momento". "Siete autorizzati ad addebitare sul nostro conto corrente gli importi, nei limiti del mandato di credito concesso, che vi fossero dovuti dalla predetta società (la Lega – ndr) e ciò senza vostro obbligo di previamente interpellarci", scrive l’amministratore di Forza Italia, per poi aggiungere: "Ci impegniamo a pagarvi, a semplice richiesta scritta, in qualunque momento fattaci, quanto ci sarà da voi indicato come dovutovi dalla suddetta società".
E così la Lega si è trovata a poter disporre di due miliardi di lire per le spese da sostenere per mandare avanti l’attività del partito a Roma. Un dato che lo stesso Giovanni Dell’Elce ci ha confermato, ma tenendo ad una serie di precisazioni: "Sia chiaro: non gli abbiamo dato nessun contributo, ma solo garantito un fido, ed è una cosa che abbiamo fatto nella massima trasparenza". Ma perché il partito di Bossi aveva bisogno di questo fido? "I rimborsi elettorali – risponde ancora Dell’ Elce – vengono dati alla fine di luglio e, in attesa che arrivassero, il mio partito ha garantito questo credito. La Lega – spiega – non aveva nessun rapporto con la Banca di Roma, noi invece abbiamo un buon rapporto, ci conoscono, e così abbiamo garantito per loro, in attesa che ricevessero il rimborso elettorale delle regionali". Rimborso che, come pubblicato martedì sulla Gazzetta ufficiale, è per il Carroccio di quasi nove miliardi. "Quando prenderanno questi soldi – aggiunge il tesoriere – pagheranno il fido e la cosa sarà sistemata".
Rimane da chiarire cosa significhi che Forza Italia "assiste finanziariamente" la Lega. "E’ una tecnica bancaria – minimizza Dell’Elce – che ci serviva per dare una garanzia". E conclude che questo accordo è figlio soltanto dei suoi buoni rapporti e "della stima personale" con il tesoriere della Lega Maurizio Balocchi. Insieme sono stati i relatori della legge sul finanziamento pubblico ai partiti, quella che fece infuriare Fini e Alleanza nazionale.
Un’altra spiegazione la diede l’ex sindaco di Milano ed ex leghista Marco Formentini, commentando il ritorno ad Arcore di Bossi: "La Lega ha l’acqua alla gola dal punto di vista finanziario…".
(28 luglio 2000)
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