Salvatore Mazzamuto è diventato sottosegretario alla Giustizia il 28 Novembre 2011. E’ laureato in Giurisprudenza ed è Professore Universitario. Ha insegnato Istituzioni di Diritto Privato all’Università di Palermo. Diviene preside della Facoltà di Giurisprudenza della stessa università. E’ stato Avvocato cassazionista. Dal 1998 al 2002 è stato membro del Consiglio Superiore della Magistratura. È ordinario di Diritto civile all’Università degli Studi Roma Tre. Ė stato, inoltre, docente di “Ordinamento Giudiziario” – cattedra di Diritto Processuale Civile – presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’ Università “Kore” di Enna. Nell’ultimo governo Berlusconi è stato consigliere giuridico del ministro della Giustizia Angelo Alfano. Il 28 novembre 2011 è stato proposto dal governo Monti come Sottosegretario alla Giustizia. Ha giurato il giorno successivo (Wikipedia, alla voce Mazzamuto).
Ieri, il governo ha espresso parere favorevole alla norma che cancella l’emendamento al DdL Corruzione di Italia dei Valori volto a ripristinare il meccanismo sanzionatorio di tipo penale per il reato di falso in bilancio. Il rappresentante del governo era proprio Mazzamuto, il quale sostituiva il collega Zoppini, dimessosi – che coincidenza! – proprio il giorno prima in quanto indagato in un’inchiesta della procura di Verbania. Mazzamuto dichiara poi al Corsera che lui di quell’emendamento non ci capiva nulla, che la scheda illustrativa del contro-emendamento non era chiara, erano “solo sette righe”.
Naturalmente quelli del PdL l’emendamento lo avevano capito benissimo e l’hanno votato. Ed è chiaro che Mazzamuto non ha capito un accidente e il suo ruolo come “consigliere giuridico” dell’ex ministro della Giustizia – guarda un po’! – Alfano non ha nulla a che vedere con quanto accaduto in aula. Ed è singolare che il sottosegretario Zoppini, uno dei più giovani sottosegretari del governo Monti e anche uno dei più ricchi, 46 anni, si sia dimesso perché indagato per frode fiscale, nel 2010, e raggiunto da un avviso di garanzia della procura di Verbania che neanche le bombe intelligenti di George W. Bush. “Secondo l’ipotesi dei magistrati piemontesi, attraverso la sua attività di consulenza, Zoppini avrebbe aiutato i titolari della Giacomini a realizzare una frode fiscale internazionale” (Il Sole 24 ore).
Sarà pur vero, ma intanto oggi, il redivivo Berlusconi ha così potuto tranquillamente andare a pranzo dal premier Monti.