La nuova legge che estende il matrimonio a tutti, e quindi alle coppie omoosessuali, dovrà ancora passare il vaglio del Consiglio Costituzionale. Il provvedimento è stato approvato dall’Assemblea Nazionale oggi pomeriggio, alle ore 17 05, con 331 voti favorevoli e 225 contrari. Naturalmente è una legge che divide l’opinione pubblica, così come ha diviso il parlamento francese. Il dibattito è stato tra i più accesi. Appena saputo l’esito del voto, i deputati socialisti, comunisti e verdi si sono alzati come un sol uomo a cantare “égalité, égalité”. Nei loggioni aperti al pubblico, che si aprono su due livelli, vi era frigida Looney , il leader anti-matrimonio gay, che aveva assistito alle dichiarazioni di voto in religioso silenzio, rivelano le cronache parlamentari de Le Figaro. Dall’altro lato della Camera, tre visitatori avversari al matrimonio gay invece hanno cercato di mostrare uno striscione su cui era scritto la parola “referendum”, che è una delle rivendicazioni degli oppositori al testo, specie dell’Ump, il partito di Sarkozy. Allora si è innescata un po’ di bagarre, i due protestanti sono stati fatti uscire e un deputato della Gauche alza il braccio esibendo una V di vittoria.
E’ un giorno storico per l’Assemblea Nazionale. C’è anche il primo ministro Jean-Marc Ayrault. Una volta visto l’esito favorevole, si è alzato ed ha abbracciato il ministro della Giustizia, Christiane Taubira, che a sua volta viene applaudita fragorosamente dai banchi della sinistra. Ci sono altri nove ministri seduti al banco del governo e circondano festanti il ministro della Giustizia. Quando Christiane Taubira si è detta commossa per lo storico voto, tutto l’UMP ha lasciato la Camera. Faranno una durissima opposizione nelle piazze, ora, quelli dell’Ump. Depositeranno il ricorso alla Corte Costituzionale. Faranno campagna per il referendum.
Le Monde, diversamente da Le Figaro, non apre sullo storico voto ma direttamente sui contenuti del ricorso Ump. E’ scritto che in ogni caso, la ‘censura’ totale del testo è impossibile. Jean-Louis Debré, il presidente della Corte, si è già espresso sul merito lo scorso gennaio: “il profilo del matrimonio, è il Parlamento a definirlo […] E‘ responsabilità del Parlamento, non può far parte della giurisdizione del Consiglio costituzionale”. Secondo Debré, la Corte non può sostituirsi al Parlamento nell’interpretare il cambiamento sociale (il che suggerisce l’esistenza di un confine netto fra potere legislativo e potere giudiziario, cosa a cui in Italia non siamo tanto abituati).
Secondo l’Ump, invece, esisterebbe alcuni profili di incostituzionalità. In primis la mancanza di chiara lavori preparatori: non sono stati sentite le cosiddette parti sociali, e qui si intendono in special modo i leader religiosi.
In secondo luogo, il provvedimento sul matrimonio per tutti sarebbe in conflitto con le norme del diritto pubblico internazionale, specie le Convenzioni sui diritti del bambino.
Ci sarebbe inoltre un problema di sproporzione, poiché il matrimonio è principio fondamentale riconosciuto dalla Costituzione della Repubblica e ciò non può essere modificato da una legge semplice. Inoltre, data “l’ampiezza” della legge, si dovrebbe in ogni caso ricorrere al referendum.
Il ‘matrimonio per tutti’ estende il diritto di filiazione anche alle coppie omosessuali, ma per l’Ump ciò violerebbe insieme il principio del diritto al rispetto della vita privata familiare, il principio della dignità umana e l’uguaglianza degli individui, tutti i principi fondamentali riconosciuti dalle leggi della Repubblica.
Infine, sono state messe in discussione le regole per il passaggio del nome di famiglia: l’Assemblea ha di fatto cambiato le regole dell’assegnazione dei nomi, fatto che ha dato luogo a molte polemiche tra destra e sinistra. In sintesi: un articolo della legge prevede che in caso di disaccordo tra i genitori o di non-scelta, sarà dato al bambino il nome di ogni genitore. In ordine alfabetico.